Ho avuto case ad abitarmi nessuna cosa lasciata in disordine nessuna perduta dentro sale d'attesa. Dietro la porta chiusa neppure un filo d'aria ad illuminare la macchina da cucire. Eppure di notte il tuo scialle di mohair passa lento davanti a uno specchio spento un battito d'orologio segna l'addio.
Sì, spesso sono i luoghi e le persone ad 'abitarci' in immagini che restano immutate dentro di noi. Dei versi molto evocativi, cara Elina e una chiusa che esalta la dolcezza dell'addio.
L'orologio che scandisce e scolpisce nel tempo l'attimo dell'addio.
Un addio è sempre doloroso ma qui c'è dolcezza e sensibilità, nessun dramma, anche se non c'è neanche un refolo di vento ad alleggerire il momento del saluto.
un tutto in uno con i luoghi dove, nel silenzio, i ricordi restano immobili – c' è solo il lieve passare dello scialle, il trasvolare di un' essenza – persona che scivola, riflesso in uno specchio spento -
mentre il battito dell' orologio (che pare ritmato sul cuore) suggella il momento dell' addio, congelandolo in una fissità che è per sempre.