Utente | Messaggio |
20:23 28 ottobre 2009
| Massimo Guisso
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| Ospite
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“A noi
morte apparecchi riposato albergo
ove una volta la fortuna cessi” e proprio qui mi siedo,
a scarabocchiare l’unico metallico tocco della campana fessa,
lasciando affogare una coccinella nella gamella col pennello della barba,
ma io vivo così, la spada piantata nelle mani giunte, aspettando, sic,
un’ ansia senile, quasi come fosse rabbia giovanile o l’ ispirazione,
mentre già la mia bara scende giù nella fossa in giardino
e pogando mando a farsi fottere pure il becchino.
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21:36 28 ottobre 2009
| Rose
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| Ospite
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Benritrovato, Massimo. Noto che sei in linea con la stagione
Guarda cosa ti metto:
gioco, gioco gioco …. scuola, scuola, scuola …. primo amore, breve felicità, rottura, scuola, scuola … idealismi, sforzi, rigetto, fallimento, compromessi, lavoro, lavoro, lavoro … poco gioco … lavoro, lavoro, lavoro … pesnsione, gioco, morte.
Breve compendio della vita. Ma sarà proprio così? :-D
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22:36 28 ottobre 2009
| admin
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| Amministratore
| messaggi3520 | |
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Ohilà, Mr. Guisso! è un piacere e un onore sentire la tua voce!
piaciuto, come sempre, lo stile del tuo testo – in sintonia con il periodo - e i versi
aspettando/…un’ ansia senile, quasi come fosse rabbia giovanile o l’ ispirazione,…
suonano forti di voce e di spirito.
Da apprezzare le allitterazioni ben marcate del quinto verso, mentre la rappresentazione che viene da:
vivo così, la spada piantata nelle mani giunte
è raffigurazione efficace di uno stato mentale, una proiezione metaforica ricca di significato.
Rose, non voglio rispondere alla tua domanda…(retorica?)
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22:58 28 ottobre 2009
| Manfredi
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| Ospite
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rispondo io a Rose:
no, la vita non è proprio così. perchè, anche se è vero che, per tutti quanti, quello che hai riportato è effettivamente il succedersi cronologico e quantitativo dello svolgersi dell' esistenza, manca nel computo, l' elemento qualitativo.
tutto quel work work work per esempio, non esprime l' aspetto positivo del lavorare (lo so bene, non vale per tutti, ma per molti sì) nè la soddisfazione che il lavoro può dare. in altre parole, ciò che viene eliminato dalla lista è l' aspetto emozionale del vivere, appiattendo tutto in una dimensione limitata e limitativa.
in ogni caso, la "vignetta" è simpaticamente provocatoria
Mister Guisso, credo d' aver brevemente incrociato lei e i suoi versi in altro sito e ricordo d' aver apprezzato i suoi lavori (anche in prosa) come le traduzione che in quel posto, ne erano state fatte.
in questa poesia c' è un' alternanza di toni, fra tutti prevale quello della riflessione esistenziale personale, nella coscienza di ciò che vivere comporta, arricchito da accenti ironici che forniscono al discorso una sottolineatura di robusta consapevolezza.
apprezzata anche questa.
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08:35 29 ottobre 2009
| sandra
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Ho da dire un sacco di cose:
1) benvenuto al signor Guisso
2) poverina quella coccinella, non si potrebbe toglierla da lì?
3) pogando pogando, guarda dove sei finito
Ah!ah! questi argomenti allegri tirano fuori il peggio di me.
La poesia è interessante, però. Mi è piaciuta molto quella "spada piantata nelle mani giunte". Per quanto riguarda la vignetta di Rose, vi informo che io sono ancora nella fase play, play, play, play…
E poi, qualcuno mi vuola spiegare come si citano gli altri nei riquadri verdini ??
Basta. Vado a lavorare. Ciaooooo
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10:28 29 ottobre 2009
| Pietro
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| Ospite
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Niente di meglio dei "Sepolcri" di Foscolo, per parlare della morte.
Ho apprezzato la citazione ed anche i versi successivi, molto pregnanti.
Il parallelo "ansia senile – rabbia giovanile" è un capolavoro di ironia che alla mia età si vorrebbe veritiero.
Perplessità sul "pogando", forse un neologismo…Del resto, l'ultimo verso è di stampo molto moderno, vedo.
Complimenti a questo giovane autore che ancora non conoscevo. Pietro
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