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occhio per occhio

UtenteMessaggio

18:37
21 aprile 2009


franco

Ospite

non è un modo di dire…

 

Ameneh Bahrami

 

 

“…una trentenne iraniana che vive a Barcellona, tornerà a Teheran per riscuotere il risarcimento che le spetta per la legge del taglione: la vista di Majid Movahedi, lo spasimante respinto, che le ha gettato in faccia dell’acido per aver rifiutato la sua proposta di matrimonio. Io volevo sposarla. Avevo fatto tutto il possibile perché accettasse la mia proposta. La supplicavo, ma lei non mi ascoltava. Non mi lasciò altra scelta. Pensavo che, se le avessi bruciato il volto, nessun altro uomo l'avrebbe sposata e lei avrebbe finito per accettare me”. Adesso è lei che sembra non avere altra scelta, se non quella di vendicarsi di colui che l’ha condannata all’inferno in terra, a nulla sono valse le suppliche di Majid e l’offerta di prendersi cura di lei: Ameneh vuole la sua vendetta. Come non comprenderla?
Ma é giusto o è sbagliato?
La ‘pancia’ mi dice che fa bene a volerlo sfigurare e accecare, forse lo farei anch’io nei suoi panni. Non si può perdonare chi ci distrugge la vita, in un modo tanto disumano.
Ma la testa mi dice di no, la legge del taglione fa parte di una legge barbara che ha nelle donne le sue principali vittime. Una legge
basata sugli Ahadith, con i quali si perpetra ogni nefandezza sul corpo e sull’anima femminile.
Usare la Sharia per avere giustizia, vuol dire legittimare un’arma a doppio taglio, la cui parte più affilata è quella che colpisce le donne. Majid dovrebbe pagare una pena severa, ma basata sulla legge dei giusti e non quella delle belve.
Purtroppo, in Iran vige solo la Sharia, quindi non rimarrebbe ad Ameneh, che perdonarlo e poi, magari aspettarlo in un vicolo buio…”

 

L'esecuzione con conseguente accecamento del reo, dovrà essere effettuata personalmente da lei o da altra persona da lei stessa designata, ma pare che, nonostante le numerose offerte in tal senso, lei abbia deciso di eseguire personalmente la sentenza.

Questa …”cosa”, rappresenta comunque un passo avanti nell'affermazione dei diritti della donna in Iran, che prima di questa sentenza aveva diritto ad un risarcimento impari, il 50 per cento rispetto ad un uomo, cioè avrebbe potuto accecare solo un occhio dell'aggressore.

Anno Domini 2009

 

f

 

 

21:42
21 aprile 2009


sandra

Ospite

Franco, ma t'ha mozzicato una tarantola? cosa sono queste immagini che posti!?!

Non ne abbiamo abbastanza delle brutture di casa nostra?

Andrò a vedermi un film a lieto fine, se lo trovo. Saluti.

21:49
21 aprile 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Non ti facevo così "sensibile", Sandrina! Brutte cose, orrori a non finire, in casa nostra e in case altrui, non c' è fine, bisogna esserne consapevoli.

Ma, credo, qui, è la legge del taglione a venir proposta come motivo per una riflessione.

E, penso, che sarebbe proprio ora che la suddetta legge venisse definitivamente affossata. Sharia o non Sharia. Facile a dirsi, eh?

dmk

22:27
21 aprile 2009


franco

Ospite

scusa Sandra se l'immagine del viso della povera Ameneh ti ha così turbata.

Meno male che lei non può vedere questa reazione all'apparire del suo viso, credo che ne soffrirebbe ancor più di quanto non patisca già.

Naturalmente l'ho tolta perchè non intendo ferire la sensibilità tua e di nessun altro.

Ha ragione Daniela quando dice che lo scopo del post è quello di evidenziare un principio così…diverso dal nostro usuale concetto di giustizia.

Quella ragazza potrà accecare per legge chi l'ha ridotta in quelle condizioni; da questo e per completezza d'informazione, ho ritenuto legittimo che si vedesse di “quali” condizioni si stesse parlando.

un saluto cordiale,

f

22:39
21 aprile 2009


fernirosso

Ospite

ragionando sui costi di carcerazione però una risoluzione dei casi simile a quella che attuavano una volta sarebbe meno dispendiosa e magari più incisiva…Se si veniva trovati a rubare;zac, si tagliavano le mani, se si veniva trovati a mentire e truffare:zac, taglio della lingua… Mi domando se così facendo in parlamento sarebbero più decisi  a fare e a fare bene e quanti non avrebbero più parola  in capitolo di spesa. ciao a tutti,ferni

06:47
22 aprile 2009


franco

Ospite

può essere un'interessante punto di vista.Wink

In fondo tante questioni di lana caprina sulla procedura, sui metodi, perfino sugli scopi dell'amministrar giustizia, sui limiti e sul rispetto anche della persona del reo, insomma tutto ciò che faticosamente, dal buon Verri, al Beccaria, ai grandi giuristi della tradizione, fino ai padri costituzionalisti e via via a tutto il lavorio della giurisprudenza, sembrerebbero dover cedere il passo di fronte ai più efficaci sistemi di culture che ci sorprendono nella loro così dichiarata attenzione ai fini, più che ai metodi.

Tagliar mani e lingue è senz'altro un deterrente efficace. :-D

Però, sinceramente, pensare che in questi giorni, in un grande Stato come l'Iran, qualcuno, sia pure un orribile sfregiatore, verrà prima anestetizzato (che sensibilità) poi gli si terranno gli occhi aperti e una persona, non un boia di stato, ma la stessa vittima, farà cadere sui suoi occhi alcune gocce di acido corrosivo, accecandolo, a me da…i brividi.

f

11:12
22 aprile 2009


stella

Ospite

Vengono i brividi anche a me……….pensando, però, a quella povera ragazza sfigurata per sempre!

Il mancato sposo si meriterebbe questo ed altro.

Ma non esiste proprio che un uomo si possa permettere una simile violenza.

"Io padrone tu schiava dei miei desideri, se mi rifiuti io ti distruggo moralmente e fisicamente" 

L'acido per lui sarebbe poco.

Scusate ma anch'io certe volte ragiono con la pancia!

Ok……. rifletto e mi dico che la legge del taglione non è umana.

Non si può neanche condannare il popolo iraniano.

Fino a quando saranno educati a riconoscere solo questo tipo di legge arcaica anche la loro mentalità non cambierà.

brrrrr……per fortuna viviamo in occidente!

12:42
22 aprile 2009


franco

Ospite

Hai ragione Stella,

Che il gesto di quel criminale sia orribile, penso non ne dubiti proprio nessuno;

Ha ridotto il viso di quella ragazza in modo tale da far “fuggire” persino Sandra!

credo però che ci sia una qualche differenza tra l'orrore che giustamente ci suscita il gesto efferato di un singolo, e quando la stessa cosa viene prescritta per legge dall'autorità e dall apparato giudiziario di uno Stato.

Il mio post, voleva solo riferire un fatto di cronaca (ne hanno parlato in uno special televisivo pochi giorni fa e le interviste erano persino più inquietanti).

Inoltre trovavo interessante che la strada del raggiungimento della parità dei diritti, passasse anche attraverso questa decisione, la prima in tal senso emanata in Iran.

Due occhi ciechi in cambio di due occhi ciechi, senza distinzione di sesso.

Una conquista tragica, ma pur sempre un passo avanti.

f

16:13
22 aprile 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Dall' intervista a Ameneh Bahrami – 7 marzo 2009 -

"… Come è nato il desiderio di vendicarsi?

«Io non voglio vendetta. Ma solo che altre persone non soffrano come me». 
Però lei ha chiesto al governo di poter accecare Majid…
«Io voglio una punizione forte. Ho scritto 20 lettere al tribunale per chiedere la legge del taglione. Non la danno facilmente. Prima mi hanno detto che lui doveva indennizzarmi, poi che potevo avere solo un suo occhio».
Perché?
«Perchè nel mio paese c’è una legge per la quale una donna vale la metà di un uomo. Ma con un occhio si può vivere facilmente. Allora ho insistito e mi hanno detto che avrei dovuto pagare 20 mila euro che io non avevo. Ma lui non mi ha solo accecato completamente. Io ho bruciature su tutto il corpo (fa vedere le braccia), ho perso i capelli fino a metà testa, non ho palpebre. E alla fine il tribunale lo ha capito e mi ha detto finalmente di sì».
Come ha ricevuto la notizia?
«Con sollievo, non voglio che fatti simili si possano ripetere su altre donne». 
Chi eseguirà la sentenza?
«Io non posso, non vedo. Ma in base alla legge ci sono molte persone che lo possono fare per me. Mia madre, i miei amici, le mie compagne di università si sono offerti. Persone sconosciute mi mandano messaggi con il loro numero di telefono. Mi dicono “lo faccio io”. In Iran tutti sanno della mia storia. E quando hanno visto la mia faccia molti si sono indignati. I giornali mi danno ragione. Anzi, molti credono che la pena sia blanda».

Qui in molti considerano l’accecamento del suo aguzzino una pena barbara…
«Se faccio una cosa barbara per preservare altre vite non mi importa. Poi lo anestetizzeranno, dicono che non sentirà quasi niente».
La famiglia di Majid le ha chiesto di ucciderlo.
«Sì, ma io preferisco accecarlo. Poco prima del mio, ci sono stati due casi simili ed il governo ha usato la pena di morte. Ma evidentemente non è servito. Ed io adesso ho paura degli uomini iraniani. Molti sono malvagi come Majid. Rubano donne, le uccidono. Vedendo quello che accadrà dovranno provare paura».
Ha ricevuto critiche per la sua decisione?
«Si, soprattutto qui in Europa. Ma voi non vivete in Iran, dovreste conoscere Majid. Non mi ha mai chiesto scusa. Neanche la sua famiglia. Lo scorso settembre in tribunale mi ha visto e si è messo a ridere di me. Allora mi sono detta: tu devi soffrire. Fino a quando vivrai dovrai soffrire». 

dmk

18:04
1 maggio 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Anche oggi, 1 Maggio, si torna a parlare di Sharia:

Delara giustiziata

Delara Darabi, la pittrice di 23 anni condannata al patibolo per la complicità in un omicidio commesso nel 2003, quando aveva solo 17 anni, è stata giustiziata nella prigione di Rasht, in Iran. E' stata uccisa di mattina presto, di venerdì, giorno sacro per gli islamici. E senza che ne fosse data notizia al suo avvocato né alla sua famiglia, secondo quanto spiega Mohammad Mostafaei, un avvocato attivo nel campo dei diritti umani.

E' stata impiccata nonostante un movimento di pressione internazionale che raccoglie attivisti per i diritti umani di varia provenienza avesse ottenuto un rinvio dell'impiccagione. Si era parlato di una dilazione di due mesi, rispetto alla data del 20 aprile nella quale era stata fissata inizialmente l'esecuzione. Invece il boia ha atteso solamente dieci giorni, poi ha calato il cappio.

opera di Delara Darabi, realizzata in carcere

l provvedimento di rinvio era stato certificato dal capo della magistratura di Teheran, l'ayatollah Mahmud Hashemi Shahrudi, che aveva parlato di una sospensione «per un breve periodo di tempo» per dare modo alla famiglia della vittima di riflettere sulla richiesta di perdono avanzata dai genitori di Delara. Shahrudi non aveva però annullato l’esecuzione, come richiesto invece dalle associazioni dei diritti umani e dagli attivisti iraniani. Iran Human Rights, Amnesty International e le altre associazioni che si erano battute per la sua salvezza – puntando soprattutto sulla minore età della ragazza all'epoca dei fatti – avevano parlato di possibili violazioni della legge internazionale.L'Iran ha ratificato la Convenzione Onu per i diritti dell'infanzia, che per l'appunto vieta la pena di morte per i minorenni. Ma di fatto ancora non ne segue le indicazioni: un'ipotesi di normativa per dare applicazione concreta alla Convenzione è stata redatta dalle autorità giudiziarie iraniane e trasformata in un progetto di legge che stabilisce pene più leggere per i minori. Ma il provvedimento è ancora fermo in parlamento.

La legge iraniana è basata su una interpretazione della Sharia e prevede che un condannato a morte per omicidio possa avere salva la vita se i familiari della vittima concedono il perdono. Di solito ciò avviene in cambio di un risarcimento in denaro. Questo però non è avvenuto. Già in passato i parenti della donna uccisa – una cugina del padre di Delara, che nel 2003 aveva 58 anni -, avevano rifiutato questa opzione. Una posizione che non è cambiata, nonostante i giudici abbiano concesso loro qualche giorno in più di riflessione. Delara proviene da una famiglia benestante e i suoi genitori si erano offerti di pagare il cosiddetto «prezzo del sangue», l'indennizzo ai parenti della vittima, primo passo per arrivare a quel perdono formale che avrebbe permesso di fermare l'esecuzione. Ma la famiglia della donna uccisa non ne ha voluto sapere.

L'avvocato di Delara, Abdolsamad Khoramshahi, dal quotidianoEtemad aveva parlato di errori nella gestione del caso da parte dei giudici. Il legale avrebbe anche raccontato di come la donna sarebbe stata anche drogata dal suo compagno di allora. Delara si era infatti inizialmente addossata le responsabilità per quanto accaduto. Dopo il processo di primo grado, aveva ritrattato la sua confessione e aveva raccontato una nuova verità. Aveva parlato di come, con il suo gesto, avesse cercato di coprire l'allora compagno, di due anni più vecchio di lei, autore materiale dell'omicidio. Ma non è riuscita a convincere i magistrati della sua innocenza e nel febbraio del 2007 la Corte suprema di Teheran, ritenendola comunque coinvolta attivamente nell'assassinio e non accettando l'idea che fosse stata una semplice testimone, aveva confermato la sentenza.

«L'esecuzione di Delara è stata possibile perché l'Iran continua a pensare di poter agire da sola e che le reazioni internazionali siano solo parole e non abbiano conseguenze - dice Mahmood Amiry-Moghaddam, portavoce di Iran Human Rights -. Delara è il simbolo di tutti i minorenni in carcere ed è ora che Teheran paghi le conseguenze per una violazione della convenzione sui diritti dell'infanzia che pure ha sottoscritto. L'Onu deve fare in modo che quei principi trovino attuazione e non siano semplicemente un pezzo di carta».

In Iran ci sono attualmente 150 minorenni in attesa di condanna a morte.

dmk

18:07
1 maggio 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

dmk

21:55
1 maggio 2009


franco

Ospite

OCCHIO PER OCCHIO e IL MONDO DIVENTA CIECO

(Gandhi)

f



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