Guardo questa pelle
e noto
quanto sia cambiata nel tempo.
Quella leggera morbidezza di una volta,
tende ad indurirsi sempre più
e il sentirmi strano, diverso,
corre come su un'autostrada
a mille chilometri orari,
sino ad arrivare al mio pensare,
e a creare complessi.
É sempre bello ascoltare il vento
e sentirsi tale;
leggero, dolce, innocente,
ma dopo …
dopo sopraggiunge la realtà,
che come un toro infuriato
prende in mano i remi della mia esistenza
cambiandola completamente.
Sentirsi liberi di respirare
ciò che ci fa sentire felici
non è più possibile,
ed io comincio a nuotare in oceani sperduti
dove la mente, perdendo la cognizione del tempo,
non riesce più a distinguere la fantasia della normalità,
e diventa neutra,
privando il cuore di quasi tutte
le emozioni che possiede.
Ma quando ci si rende conto
dell'essere bisognosi
di compiere un'azione concreta,
ecco che è troppo tardi per prendere
la propria vita in pugno
e incominciare tutto da capo.
Dietro questa ennesima visione di vita,
in modo buffo
si presenta una dama,
una donna sconosciuta,
la mia seconda personalità
che grida rancore fallito
e nostalgia
per quella leggerezza perduta.
Questa poesia dal titolo "Il conto del cambiamento" fa parte del libro “Piccole storie indaco”
opera d’esordio di un giovanissimo autore di Bari, Paolo Amoruso. Per lo scrittori, di soli quindici anni, la scrittura è in primo luogo un atto di riconoscenza e d’amore nei confronti di
Alda Merini, poetessa grazie alla quale ha scoperto la forza e la bellezza delle parole. La dedica infatti recita:
"Ti ho conosciuta per caso e per
caso il mio cuore ha deciso di legarsi al tuo.
Oggi sono qui, attraverso la tua
voce, le tue parole che ancora rileggo continuamente.
Oggi posso dire di aver avuto
una grande maestra di vita.
A te che sei parte di me.
A te, Alda Merini.”
collana: scintille
978-88-97092-07-0
pagine: 68
12 x 20 cm – brossura
prezzo: 10,00 euro
Gennaio 2011
Edizioni
La Gru
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