Utente | Messaggio |
23:12 12 luglio 2009
| admin
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| Amministratore
| messaggi3520 | |
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Sintomi
Non mi piace il mio stato mentale, Sono amara, querula e sgarbata. Odio i miei piedi, odio le mie mani, Non mi interessano le terre lontane. Temo la luce dell'alba; La notte, odio andare a letto. Maltratto la gente per bene. Non sopporto lo scherzo più blando. Non trovo pace né in quadri né in libri. Il mondo per me è spazzatura. Sono disillusa, vuota e confusa. Per quel che penso, dovrei stare in galera. Non sto male, non sto bene. I sogni di un tempo sono andati. La mia anima è a pezzi, lo spirito duole, Non mi piaccio neanche un po'. Cavillo, litigo, mi lagno e mi lamento. La casa mi sta stretta. L'idea di un uomo mi fa star male… Sono certo sul punto di innamorarmi di nuovo.
 
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09:16 14 luglio 2009
| stella
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| Ospite
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Questi versi descrivono perfettamente lo stato che precede l'innamoramento.
O meglio il senso di insoddisfazione, di non compiuto, che si può sentire quando non si è innamorati.
E' un periodo in cui su può essere più vulnerabili e a dire il vero si possono prendere  lucciole per lanterne, si può scambiare un grande bluff per un grande amore.
Ma tutti ci possiamo cascare, siamo talmente assetati di amore che a volte ci lasciamo fuorviare.
Però………….a costo di essere retorica devo dire che è meglio lasciare sempre il terreno un pò umido per ricevere il seme dell'amore.
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22:07 14 luglio 2009
| Manfredi
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| Ospite
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tutto vero quello che dici, Stella
quando manca l' amore, quando non si è innamorati, si ha un senso di non – completo, di insoddisfatto: generalmente, tranne le eccezioni che confermano la regola.
La poesia della Parker indica questo sentirsi in modo eccellente.
Sapete, mi ha fatto venire in mente una cosa che non c' entra niente :avete presente lo splendido incipit di Moby Dick?
Beh, questi versi me lo ricordano…
anche lì era insoddisfazione, provare senso di incompletezza… e quindi bisogno di andare lontano per esorcizzare il tutto.
A tutti/e un saluto
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22:15 14 luglio 2009
| admin
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| Amministratore
| messaggi3520 | |
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Dedicato a Manfred che si sente solo
… Ogni volta che m'accorgo di atteggiare le labbra al torvo, ogni volta che nell'anima mi scende come un novembre umido e piovigginoso, ogni volta che mi accorgo di fermarmi involontariamente dinanzi alle agenzie di pompe funebri e di andar dietro a tutti i funerali che incontro, e specialmente ogni volta che il malumore si fa tanto forte in me che mi occorre un robusto principio morale per impedirmi di scendere risoluto in istrada e gettare metodicamente per terra il cappello alla gente, allora decido che è tempo di mettermi in mare al più presto. Questo è il mio surrogato della pistola e della pallottola. Con un bel gesto filosofico Catone si getta sulla spada: io cheto cheto mi metto in mare. Non c'è nulla di sorprendente in questo. Se soltanto lo sapessero, quasi tutti gli uomini nutrono, una volta o l'altra, ciascuno nella sua misura, su per giù gli stessi sentimenti che nutro io verso l'oceano.
H. Melville, Moby Dick
 
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22:22 14 luglio 2009
| Manfredi
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| Ospite
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merci beaucoup
many thanks
grato, ringrazio 
dai, c' è qualcosa che accomuna i 2 testi, no?
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22:33 16 luglio 2009
| admin
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| Amministratore
| messaggi3520 | |
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sì, c' è qualcosa, Manfred: un senso di irrequietezza, il non star bene dove si é, con chi si é, con se stessi. Da qui, la ricerca del cambiamento.
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23:09 16 luglio 2009
| Manfredi
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| Ospite
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proprio.
the change
il cambiar vestito
il mutar destino
il trasformare tras-figurare
l' inquietudine in un
amore
un viaggio
un' avventura
e adesso mi viene alla mente Pessoa…, ma lascio perdere … troppo caldo
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