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Il richiamo della "foresta"…

UtenteMessaggio

19:05
29 maggio 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

La ragazza della giungla è tornata nella foresta. Proprio come il protagonista de «Il ragazzo selvaggio», il celebre film di François Truffaut ispirato alla storia vera di un dodicenne trovato allo stato brado nei boschi dell'Aveyron all'inizio dell'Ottocento, sembra che Rochom P'ngieng, dopo tre anni di vita «civile», non abbia resistito al richiamo della foresta e di nuovo abbia fatto perdere le sue tracce.

L'ha riferito ai media asiatici Sal Lou, padre della ragazza che, nel 1989, quando aveva appena 8 anni, mentre pascolava bufali, si perse nella giungla cambogiana, in una zona a circa 600 km dalla capitale Phnom Pehn. Per diciotto lunghi anni Rochom avrebbe vissuto sola nella giungla e sarebbe stata ritrovata all'improvviso nel 2007 quando alcuni contadini la beccarono mentre tentava di rubare riso nella loro fattoria.

La giovane fu più tardi riconosciuta dal padre, il poliziotto Sal Lou, e tornò a vivere con la sua famiglia.

La storia, che fece rapidamente il giro del mondo, in questi giorni è ritornata sulle prime pagine dei giornali orientali. Da martedì scorso, infatti, di Rochom non si sa più niente. Gli abitanti del piccolo villaggio nell'isolata provincia nordorientale di Ratanakiri affermano che probabilmente la ragazza è tornata nella giungla. Per tre giorni, suo padre assieme agli altri famigliari, ha cercato la ventinovenne anche nei villaggi limitrofi e nella sconfinata giungla: «È scomparsa martedì sera mentre stava andando a fare un bagno – ha dichiarato il padre della ragazza in un'intervista telefonica – io e mio figlio la stiamo cercando nella foresta. Non ci sono segni che facciano pensare che la sua sparizione sia uno scherzo. Sono certo che è tornata nella foresta». 

Secondo Sal Lou da quando è tornata nel villaggio, Rochom, che conosce ancora poche parole della lingua locale, ha fatto notevoli progressi e riesce a comprendere quando un estraneo si rivolge a lei. Tuttavia, durante questi tre anni non sono mancati i problemi. La ventinovenne preferisce andare a carponi piuttosto che camminare normalmente, si rifiuta di indossare abiti e più volte ha manifestato la volontà di tornare nella giungla: «In diverse occasioni ha cercato di scappare e di tornare nella foresta, ma glielo abbiamo impedito – ha continuato Sal Lou – sembra però che questa volta ce l'abbia fatta».

http://www.corriere.it

dmk

20:53
29 maggio 2010


borablu

Ospite

Spero proprio per lei che non la trovino!

21:54
29 maggio 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

Sì, Mario, sono d' accordo, per tutta una serie di motivi che sarebbe troppo lungo elencare e che, forse, suonerebbero ai più “romanticume” se non segno di folliaFrownWink

Di vivere nelle foresta ne sapeva qualcosa “lui”Smile:

ma mi vengono in mente anche Green mansions, il bel romanzo di W.H. Hudson, poi divenuto film (in realtà prolisso e poco efficace) per la regia di Mel Ferrer.

Il richiamo della natura – selvaggia e incontaminata, dei suoi lunghi silenzi, della sua naturalità assoluta, dove pericoli e disagi si stemperano nel completo inserimento in un mondo non civilizzato e istintivo, è stato oggetto di studi e di interpretazioni, di critica e anche di condanna. E' spesso divenuto l' input per grandi storie.

dmk

22:26
29 maggio 2010


Manfredi

Ospite

e non parliamo di The Call of the wildWink

spettacoloso il rifiuto di Buck del mondo dell' "uomo", incoercibile il richiamo…

e che dire di questo altro?

Laugh

10:54
30 maggio 2010


Rose

Ospite

Un'altra storia di una ragazza che cresce isolata dal mondo 'civile'. Bellissima interpretazione di J. Foster

Cresciuta per anni in una casupola sperduta nel bosco del Nord Carolina con la madre colpita da ictus, Nell ha appreso un linguaggio che ne imita i suoni semiarticolati. Alla morte della madre, il medico condotto del paese più vicino, e lo sceriffo la trovano, ormai trentenne, che si esprime con un indecifrabile idioma. Poiché la psicologa Paula Olsen, determinata a sottrarre la giovane ad una vita "selvaggia", entra in conflitto con il medico, che vuole proteggere Nell dalla civiltà, il giudice stabilisce un periodo di tre mesi di osservazione nei luoghi dove la giovane ha vissuto fin dalla nascita. Jerome si installa con una tenda e Paula attracca con una casa galleggiante sul lago là vicino. La sua gestualità misteriosa ed affascinante, intrigano sia l'uomo che la donna, che riescono a poco a poco a far amicizia con Nell ed a comprenderne il linguaggio. L'innocenza e la semplicità della giovane toccano profondamente i due.

22:53
31 maggio 2010


Manfredi

Ospite

sai, Rose, che non l' ho visto? deve essere molto interessante e coinvolgente. devo assolutamente procurarmelo.Smile la storia entra a pieno titolo nell' argomentoWink

il fascino del “richiamo” a un sistema di vita a contatto con la natura e le sue creature: quasi una full immersion in un mondo mitico che abbiamo provveduto a distruggere, contaminare, disboscare, fare a pezzi… ormai quasi solo il ricordo di una possibile alternativa al vivere di oggi… mi fa una tristezza pensarci, ma una tristezza…

certo il nostro progresso, il nostro sviluppo, le nostre scoperte, hanno "migliorato" la nostra vita, ma hanno avuto un prezzo ben alto. mah!



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