Utente | Messaggio |
18:43 2 ottobre 2009
| borablu
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| Ospite
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Non ero vecchio:
ero diventato grande
col tempo, spesso con fatica,
con dolore, anche,
ma adesso a volte
mi trovavo a sorridere
così, tranquillo,
perché sotto lo sterno
avevo
e sapevo di averlo,
come un nido
proprio uguale a quello
che fanno i merli nella siepe
e poi lo imbottiscono
di piume e cose morbide
che caldo sia
e accogliente
a chi lo abiterà.
Un giorno
ho preso per un sentiero,
uno qualsiasi,
perché era lo stesso.
Mi bastava guardare i fiori
e stupirmi, ogni volta,
di loro nascoste preziosità
insapute anche a me
che li vado ogni giorno a trovare.
Anche a me che li amo,
quelli piccolissimi anche,
nascosti sulle prode del fosso
e che nessuno vede.
C'era il sole, ma in quell'attimo
vibrava qualcosa nel sole
che non avevo avvertito mai.
Ho alzato gli occhi:
in mezzo al sentiero
c'eravate tu e le tue iridi
grigio-azzurre
che mi guardavate, ferme
e dolci
nel centro esatto del mondo
mio.
Non avete detto niente,
ché sarebbe stato inutile,
mi guardavate soltanto
con un sorriso che non si vedeva
quasi.
Ed allora, all'improvviso,
è stato inutile pensare
o cercare di capire;
era stato inutile tutto:
ora sapevo.
Sapevo di me grande,
sapevo del sentiero dei fiori,
sapevo del nido del merlo
e del suo calore,
ma soprattutto sapevo,
ora,
che ero al centro del mondo.
E c'eri anche tu,
là vicina,
con le tue iridi
impossibili.
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18:51 2 ottobre 2009
| Elina
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| Ospite
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sono contenta ma proprio tanto di averti letto
in questo testo hai raccolto i volti e i colori di un mondo intimo e,insieme, universale
un abbraccio, Elina
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22:20 2 ottobre 2009
| Rose
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| Ospite
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E' vero, Mario riesce sempre a creare delle atmosfere straordinarie, sia con le parole che con l'obbiettivo. Qui c'è una dimensione panica e anche l'incontro con lei ed i suoi occhi "impossibili" diventa un evento naturale, come quel sentiero di fiori e il nido del merlo.
Una bella lettura, grazie.
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18:02 3 ottobre 2009
| admin
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| Amministratore
| messaggi3520 | |
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“…Sapevo di me grande, sapevo del sentiero dei fiori, sapevo del nido del merlo e del suo calore, ma soprattutto sapevo, ora, che ero al centro del mondo….”
un canto, un inno alla natura intorno, alla natura dentro di te, al senso di appartenenza a qualcosa che ha il sapore e la fragranza del meraviglioso.
Grazie, Mario.
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22:22 3 ottobre 2009
| Manfredi
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| Ospite
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momenti nella vita, fissati nella memoria, indimenticabili sensazioni che rendono il tempo degno d' esser vissuto.
ciao, Mario
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22:22 3 ottobre 2009
| sandra
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| Ospite
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E' vero, zio Mario non sei vecchio, sei 'grande' e… con un nido nel cuore.
Ma come siete tutti teneri questa sera!
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20:02 4 ottobre 2009
| fernirosso
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| Ospite
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ed eri tra il segno delle labbra e la curva degli occhi
stavi tentando di disegnarmi un sorriso
come certo ancora non so fare al pari tuo
nemmeno oggi che il tuo volto si dissemina nel mio
e non sapevo ieri di quanta strada avrei dovuto fare
quanta pazienza avrei dovuto perdere
quanto lavoro avrei dovuto organizzare
per ritrovarmi a un passo da te
persa in altro giorno
in un tempo precipitato nel mio e
rifiorito come una primavera tra rioni di ricordi
e rivoli tra il mio e il tuo nuovo volto.
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21:52 5 ottobre 2009
| Manfredi
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| Ospite
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tenera, ma soprattutto delicatamente evocativa, la poesia di Mario. qualcuno ha precedentemente accennato a un senso "panico": vero.
uno dei pregi del testo, a mio parere, è che, nonostante l' argomento che si presterebbe a cadute nel gorgo della parola facile e dello stereotipo, Mario riesce, come sempre d' altronde, a navigare in acque di assoluta originalità, reinventando scenari dove l' aria, i fiori, la natura tutta sono "parte" integrante dell' uomo sempre in cerca di sè.
Signora fernirosso, tanto di cappello. nel senso che lei ci gratifica con una bella prova. i suoi "rioni di ricordi" mi hanno colpito. tanto per citare una sola delle "immagini" che compaiono nel lavoro.
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14:40 6 ottobre 2009
| stella
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| Ospite
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rrivo ultima e non mi resta che condividere appieno quello che hanno scritto gli altri mi soffermo solo su alcuni versi che mi hanno colpito
…Sapevo di me grande,
sapevo del sentiero dei fiori,
sapevo del nido del merlo
e del suo calore,………(Mario)
………e non sapevo ieri di quanta strada avrei dovuto fare
quanta pazienza avrei dovuto perdere
quanto lavoro avrei dovuto organizzare
per irtrovarmi a un passo da te……..(ferni)
la consapevolezza di sè e del mondo che da giovani manca.
grazie
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21:06 6 ottobre 2009
| borablu
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| Ospite
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prova a invertire le due citazioni…
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11:24 7 ottobre 2009
| fernirosso
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| Ospite
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devo ringraziare Mario se è nato il mio percorso a ritroso, per ritrovarmi comunque, dopo il giro, nello stesso punto del cerchio in cui si trova lui,girando dall'altro senso.
Grazie a Mario e agli altri.f
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