Quando capiterà?
Quando
capiterà di guardarci.
Quando capiterà di mettere il mondo
al muro e di tenerci in tasca una carta istoriata millimetro per millimetro
raschiata ripulita e rischia(ra)ta
come una pellicola o un estratto di parole come l’essenza di un valzer.
Quando?
Quando si accenderà il desiderio (ac)cedendo la pena.
In una sola mano aperta voglia e catena
e amore amore sarà una volta di vento un soffitto dentro la casa
rotolata dai poemi
precipitata dai camini
senza più b(r)aci spenti
in una bocca silenziosa che arde
il destino nel legno di una notte
d’albe ripetute e tramonti mai perpetuati
Quando mi chiedi.
Quando si spegnerà il sole dentro la fonte della nostra lingua
quando abbacinata la sera
dalla luce dei corpi vorrà scappare dentro un’isola di tempo
e se ti abbraccerò sarà la notte a pronunciare il mio nome
così se mi mentirai dicendo parole incomprensibili al mio orecchio
resterà mio e solo mio il tuo nome segreto
qello con cui vengo a cercarti quello con cui gioco la mia vita.
Tra il cuore e la memoria
matura in un solo momento
la tua assenza e di pena
scucendo il battito dal petto mi parla quel tuo startene muto e immerso
ai limiti dell’immenso.
Abbracciami anche tu, abbraccia questa mia continua notte
l’ oscurità che mi tradisce e mi asseconda
abbraccia questa mia notte feconda
come fosse l’unica cosa che riesci a raggiungere perdendoti
perdendo tutto il cielo
la via antica delle stelle mentre la luna
in p(i)ena ci mostra la sostanza della vita
è così breve il volo della notte
la frattura celeste di una divina fattura.