

Ryan Bingham vive tra una trasferta aerea e l'altra. Il suo lavoro è licenziare altre persone, la sua missione è riuscire a tenersi cinicamente lontano da qualsiasi rapporto personale. Ma le cose prendono una piega inattesa…
Jason Reitman si conferma un regista capace di dare vita a personaggi che lasciano il segno, e il Bingham di Clooney (davvero eccellente la sua interpretazione) non fa eccezione. Cinico, spietato nel suo lavoro, non è certo un eroe positivo, eppure la naturalezza con cui si muove, sempre sul confine della morale, finiscono per rendercelo simpatico. Complici un'ottima sceneggiatura e i dialoghi sempre taglienti e "realistici", capaci di trasmettere tutta la complessità dei rapporti umani, la prima parte di Tra le nuvole è sostanzialmente perfetta. Reitman riesce a rendere con efficacia l'asettica freddezza dello stile di vita di Bingham, e a trasmettere un senso di rassegnato e riflessivo pessimismo. E la maschera gigionesca di Clooney diventa un po' lo specchio di un'America che cerca di nascondere le cicatrici create dalla crisi economica.
Purtroppo, quando la vita del protagonista rischia di deragliare, anche il film di Reitman prende una piega inattesa, mettendo in atto alcuni cambi di registro che lo fanno avvicinare un po' troppo a una "normale" commedia, e sacrificando, sull'altare di un inatteso buonismo, il tono riflessivo ma leggero della prima parte. Il finale "a sorpresa" recupera parte del cinismo originale, ma allo stesso tempo sembra un po' troppo forzato. Il risultato è un film per certi versi "ibrido" e non riuscito del tutto, ma che va visto, anche soltanto per ammirare l'interpretazione di Clooney, che più di uno ha paragonato al Cary Grant dei tempi d'oro.
Da: http://www.film-review.it