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UtenteMessaggio

12:57
7 maggio 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

«È immorale usare la domanda legittima di sicurezza per tornare 70 anni dopo alle leggi razziali nel nostro Paese. »

http://www.corriere.it/ – 6 Maggio 2009

Dopo aver letto e sentito quanto sopra, ho ritenuto doveroso andare a rinfrescarmi le idee sulle citate leggi razziali italiane.

Il testo del Manifesto della Razza

Il 5 agosto 1938 sulla rivista La difesa della razza viene pubblicato il seguente manifesto:

 

Il ministro segretario del partito ha ricevuto, il 26 luglio XVI, un gruppo di studiosi fascisti, docenti nelle università italiane, che hanno, sotto l'egida del Ministero della Cultura Popolare, redatto o aderito, alle proposizioni che fissano le basi del razzismo fascista.

  1. LE RAZZE UMANE ESISTONO. La esistenza delle razze umane non è già una astrazione del nostro spirito, ma corrisponde a una realtà fenomenica, materiale, percepibile con i nostri sensi. Questa realtà è rappresentata da masse, quasi sempre imponenti di milioni di uomini simili per caratteri fisici e psicologici che furono ereditati e che continuano ad ereditarsi. Dire che esistono le razze umane non vuol dire a priori che esistono razze umane superiori o inferiori, ma soltanto che esistono razze umane differenti.
  2. ESISTONO GRANDI RAZZE E PICCOLE RAZZE. Non bisogna soltanto ammettere che esistano i gruppi sistematici maggiori, che comunemente sono chiamati razze e che sono individualizzati solo da alcuni caratteri, ma bisogna anche ammettere che esistano gruppi sistematici minori (come per es. i nordici, i mediterranei, ecc.) individualizzati da un maggior numero di caratteri comuni. Questi gruppi costituiscono dal punto di vista biologico le vere razze, la esistenza delle quali è una verità evidente.
  3. IL CONCETTO DI RAZZA È CONCETTO PURAMENTE BIOLOGICO. Esso quindi è basato su altre considerazioni che non i concetti di popolo e di nazione, fondati essenzialmente su considerazioni storiche, linguistiche, religiose. Però alla base delle differenze di popolo e di nazione stanno delle differenze di razza. Se gli Italiani sono differenti dai Francesi, dai Tedeschi, dai Turchi, dai Greci, ecc., non è solo perché essi hanno una lingua diversa e una storia diversa, ma perché la costituzione razziale di questi popoli è diversa. Sono state proporzioni diverse di razze differenti, che da tempo molto antico costituiscono i diversi popoli, sia che una razza abbia il dominio assoluto sulle altre, sia che tutte risultino fuse armonicamente, sia, infine, che persistano ancora inassimilate una alle altre le diverse razze.
  4. LA POPOLAZIONE DELL'ITALIA ATTUALE È NELLA MAGGIORANZA DI ORIGINE ARIANA E LA SUA CIVILTÀ ARIANA. Questa popolazione a civiltà ariana abita da diversi millenni la nostra penisola; ben poco è rimasto della civiltà delle genti preariane. L'origine degli Italiani attuali parte essenzialmente da elementi di quelle stesse razze che costituiscono e costituirono il tessuto perennemente vivo dell'Europa.
  5. È UNA LEGGENDA L'APPORTO DI MASSE INGENTI DI UOMINI IN TEMPI STORICI. Dopo l'invasione dei Longobardi non ci sono stati in Italia altri notevoli movimenti di popoli capaci di influenzare la fisionomia razziale della nazione. Da ciò deriva che, mentre per altre nazioni europee la composizione razziale è variata notevolmente in tempi anche moderni, per l'Italia, nelle sue grandi linee, la composizione razziale di oggi è la stessa di quella che era mille anni fa: i quarantaquattro milioni d'Italiani di oggi rimontano quindi nella assoluta maggioranza a famiglie che abitano l'Italia da almeno un millennio.
  6. ESISTE ORMAI UNA PURA “RAZZA ITALIANA”. Questo enunciato non è basato sulla confusione del concetto biologico di razza con il concetto storico-linguistico di popolo e di nazione ma sulla purissima parentela di sangue che unisce gli Italiani di oggi alle generazioni che da millenni popolano l'Italia. Questa antica purezza di sangue è il più grande titolo di nobiltà della Nazione italiana.
  7. È TEMPO CHE GLI ITALIANI SI PROCLAMINO FRANCAMENTE RAZZISTI. Tutta l'opera che finora ha fatto il Regime in Italia è in fondo del razzismo. Frequentissimo è stato sempre nei discorsi del Capo il richiamo ai concetti di razza. La questione del razzismo in Italia deve essere trattata da un punto di vista puramente biologico, senza intenzioni filosofiche o religiose. La concezione del razzismo in Italia deve essere essenzialmente italiana e l'indirizzo ariano-nordico. Questo non vuole dire però introdurre in Italia le teorie del razzismo tedesco come sono o affermare che gli Italiani e gli Scandinavi sono la stessa cosa. Ma vuole soltanto additare agli Italiani un modello fisico e soprattutto psicologico di razza umana che per i suoi caratteri puramente europei si stacca completamente da tutte le razze extra-europee, questo vuol dire elevare l'italiano ad un ideale di superiore coscienza di se stesso e di maggiore responsabilità.
  8. È NECESSARIO FARE UNA NETTA DISTINZIONE FRA I MEDITERRANEI D'EUROPA (OCCIDENTALI) DA UNA PARTE E GLI ORIENTALI E GLI AFRICANI DALL'ALTRA. Sono perciò da considerarsi pericolose le teorie che sostengono l'origine africana di alcuni popoli europei e comprendono in una comune razza mediterranea anche le popolazioni semitiche e camitiche stabilendo relazioni e simpatie ideologiche assolutamente inammissibili.
  9. GLI EBREI NON APPARTENGONO ALLA RAZZA ITALIANA. Dei semiti che nel corso dei secoli sono approdati sul sacro suolo della nostra Patria nulla in generale è rimasto. Anche l'occupazione araba della Sicilia nulla ha lasciato all'infuori del ricordo di qualche nome; e del resto il processo di assimilazione fu sempre rapidissimo in Italia. Gli ebrei rappresentano l'unica popolazione che non si è mai assimilata in Italia perché essa è costituita da elementi razziali non europei, diversi in modo assoluto dagli elementi che hanno dato origine agli Italiani.
  10. I CARATTERI FISICI E PSICOLOGICI PURAMENTE EUROPEI DEGLI ITALIANI NON DEVONO ESSERE ALTERATI IN NESSUN MODO. L'unione è ammissibile solo nell'ambito delle razze europee, nel quale caso non si deve parlare di vero e proprio ibridismo, dato che queste razze appartengono ad un ceppo comune e differiscono solo per alcuni caratteri, mentre sono uguali per moltissimi altri. Il carattere puramente europeo degli Italiani viene alterato dall'incrocio con qualsiasi razza extra-europea e portatrice di una civiltà diversa dalla millenaria civiltà degli ariani. »

Tra le adesioni al manifesto spiccano quelle di personaggi illustri – o destinati a diventare tali – come, ad esempio,

Giorgio Almirante

Piero Bargellini

Giorgio Bocca

Galeazzo Ciano

Amintore Fanfani

Agostino Gemelli

Giovanni Gentile

Luigi Gedda

Giovannino Guareschi

Mario Missiroli

Romolo Murri

Giovanni Papini

Ardengo Soffici

Giuseppe Tucci

dmk

22:22
7 maggio 2009


Manfredi

Ospite

pensare che queste leggi razziali sono edulcorate rispetto a quelle naziste, fa rabbrividire. Abominio e vergogna.

Appunto per questo la dichiarazione del buon Franceschini da Ferrara mi ha urtato e disgustato. Per la sproporzione oltraggiosa del paragone fra quelle leggi e le disposizione europee in merito alla questione clandestini. Ma a qualcosa doveva pur attaccarsi…, certo.

21:46
8 maggio 2009


fernirosso

Ospite

penso che l'uomo appartenga ad una sola specie:quella animale e, da un po' di tempo ormai, credo che sia al livello più basso e meno evoluto, se ancora non ha capito che tutta la specie va salvata, all'interno di un programma che non è ottuso e poco qualificato come quello di tutte le nazioni, ma quello altamente più lungimirante ed onnicomprensivo della vita e dell'ecosistema. Tutti gli animali lo sanno e non lo deturpano, gli uomini non hanno ancora imparato. A sentire certi propositi  mi cadono le braccia e ancora molto altro. ferni

19:06
9 maggio 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

L' uomo appartiene alla specie animaleLaugh. Eh, sì. Detto con tutto il dovuto rispetto per le bestie e bestiole di qualsiasi genere e tipo.

Ancora una volta, d' accordo con te, Ferni: tutta la specie andrebbe salvata, senza eccezioni. Non so se si sia ancora in tempo: non è un' area scientifica in cui abbia competenza. Ho visto, negli anni, in tanti anni, parlare molto senza realizzare niente. Vorrei che si fosse parlato di meno e si fosse fatto di più. Mi si diceva che parlarne serviva. A presentare il problema. A sottoporlo alla pubblica opinione, a smascherarne le trame di potere. Invece le parole son rimaste parole. E l' ecosistema è stato fritto sulla graticola dell' umana indisponibilità.

Alle parole, per quanto straripanti di grida idealistiche, non credo più. 

Manfredi, il paragone ha colpito anche me. Gli sterotipi non mi vanno a genio, lo sai. Le frasi fatte nemmeno. Trovo il pietismo becero. 

La solidarietà è un' altra cosa. E la solidarietà prevede che si sostenga l' ospite, gli si dia da mangiare, gli si offra un lavoro, gli si fornisca il modo di vivere e non di sopravvivere in baracche sotto i ponti, magari. Se non è più possibile farlo e temo, per quello che vedo, che si sia giunti al limite concreto della sostenibilità, allora occorre trovare altre soluzioni.

Pensa che si scriveva:

….forse l' Italia ha aperto le porte piu' di quello che poteva fare TITOLO: "Legge Martelli, che fallimento"- troppi i clandestini, la normativa vanificata "perche' non c' e' stata programmazione" Il pericolo di xenofobia e razzismo con crescita conseguente di schieramenti politici oltranzisti – - – - – - – - – - – -  Corriere della Sera

La data è: 10 novembre 1992

E mi domando se sia stato giusto aprire le porte a un esodo disperato, dando speranze, creando prospettive di miglioramento esistenziale, utilizzando le aspettative altrui, sapendo – e non mi si dica che non si sapeva! – che si sarebbe arrivati al punto di dire stop, è finita. La scelta forse, a suo tempo, fu sbagliata. L' opportunismo fu rivestito di umanitarismo, di ampiezza di vedute, di lungimiranza. Mi chiedo se non sarebbe stato meglio, più umano, non incentivare lo sradicamento di tanti e invece attivarsi – tutti – a sostenerli là, dove le loro radici stavano ben piantate. 

dmk

21:31
9 maggio 2009


fernirosso

Ospite

se si riconoscesse che nessuno ha proprietà su un millesimo di questo pianeta, e lo chiamo così per evitare di dire terra, e quindi dare avvio a fraintendimenti,allora non ci sarebbero problemi di esodi e razzie da controllare. Gli uomini, al pari degli altri animali migranti, si sposterebbe seguendo le stagioni, persino quelle dell'anima,senza trovare in alcun luogo cancelli al suo cammino. In cielo non ci sono frontiere e falsamente le montagne sembrano catene insormontabili. Mi domando quanto ancora andrà avanti questa vecchia storia del mio,a partire da quell'io che l'ha inventato. So di essere un'anarchica e di essere fuori dai canoni, ma la vedo in questo modo: la barbarie attuale non può essere evasa se non con un cambio completo di percorso, che cerchi dalle nostre più profonde e lontane radici gli errori ele deviazioni che ci hanno portato qui. ferni

22:34
9 maggio 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

La tua visione, Ferni, è mitica. Nel senso che sarebbe meraviglioso se si riconoscesse che nessuno ha proprietà su un millesimo di questo pianeta, se tutti si potesse migrare senza confini.

Meraviglioso e utopico. Forse per pervenire al disconoscimento dell' io – mio, dei cancelli e degli steccati, occorrerebbe una catastrofe immane che sovvertisse completamente il pensiero di migliaia di anni. Forse. 

dmk

22:42
11 maggio 2009


Manfredi

Ospite

auspichiamo dunque una rivoluzione del comune modo di pensare, del comune modo di comportarsi, promuoviamola, prospettiamo i lineamenti di una società dove l' io si dimensioni nel noi, tutti e uno, dove l' uno è i tutti, specchio di diversità apparenti, flussi e riflussi di madrepore come spore di un' unicità senza limiti che percorre il mondo e l' universo fino a comporsi nel disegno del mondo nuovo.

Nel frattempo, lottando per questo destino di rinascita, nel frattempo non è possibile scordare che in questo mondo, in questa società in divenire, che forse cambierà, forse cadrà distrutta fagocitata dai suoi stessi istinti, disgregata dal suo ventre, in questo atomo oscuro del male, occorrerebbe mantenere almeno il rispetto per un minimo di coerenza e proporzione storica nelle dichiarazioni.



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