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Edoardo Sanguineti

UtenteMessaggio

22:37
19 maggio 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

Esponente di punta della neo-avanguardia del Gruppo 63, è autore di poesie in cui la dissoluzione del linguaggio, raggiunta attraverso la commistione delle forme linguistiche, intende porsi come registrazione della crisi storica dell'ideologia borghese, politica e letteraria.

Ha scritto 

- romanzi in cui prevalgono un sistema ludico di smontaggio delle tradizionali forme narrative e una volontà di recupero del linguaggio 'basso'

- libretti per le musiche di Luciano Berio, soggetti per balletti e una riduzione dell'”Orlando furioso” di Ariosto per la regia teatrale di Luca Ronconi. Ha collaborato, con i suoi testi, con molti musicisti

- un buon numero di saggi. Studi alighieriani sono “Interpretazione di Malebolge” (1961), “Il realismo di Dante” (1965). Indagini sulla letteratura tra XIX e XX secolo i volumi “Tra liberty e crepuscolarismo” (1961), “Guido Gozzano” (1966). La tendenza a privilegiare un filone di ironica contestazione dei canoni letterari è anche evidente nella polemica antologia “Poesia del Novecento” (1969)

Identikit

mi autoproduco, fragile, mi clono,
stacco me da me stesso, e a me mi dono:

mi autodigitalizzo, ologrammatico,
replicandomi in toto, svelto e pratico:

mi automaschero e, assai plasticamente,
sindonizzo il mio corpo, e la mia mente:

mi autoregistro, ormai, se mi iconizzo,
cromocifrato in spettro – e mi ironizzo

da Mikrokosmos. Poesie 1951-2004, a cura di Erminio Risso, Feltrinelli, 2004. 

dmk

22:42
19 maggio 2010


Manfredi

Ospite

c' è un passaggio di Francesco Longo su Sanguineti che mi è parso interessante. riporto qui solo la parte iniziale (chi è interessato può trovare l' intervento completo in 

http://www.nazioneindiana.com/…../#comments )

L'intervento di Sanguineti che proponeva di restaurare “l'odio di classe” non mi ha stupito. Ho incontrato le idee di Sanguineti all'università, e come tutti, credo che i suoi saggi su Pascoli, su Gozzano o sul liberty siano imprescindibili per chi studia il Novecento. È affascinante il suo atteggiamento radicale, la sua tensione politica, la sua avversione verso i compromessi, e il fatto che sia simpatico: un vecchietto ruvido ma pieno di humor. Tuttavia, negli anni, mi sono convinto che egli odiasse la letteratura, così quando l'ho sentito parlare di odio di classe mi è dispiaciuto, ma un po' me lo aspettavo. Uno che ha ribadito infinite volte che il romanzo è borghese e che bisognava far fuori il romanzo, prima o poi può finire per dire quelle cose. Se guardo allo stato attuale della letteratura italiana, penso che le idee di Sanguineti siano state più che profetiche, responsabili dello stato attuale del romanzo italiano. In Italia la forma romanzo è stata mortificata da attacchi precisi della neo-avanguardia che hanno impedito un laboratorio di alto livello. Chi poteva far crescere il romanzo lo ha abbandonato, considerandolo un binario morto, e volgendo lo sguardo altrove. E se oggi il romanzo è affidato a Giorgio Faletti, o a Susanna Tamaro, o ai giallisti è colpa anche di Edoardo Sanguineti…

22:54
19 maggio 2010


Manfredi

Ospite

La ballata delle donne
parole da una poesia di Edoardo Sanguineti, musica Massimiliano D'Ambrosio

Quando ci penso, che il tempo è passato,

le vecchie madri che ci hanno portato,

poi le ragazze, che furono amore,

e poi le mogli e le figlie e le nuore,

femmina penso, se penso alla gioia

pensare al maschio, pensarci mi annoia.



Quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso alla pace
pensare al maschio, pensarci non piace.

Quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire.

Perchè la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra
ed è la terra, in cui fui seminato,
vita vissuta che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente.

Femmina penso, se penso l'umano
la mia compagna, la prendo per mano.  



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