di Beniamino Natale
HONG KONG – Decine di migliaia di persone, 150mila secondo gli organizzatori, hanno partecipato ad Hong Kong ad una veglia in ricordo delle vittime del massacro di piazza Tiananmen avvenuto il 4 giugno di 20 anni fa. Mentre a Pechino la piazza e' stata circondata da un cordone di migliaia di poliziotti in divisa ed in borghese che hanno impedito l' ingresso ai giornalisti, nell'ex colonia britannica i sei campi di calcio del Victoria Park erano pieni di gente, soprattutto giovani, che indossavano le magliette nere con la scritta: ''4 giugno, cambiare il verdetto (la condanna del Partito Comunista Cinese, che ha parlato di un ''incidente controrivoluzionario''), dire la verita' ''.
Davanti ad un mare di candele e di lampadine che ondeggiavano nella notte, hanno parlato un ex leader del movimento studentesco del 1989, Xiong Yan, il fondatore dell'Alleanza di Hong Kong per gli studenti di Tiananmen, Szeto Wah e, in un nastro registrato, l'animatrice delle 'Madri di piazza Tiananmen' Ding Zilin, un'insegnante in pensione di 72 anni il cui figlio di 17 anni e' stato ucciso dai militari nei pressi di piazza Tiananmen il 4 giugno del 1989. La 'Madre di Tiananmen', ha accusato il Partito Comunista di aver ''usato l'economia per attirare e corrompere il popolo, la polizia per reprimere ed intimidire'' e ''tutti i mezzi per nascondere la verita' ''.
Ding Zilin ha accusato di complicita' con Pechino Donald Tsang, il capo del governo di Hong Kong, che ha dichiarato la settimana scorsa in Parlamento che ''..questo incidente (il massacro) e' avvenuto tanti anni fa…da allora il nostro Paese ha fatto impressionanti progressi in tutte le aree dello sviluppo, che hanno anche portato la prosperita' ad Hong Kong''. ''Vale a dire – ha proseguito Ding Zilin – che se l'economia segna importanti successi si puo' dimenticare anche la piu' grande delle ingiustizie''. Le Madri chiedono a Pechino di cambiare il giudizio sul movimento democratico del 1989, di dire il numero ed i nomi delle vittime e di punire i responsabili del massacro. Pechino non risponde da 20 anni alle accuse delle Madri, ma ha risposto al segretario di Stato americano Hillary Clinton, che ieri ha invitato il governo cinese a rilasciare le persone che ancora sono in prigione – una trentina secondo i gruppi umanitari -, ad aprire un dialogo con le famiglie delle vittime e a smettere i ''perseguitare'' i dissidenti. Le affermazioni del segretario di Stato, ha detto oggi il portavoce governativo Qin Gang, sono ''accuse senza fondamento al governo cinese'' e costituiscono ''una grave interferenza negli affari interni della Cina''. ''Esprimiamo – ha aggiunto il portavoce – la nostra profonda insoddisfazione e le nostra risoluta opposizione'' alle accuse della Clinton. Come decine di altri dissidenti, Ding Zilin ha passato la giornata di oggi agli arresti domiciliari, mentre altri sono stati allontanati di autorita' dalla capitale e portati ''in vacanza'' in provincia. Si ritiene che nella notte tra il 3 ed il 4 giugno 1989 centinaia di persone sia state uccise dai militari dell' Esercito Popolare di Liberazione. A Victoria Park oggi andavano a ruba le copie, ristampate in tutta fretta dopo essere andate esaurite in pochi giorni, del libro di memorie di Zhao Ziyang, il segretario del Partito che fu epurato per essersi opposto all' uso della forza contro gli studenti che per cinquanta giorni nella primavera del 1989 hanno occupato piazza Tiananmen reclamando la democrazia. Le memorie di Zhao, morto nel 2005 dopo aver trascorso 16 anni agli arresti domiciliari, sono state portate clandestinamente fuori della citta' e pubblicate da una casa editrice di Hong Kong. Il territorio, una colonia britannica fino al 1997, e' oggi una Speciale Regione Amministrativa della Cina, con un governo semidemocratico, e l' unico luogo della Repubblica Popolare nel quale e' possibile manifestare legalmente opinioni contrarie a quelle del governo di Pechino.
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