Il sonetto di Keats da cui il film prende il titolo:
Bright Star
BrightT Star, would I were steadfast as thou art-
Not in lone splendour hung aloft the night,
And watching, with eternal lids apart,
Like Nature's patient sleepless Eremite,
The moving waters at their priest-like task
Of pure ablution round earth's human shores,
Or gazing on the new soft-fallen mask
Of snow upon the mountains and the moors-
No-yet still steadfast, still unchangeable,
Pillow'd upon my fair love's ripening breast,
To feel for ever its soft fall and swell,
Awake for ever in a sweet unrest,
Still, still to hear her tender-taken breath,
And so live ever-or else swoon to death.


Stella luminosa, foss' io come te costante
non in splendore solitario sospeso alto nella notte,
a guardare, con palpebre in eterno aperte,
come il paziente, insonne eremita della Natura,
le acque intente al loro dovere sacerdotale
di puro lavacro intorno alle terrene rive dell' uomo,
o guardando la fresca coltre soffice maschera
della neve ai monti e alle lande.
No – sempre costante, sempre immutato,
posato sul guanciale del turgido seno del mio dolce amore,
a sentirne per sempre il quieto abbassarsi e sollevarsi,
desto per sempre in dolce inquietudine,
ancora e ancora
sentire, sempre il suo respiro smorzato,
e così vivere in eterno – o venir meno fino a morire.