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Prahlad Jani: misticismo, sovrannaturale o truffa?

UtenteMessaggio

22:44
30 aprile 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

Afferma di vivere da 70 anni senza toccare cibo o acqua. Il suo corpo non mostra segni di denutrizione e potrebbe nascondere un segreto di cui il Dipartimento della Difesa indiano spera di impossessarsi.

Prahlad Jani è tenuto sotto stretta osservazione nell'ospedale di Ahmedabad, India. È stato ricoverato da sei giorni, e da allora non ha toccato né cibo né acqua. Il Dipartimento della Difesa lo sta monitorando con attenzione per scoprire se quest'uomo sia davvero in grado di vivere come dice: Jani afferma di non toccare alimenti solidi o liquida da settant'anni.

I dottori lo terranno sotto osservazione per altri 15 giorni, un periodo di tempo sufficiente perché, in persone normali, si verifichino cali del tono muscolare, disidratazione, perdita di peso e affaticamento. 

Jani ha raccontato la sua storia: avrebbe lasciato la casa paterna a sette anni per avventurarsi da solo nel mondo come 'sadhu errante'. Sasdhu significa letteralmente 'sant'uomo', ed è una figura della fede induista. Si ritiene che una forza vitale scorra nel corpo di questi sciamani, in grado di vivere con la sola forza spirituale. 

Jani crede di essere sostenuto da una dea che lo nutre con un 'elisir' attraverso un buco nel suo palato. Le analisi di un medico specialista in studi sul sovrannaturale hanno confermato le sue capacità di vivere senza sostentamento ma altri medici non hanno voluto saperne, bollandolo come un 'truffatore di povera gente'. 

dmk

00:31
1 maggio 2010


lucia

Ospite

Se devo essesre sincera io non credo a queste cose, possono essere vere ma sono mooolto scettica. Non mangiando per 70 non avrà mai avuto problemi di diete(scusate la battuta ironica)

07:59
1 maggio 2010


Rose

Ospite

Bèh, si sa che alcuni di questi brahmini, attraverso una pratica continua e una disciplina ferrea, riescono a rallentare di molto il metabolismo, ma non prendere proprio niente, niente, né cibo né acqua, MAI, mi pare eccessivo.

Mi chiedo anche, a che scopo tutto questo? Surprised

Sì, sì, le pratiche ascetiche, la spiritualità … ma perchè Dio richiederebbe simili sacrifici?

11:18
1 maggio 2010


Pietro

Ospite

Le pratiche ascetiche cui accenna Rose non sono estranee  alla cultura occidentale. Anche il Cristianesimo ha avuto i suoi mistici, persone che vivono la propria fisicità come una pesante zavorra e tendono all'unione perfetta con Dio. Se poi sia Dio a richiederlo, non so… Certo, si tratta di individui eccezionali.

15:16
1 maggio 2010


Rose

Ospite

A proposito dei mistici e dei fenomeni a loro legati, che dire ad esempio dell'estasi mistica, rappresentata anche nell'arte?

Estasi

Secondo alcuni teologi si tratta di un fenomeno interiore che rientra nel normale sviluppo dei gradi di preghiera mistica e costituisce un “normale” sviluppo della vita cristiana. Come fenomeno esterno, in realtà, si parla di estasi come di uno stato alterato di coscienza, o secondo una definizione più classica “di un sopore soave e progressivo fino a giungere alla totale alienazione dei sensi”. L'estatico, sebbene non veda, non oda, non senta nulla, non è addormentato, né morto. Il suo volto è radiante e come trasportato in un altro mondo. Il termine “estasi” suggerisce una specie di uscita e permanenza fuori di se stessi: l'anima esce (o prescinde) dai sensi corporali per fissarsi immobile nell'oggetto soprannaturale che attrae e assorbe le sue potenze. 

Secondo la psicologia, che parla di uno stato alterato di coscienza, si può raggiungere l'estasi mediante forze destabilizzanti lo stato ordinario di coscienza. Ad es., corse estenuanti, fame o sete, privazione del sonno, stimoli sonori intensi, deprivazione sensoriale, danza ininterrotta, iperstimolazione sensoriale, meditazione, ripetizione ossessiva di parole o frasi. «I mistici», scrive A. De Vincentiis, «erano spesso sottoposti all'azione delle forze riportate» sopra. «Essi, infatti, per penitenza erano soliti privarsi di cibo e sonno oppure rimanevano in uno stato di meditazione per ore, ripetendo ossessivamente le stesse preghiere. Situazioni del genere, sommate a una personalità problematica, alla fede religiosa, alle astinenze sessuali, al contesto sociale e culturale, agiscono sinergicamente, creando una modificazione della coscienza che si carica di tematiche mistico-trascendentali. A nostro avviso, questa è la vera essenza dell'esperienza estatica»

Secondo alcuni studiosi della psicoanalisi come Marie Bonaparte l'esperienza dell'estasi mistica è da intendersi in termini di pulsione erotica che si esprime sublimandosi nel deliquio dell'afflato spirituale; questa interpretazione ha condotto la critica a sottolineare in quest’opera di Bernini la bellezza sensuale ed ambigua dei protagonisti, avvalorando così la possibilità di una sua lettura in termini psicanalitici.

19:15
1 maggio 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

Giusto, Rose: l' estasi.

L' estasi di Santa Cecilia

Nonostante la diversità delle culture e dei popoli in cui l'estasi è stata sperimentata, le descrizioni circa il modo in cui essa viene raggiunta risultano straordinariamente simili. Si afferma di provare in questi momenti una sorta di annullamento di sé, e di identificazione con Dio o con l'"Anima del mondo". 

In proposito ho trovato un articolo di un certo interesse (per me) in

http://www.riflessioni.it/dal_…..panico.htm

Parlando di pratiche ascetiche mi sono veniti in mente anche gli stiliti

ossia quei monaci cristiani anacoreti che vissero nel vicino Oriente  a partire dal V secolo. Avevano la particolarità di trascorrere la propria vita di preghiera e penitenza su una piattaforma posta in cima ad una colonna, rimanendoci per molti anni e spesso sino alla morte. Questa pratica voleva essere anche una testimonianza, una pubblica dimostrazione di fede.

Lo stilita, con la sua posizione "onnisciente", voleva simboleggiare se stesso come monito "vivente" per chiunque sapesse o vedesse la sua condizione di vita.

dmk

19:58
1 maggio 2010


Pietro

Ospite

Molto interessanti, care signore, le informazioni che avete portato. Dall'articolo citato da Daniela:

Estasi: dal greco = stato di "stupore della mente"; oppure = "uscire fuori da sé".
E' una forma particolare di esperienza psicologica caratterizzata da un forte senso di espansione, dall'impressione di essere improvvisamente catapultati fuori dal contesto percettivo abituale e di entrare in altre e più ampie dimensioni.
E' frequentemente associata ad esperienze religiose di tipo mistico, anche se si ammette la possibilità di estasi estetica o di stati di coscienza particolarmente elevati, non necessariamente religiosi, definiti "esperienze vertice" o, secondo la definizione poetica di Roman Rolland, "sentimento oceanico".
E' generalmente intesa come un'esperienza di trascendenza nel senso che induce il senso di scavalcamento dei limiti dell'individualità personale per espandersi fuori di sé, in comunione con ciò che può essere chiamato Totalità, Infinito, Dio, a seconda del contesto culturale/religioso in cui viene considerata.
Può essere definita come uno stato alterato di coscienza in cui la mente (intesa come insieme di funzioni quali attenzione, memoria, consapevolezza) ed il cervello funzionano in modo diverso dalla coscienza abituale dello stato di veglia.
L'esperienza psicologica di uscita da sé che ne deriva è caratterizzata da piacevole sensazione di unitarietà della coscienza, nella quale è stata superata la molteplicità dei sensi, dei concetti e di ogni altro contenuto empirico, così che si sperimenta solo una vuota e gioiosa unità.

Ma anche:

Esistono studi secondo cui ci sarebbe un nesso tra esperienza precoce di lutto e chiamata mistica, come David Auerbach propone: quando la perdita di un genitore o di un sostituto parentale sopraggiunge in una fase molto precoce della vita, può rafforzarsi un doloroso senso d'abbandono che può indurre alla ricerca successiva del "Tu eterno"; ci sarebbero alcuni esempi: Teresa d'Avila cominciò la vita religiosa all'età di dodici anni, con la morte della madre; Giovanni della Croce, il cui padre morì pochi mesi dopo la nascita del figlio; Martin Buber fu abbandonato dalla madre quando aveva solo tre anni.

La vita mistica sarebbe quindi anche un modo di diminuire l'agonia della separazione, di attenuare il dolore della perdita, di ridurre la tristezza del lutto, il che non significa necessariamente che sia solo una ‘strategia consolatoria’ dell'Io. Semmai ciò testimonia come l'esperienza del dolore, della mancanza, sia elemento essenziale all'estasi quale percezione della totalità.

17:54
2 maggio 2010


francmec

Ospite

Qualcuno ptrebbe chiedersi: "e che campa a fare?".

Successe davvero a mio zio, medico, che proibì a un suo paziente di bere vino come condizione essenziale per sopravvivere. Si sentì rispondere: "dottò, ma se non bevo il vino, che campo a fare?".

Il discorso sull'estasi esercita un certo fascino. Interessante è anche la cosiddetta e"stasi creativa", quella degli artisti e dei matematici. Sull'argomento ho trovato interessante il piacevole libro di Stainer "grammatiche della creazione", un po' lungo, ma scritto molto bene.

13:22
3 maggio 2010


Rose

Ospite

Buffo che, alla fine, tutto avvenga, a livello cerebrale, in termini di fenomeni elettro-chimici.

19:25
3 maggio 2010


francmec

Ospite

Non mi convince il fatto che tutto avverrebbe in termini elettrochimici. Certamente, i processi cerebrali che accompagnano le esperienze estatiche hanno natura elettrochimica. Questo, però, avviene anche nei casi delle altre sensazioni, come l’innamoramentoKiss, la rabbia Yelle così via. Se ai romanisti è andata la domenica di traverso, Cryil fenomeno è stato accompagnato, certo, da reazioni fisico-chimiche delle strutture nervose cerebrali, ma una spiegazione del genere non terrebbe conto di quanto è avvenuto nella partita tanto contestata.
Quello che intendo dire è che le reazioni elettrochimiche del cervello rappresentano un possibile livello descrittivo, ma non c’è motivo di riconoscere in esse l’essenza o la giustificazione del fenomeno.

20:52
3 maggio 2010


Rose

Ospite

Naturalmente, Francesco, ci possono essere vari fattori scatenanti, ma alla fine, tutte le emozioni si traducono in fenomeni elettrochimici.

Credo che in mancanza di certi neurotrasmettitori o di altre sostanze, a livello neuronale, possa avvenire anche il contrario e cioè che un'emozione possa essere indotta … come certe forme depressive o certe malattie mentali … o no?

Certo è che il cervello è una 'macchina' straordinaria.

22:33
3 maggio 2010


francmec

Ospite

Su questo non c’è dubbio. Però la stessa cosa avviene anche in un computer: tutto quello che io sto scrivendo si traduce in impulsi elettronici che poi si trasformano nel testo che leggete. Anche in questo caso, intervenendo a livello dei circuiti elettronici è possibile alterare le parole, crearne altre che io non avevo scritto (ad esempio con un virus informatico) e così via. Ciò non toglie, però, che la descrizione di questi processi a livello di circuiti elettronici (o, se vogliamo, di hardware) non offre alcuna indicazione sul contenuto di quello che scrivo, su perché lo scrivo, ecc.

22:39
3 maggio 2010


stella1

Ospite

Signori scusate, forse salto di palo in frasca ma vorrei chiedere se qualcuno di voi conosce un movimento di pensiero che è denominato HORUS o qualcosa del genere. Pensiero o filosofia che si basa sul”energia”.Grazie

22:43
3 maggio 2010


francmec

Ospite

Non ne so niente, ma forse puoi vedere sul sito

http://www.esserediluce.it/

22:50
3 maggio 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

Non saprei, Stella. Non è che ti riferisci alla Federazione di Damanhur?

Damanhur = Villaggio di Horus.

Credenze damanhuriane 

La Selfica 

La Selfica è, secondo gli appartenenti a Damanhur, una tecnica che consente di concentrare e direzionare energie vitali e intelligenti, ma non vi sono dimostrazioni scientifiche a riguardo. Secondo i suoi sostenitori, la selfica è stata utilizzata nella mitica Atlantide e se ne troverebbero tracce nelle culture egizia, etrusca, celtica e degli antichi arabi che l'avrebbero usata fino all'VIII secolo a.C. La parola deriverebbe da una lingua molto antica, nella quale self significherebbe "spirale". La selfica creerebbe infatti strutture basate sulla spirale e sull'utilizzo di metalli, colori, inchiostri speciali e minerali in grado di ospitare energie intelligenti. Ad una struttura meno complessa basata su metalli, particolari sostanze e combinazioni geometriche, la selfica permetterebbe di sovrapporre la complessità di energie "vive". La più grande struttura selfica della terra è ospitata dai Templi dell'Umanità.Non vi sono dimostrazioni scientifiche né teorie accreditate che avvalorino tale tecnica, né riferimenti storici od anedottici sull'uso di metodi simili alla selfica in passato. Atlantide, è in stretto contatto con la comunità. Il fondatore, infatti, afferma poter viaggiare nel tempo e negli universi paralleli con un macchinario di loro fabbricazione. Altri macchinari utilizzati dalla comunità sono, ad esempio, macchinari atti a ringiovanire dalla menopausa e tornare fertili, oppure guarire dalla miopia, oppure ringiovanire gli organi interni, e la macchina che crea denaro.

Le linee sincroniche

Le linee sincroniche, secondo la filosofia della comunità di Damanhur, sono i grandi "fiumi di energia" che circonderebbero il nostro pianeta e lo collegherebbero all'universo, trasportando pensieri e idee; attraverso di esse sarebbe possibile collegarsi a qualsiasi punto del pianeta. Tutto l'universo sarebbe percorso da una grande rete di queste linee, che metterebbero in comunicazione tra loro pianeti e galassie, in particolare i pianeti dove esistano forme di vita. Anche per quanto riguarda le 'linee sincroniche' non vi sono dimostrazioni scientifiche ne' teorie accreditate che ne provino l'esistenza, neppure riferimenti a tradizioni simili…..

http://www.ercolinamilanesi.co…../dama.html

dmk

11:01
4 maggio 2010


Pietro

Ospite

Quante stramberie ipergalattiche! Surprised

Interessante la discussione su quello che avviene nel cervello, quando viviamo una forte emozione. C'è comunque sempre una parte imponderabile…

Io trovo il pensiero in sè affascinante…e anche la forza del pensiero, che condiziona e somatizza…



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