Utente | Messaggio |
22:59 2 giugno 2009
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Il “sirtaki” o "ballo di Zorba" di Mikis Theodorakis: dedicato alla passione e all' ottimismo
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09:04 3 giugno 2009
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a proposito di Monicelli, un film che ho visto e rivisto lo considero una chicca con un cast di attrici bravissime.
Declino di una famiglia del latifondo toscano (Grosseto) che gestisce un'azienda agricola e in cui contano (e lavorano) soprattutto le donne. Grande film borghese che arricchisce il povero panorama del cinema italiano degli anni '80 per il sapiente impasto di toni drammatici, umoristici e grotteschi, la splendida galleria di ritratti femminili, la continua oscillazione tra leggerezza e gravità, il modo con cui – senza forzature ideologiche – sviluppa il discorso sull'assenza, la debolezza, l'egoismo dei maschi. Scritto dal regista con Suso Cecchi D'Amico, Tullio Pinelli, Benvenuti e De Bernardi.
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12:17 3 giugno 2009
| Gio
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Ladri di biciclette
Considerato il capolavoro assoluto di De Sica e tratto dal libro omonimo di Luigi Bartolini, il film fu sceneggiato da Cesare Zavattini. La Roma del 1948, non mero sfondo della vicenda bensì protagonista insieme ai personaggi principali, è una città devastata dalla guerra che ha iniziato appena il lento cammino verso la ricostruzione. Siamo a Val Melaina, estrema periferia, dove i nuovi fabbricati ospitano famiglie povere, sulle quali la ferita sociale della guerra si ripercuote in modo più forte. Antonio Ricci, operaio, padre di famiglia, dopo un lungo periodo di disoccupazione, ottiene finalmente un lavoro come attacchino municipale. Il lavoro richiede però l'uso della bicicletta che Antonio ha impegnato al Monte di pietà. Riscattata la bicicletta a prezzo delle lenzuola di casa, dalle quali la moglie Maria si separa sperando nello stipendio futuro del marito, Antonio fa appena in tempo ad attaccare il manifesto cinematografico di Rita Hayworth allorché due balordi gli rubano la bicicletta. Inizia così un mesto pellegrinaggio per Roma, in compagnia del figlioletto Bruno. Antonio s' imbatte nell'indifferenza generale, dapprima al commissariato dove gli agenti hanno tutt' altri problemi che ritrovare la bicicletta di un poveraccio, poi a Piazza Vittorio e a Porta Portese, mercati della povera gente, dove ognuno fa quel che può per arrangiarsi. La ricerca prosegue per le vie di una città affollata e noncurante, Antonio insegue in chiesa un povero vecchio nella speranza di avere informazioni sulla sua bicicletta, durante la messa una signora con cappellino bianco e veletta distribuisce con aria di sufficienza dei buoni per mangiare. Il girovagare sommesso diventa disperato; Antonio, davanti allo stadio, decide di rubare una bicicletta, ma viene inseguito e catturato dalla folla. Solo le lacrime di Bruno gli evitano il carcere. Antonio e Bruno si avviano verso la strada della disperazione, la città si fa buia e ostile.
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22:20 4 giugno 2009
| franco
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kaos, dei fratelli Taviani
l'episodio della giara, una splendida interpretazione di Franco e Ciccio.
f
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22:26 4 giugno 2009
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"Io [...] sono figlio del Caos; e non allegoricamente, ma in giusta realtà, perché son nato in una nostra campagna, che trovasi presso ad un intricato bosco denominato, in forma dialettale, Cavasu dagli abitanti di Girgenti, corruzione dialettale del genuino e antico vocabolo greco Kaos."
L. Pirandello
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09:03 5 giugno 2009
| stella
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09:10 5 giugno 2009
| stella
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Daniel Day-Lewis Io continuerò a lottare nel nome di mio padre e nel nome della verità!
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11:43 5 giugno 2009
| Elina
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dal film L' attimo fuggente:
Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassu'. Non vi ho convinti? Venite a veder voi stessi. Coraggio! E' proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un'altra prospettiva.
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12:30 5 giugno 2009
| admin
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L' Attimo fuggente è un film splendido, visto e rivisto un' infinità di volte.
La citazione di Elina è una fra le tante validissime che compaiono nello script, contiene una verità fondamentale e dovrebbe, a mio parere, entrare a far parte dei curricula come argomento di studio e riflessione. Non si possono effettuare scelte, se non si è consapevoli delle diverse prospettive. L' educazione scolastica dovrebbe promuovere anche questo (in parte viene fatto, ma senza troppa convinzione da parte di molti) e combattere la pietrificazione su un unico punto di vista preso come assoluto. Il che poi non è altro che incitare a ragionare e ragionare e ancora ragionare sulle diverse facce delle questioni.
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15:10 5 giugno 2009
| Gio
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