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vendere l' anima

UtenteMessaggio

18:32
21 aprile 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

Chi, il primo aprile 2010, ha acquistato qualcosa da GameStation, un negozio di giochi online, potrebbe aver commesso una leggerezza di quelle fatali: una delle clausole comprendeva la cessione dell'anima a titolo sempiterno e incondizionato. Proprio così.

Ecco cosa diceva la clausola: "Concludendo un ordine su questo sito il primo giorno del quarto mese dell'Anno Domini 2010, l'acquirente ci garantisce un'opzione non trasferibile per reclamare la sua anima immortale, ora e per sempre. Qualora decidessimo di avvalerci di tale opzione, l'acquirente accetta di cedere la sua anima immortale, e di rinunciare a qualunque pretesa su di essa, entro 5 (cinque) giorni lavorativi dal momento della ricezione della comunicazione scritta inviata da gamestation.co.uk o da uno dei suoi servitori autorizzati".

Seccante.

Non è certo la prima volta che qualcuno ci casca: la storia è piena di casi di anime perse, vendute o strappate, a partire dal Dottor Faust, passando per Keanu Reeves nell'inquietante L' avvocato del diavolo, fino ad arrivare a Homer Simpson (a cui basta in cambio una ciambella) e a Bart, che cede la propria anima all'amico Milhouse per poi pentirsene amaramente e riaverla indietro entro la fine dell'episodio.

Ma questa volta non c'è finzione. Chi ha accettato i termini dell'accordo e non ha cliccato l'apposita opzione per salvarsi (e guadagnare nel processo un buono da 5£), si prepari a rinunciare per sempre alla sua anima. E quindi, come da tradizione, alla dannazione eterna.

Paura? In realtà potete stare tranquilli: GameStation ha dichiarato che renderà il pieno possesso delle anime ai7500 ex proprietari. L'intento, oltre a realizzare un (riuscito) pesce d'aprile, era sollevare un dibattito sull'attenzione scarsissima che l'utente medio presta durante la fase di sottoscrizione di un contratto. Pare che, di tutti i clienti che in quel giorno hanno fatto acquisti sul sito inglese, solo il 12% abbia badato a non includere nel pagamento la propria essenza immortale.

A quanto pare non sanno proprio cosa farsene…

Homer vende l'anima al diavolo per una ciambella 

dmk

10:44
22 aprile 2010


Pietro

Ospite

Il problema di non leggere tutte le clausole dei contratti è piuttosto diffuso. Per quanto riguarda il vendere la propria anima, credo avvenga ogni volta che veniamo meno ai principi della coscienza, o, in nome di un presunto successo, siamo disposti a scendere a compromesso. Personalmente credo per esempio che tutte le donne che 'vendono' il proprio corpo, esponendolo come avviene normalmente sui media, in effetti, avendo rinunciato alla propria dignità, stiano vendendo l'anima.

15:12
22 aprile 2010


Rose

Ospite

In linea di principio, sono d'accordo con Pietro. La vendita avviene quotidianamente e spesso, è triste dirlo, si tratta di una svendita.

Ho trovato questa notizia:

Giovane mette l'anima all'asta su eBay

Perchè vendere l'anima al diavolo quando puoi tranquillamente cederla all'asta? E' quello che deve aver pensato Hemant Mehta, il giovane studente statunitense che ha deciso di mettere la propria anima all'asta su eBay. Un'offerta davvero stravagante, ma che nasconde anche una buona azione.

Nella sua inserzione, Hemant (22 anni), che frequenta la DePaul University di Chicago, ha infatti precisato che per ogni visita ricevuta dall'inserzione si sarebbe prestato ad un'ora di servizi… in chiesa. Per ogni 10 dollari offerti, inoltre, il giovane avrebbe dedicato alla chiesa un'intera giornata e, per 50 dollari, una settimana. Per la precisione, la chiesa menzionata dal ragazzo è una vecchia chiesa irlandese che il giovane intravede nel tragitto che ogni giorno lo riconduce a casa. Nella descrizione ''dell'oggetto'', il giovane si è dichiarato ateo dall'età di 14 anni ed editore di una newsletter che raggiunge circa 1,000 studenti atei/agnostici. Pur non credendo nella concezione religiosa dell'anima, sempre Hemant Mehta si era detto però disposto a cambiare idea sull'argomento nel caso qualcuno gli avesse dimostrato il contrario. Il paradosso? Ad acquistare ''l'anima'' di Hemant Mehta, per ben 504 dollari, è stato nientemeno che l'ex predicatore evangelico di Seattle Jim Henderson. Secondo il Wall Street Journal, il giovane dovrebbe ora collaborare al nuovo libro di Henderson.

22:35
22 aprile 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

D' accordo con Pietro, in generale.

Vendita – s-vendita di se stessi, della propria dignità, della propria essenza umana, dell' anima infine: all' ordine del giorno. 

Parlando della “vendita dell' anima” forse più famosa:

Faust è il protagonista di un racconto popolare tedesco che è stato usato come base per numerose opere di fantasia. Il racconto riguarda il destino di un sapiente (scienziato o chierico) chiamato Faust il quale, nella sua continua ricerca di conoscenze avanzate o proibite delle cose materiali, invoca il diavolo, che si offre di servirlo per un periodo di tempo, in tutto ventiquattro anni, e al prezzo della sua anima gli consentirà la conoscenza assoluta.

Lo stesso vale per Il Doctor Faustus di C. Marlowe.

Nel Faust di Goethe, Mefistofele promette a Faust di fargli vivere un attimo di piacere tale da fargli desiderare che quell'attimo non finisca mai.

Con Faust ho preso un abbaglio… è stato un errore colossale, memorabile…Quel miserabile non ce l'aveva affatto l'anima, e per questo sembrava ne traboccasse: era posseduto soltanto da un'inestinguibile frenesia progettuale, del continuo fare e disfare, senza altro scopo che l'azione di per sé stessa … "

Fernando Savater,1993, Creature dell'aria - Monologo XII  

Passando a un rimando “più leggero”, mi ricordo un film della serie Don Camillo, in cui il vecchissimo dottore in pensione di Brescello, parlando con un ateo convinto, lo sfida a vendergli l' anima, mi pare, per 100 lire (tanto dici che non esiste e dunque mi vendi qualcosa che non hai). Nel corso della storia, l' ateo pensa e ripensa alla vendita, va a farsi visitare dal medico del paese per chiedergli se “non gli manchi niente”. Il medico lo rassicura: è fisicamente a posto. Insomma, per farla breve, non trova pace, ha paura di aver dato via, in ultimo, una parte di sé (nella cui esistenza peraltro non crede) e ritrova la pace solo quando Don Camillo convince il medico a rescindere il contratto.Smile

dmk

22:23
23 aprile 2010


fernirosso

Ospite

ma per fortuna che c'è…quel diavolo di un demone! Una ne fa e un miliardo ne trama! Ancora più fortuna! Soprattutto se non mette i coperchi… così si vede fin dove è opera sue e dove di quel piccolo uomo che non gli tiene …testa.Ricordo L'ora del diavolo, di Pessoa: un libro piccolo, ma da non perdere.

 Ah…e per fortuna che c'era, in quel giardino senza via d'uscita…niente vecchiaia, niente pensieri,niente arte nè parte…niente di niente, a parte un'eternità tutta nello stesso punto.Una concentrazione…insomma! ferni

22:54
23 aprile 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

Su "L' ora del diavolo" di PessoaSmile:

Immagina di uscire da una festa, da un locale, un concerto, un ballo, e di trovarti davanti un uomo in rosso, un accompagnatore. E immagina di trascorrere il viaggio di ritorno a casa con lui, con questo ‘soggetto' misterioso, che parla di sé con naturalezza, che ti conosce ma non ne sei spaventata anzi. Perché anche tu lo conosci e i suoi discorsi ti incuriosiscono fino a sorprenderti.

Tu che hai un marito, a casa, che non bacerai rientrando dal ballo.
E un figlio che aspetta di nascere, mancano cinque, sei mesi.
Tu, ancora non lo sai, stai per passare un'ora col Diavolo.

E' più o meno questa la struttura del libro davvero piccolo, sottile, pubblicato da Voland nel 1998 e prima ancora da Edizioni Biblioteca del Vascello (1992). Il testo in realtà è una ricostruzione, e si sente chiaramente negli agganci appena accennati, nelle sottili pareti che lo compongono. Nel 1987 Teresa Rita Lopes recuperò scritti vari ‘sciolti' dal controverso baule degli inediti di Pessoa, e da lì, da questa sorta di mosaico da parole, è emersa una prosa che è un monologo diabolico, un inno al non essere e al nulla, un'ammissione di non responsabilità, una lunga e accurata risata a quella che è una delle figure più temute, idolatrate e sfruttate. Il Diavolo appunto.

- Ma com'è possibile sostenere qualcosa, negandola?
- E' la legge della vita, signora. Il corpo vive perché si disintegra senza disintegrarsi troppo. [...] L'anima vive perché è perpetuamente tentata, anche se resiste. Tutto vive perché si oppone a qualcosa. Io sono quello a cui tutto si oppone. Ma se io non esistessi, non esisterebbe nulla…

(pag.22-23) 

L'uomo non è diverso dall'animale se non per il fatto che sa che non lo è. E' la prima luce, che non è altro che tenebra visibile. E' l'inizio, poiché vedere le tenebre significa possederne la luce. E' la fine, perché vuol dire che si sa, dato che si vede, che si è nati ciechi. Così, l'animale diviene uomo per l'ignoranza che nasce in lui.

(pag.39) 

Viviamo in questo mondi di simboli, allo stesso tempo chiaro e oscuro – tenebre visibili, per così dire; e ogni simbolo è una verità sostituibile alla verità finché il tempo e le circostante restituiscano quella vera.

(pag.45) 

dmk

22:05
24 aprile 2010


Manfredi

Ospite

la svendita delle anime, come svendita di sè, esiste da quando l' uomo ha abitato la terra, penso. oggi, poi, la cosa è peggiorata come molte altre in generale (comportamenti, relazioni ecc). oggi, più che altro, si tende a ignorare il fatto che si ha un' anima o, perlomeno, a non pensarci. d' altra parte anche avere un' anima significherebbe "limitare" la libertà individuale in un qualche modo, e questo non è accettabile in tempi in cui anche il significato di libertà ha subito un' evoluzione che la vuole illimitata e, se mi è permesso, sfrenata. 



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