Grazie a tutti. In effetti, questa cosa d'essere nata e aver trascorso la mia infanzia in Svezia, ha creato anche nel mondo del lavoro non poco stupore.
Beh, Carmen Di Lorenzo, una volta “di Lorenzo”, ma questa è un'altra storia, non è che fa pensare alla svedese. Comprendo. E a pensare che in Svezia credevano che fossi spagnola o greca, perché per loro l'immagine della donna italiana è niente di meno Sofia Loren, e magari l'assomigliassi
Però, però, di “testa” per alcune cose mi sento molto svedese, come ad esempio: il rispetto per la natura e per gli animali; per la democrazia e il rifiuto di certe gerarchie e titoli. E la non chiarezza. Anche se ultimamente ho notato che l'Italia sta cambindo in questa direzione. E meno male!
Dovete sapere che ho lavorato anche in Svezia alla Alfa Rome Svenska AB, così si chiamava la filiale a Stoccolma. Quando mi assunsero, ero appena arrivata dall'Italia dove avevo terminato i miei studi.
(Ehi sì, signore e signori, ho fatto su e giù per l'Europa tante di quelle volte, che se avessi risparmiato quello che è stato speso tra i biglietti del treno e quelli dell'aereo e la benzina per la macchina, avrei avuto ora un palazzo intero di mia proprietà.)
Ero la segretaria del direttore. Ad ogni telefonata che ricevevo riportavo al direttore che il dottor tal dei tali, o lingegnere tale, l'aveva cercato.
Mi disse di non dire Ingegner Karlson, o Dottor Svenson, perché in Svezia non si usa fregiarsi del titolo di studio, anche se si è laureati. Sono tutti Signori, a parte il medico: quello soltanto è un dottore.
Mi piacque questa cosa, anche perché dove lavoro ora guai se sbaglio a chiamare dottore un ingegnere, o viceversa, anche se sono laureati in una materia che non c'entra nulla con il lavoro che fanno. Che c'entra la materia dell'ingegnere minerale in un ente pubblico che si occupa di tutt'altra cosa? Buon per lui che è laureato, ma farsi chiamare ingegnere in un ambiente in cui la sua materia non significa nulla, mi sembra un po' esagerato. Però, se le cose vanno così e se la cosa lo gratifica, continuamo pure.
Non so se mi sono spiegata bene.
Non era una favola quella, quando il nonno del re svedese, Carl Gustav Adolf VI, girava in bicicletta per le vie di Stoccolma, e ai tempi di mia madre i ministri prendevano i mezzi pubblici, ma forse qui siamo in un altro mondo.
Proprio stamattina, mentre guidavo, c'era davanti a me una delle famose “auto blu” con il passeggero di dietro. Mi son detta: ma quello lì, là dietro, non è capace a guidare da solo, forse non ha la patente???
Però, come si dice? il mondo è bello perché è vario.
Scusate, se sono una chiacchierona, però vi assicuro che sono capace anche di lunghi silenzi. Il fatto è che qui mi trovo a mio agio. :)
e allora:
Tusen tack ! (grazie mille)
Carmen