Utente | Messaggio |
21:59 20 maggio 2009
| admin
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| Amministratore
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Evoluzioni eoliche ed altri episodi nell’universo artistico-generativo di Theo Jansen.
 
 
Questi animali, il cui scheletro è formato essenzialmente da tubi conduttori di elettricità, da legno o da altri materiali, sono stati concepiti entro l'ambito di un "percorso evoluzionista" che ha visto il susseguirsi di numerose generazioni durante gli ultimi 13 anni.
Una volta realizzate le sue creature, Theo le abbandona sulle spiagge olandesi, dove cominciano a vivere una vita propria, fagocitando ed immagazzinando vento per potersi muovere a proprio piacimento.
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22:03 20 maggio 2009
| admin
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| Amministratore
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Mi dispiace, ma non ho la traduzione. Posto il filmato ugualmente, per le immagini.
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06:05 21 maggio 2009
| Rose
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Davvero, la fantasia e l'estro artistico non hanno limiti! 
I buffi 'mostri da spiaggia' di Theo Jansen corrono, svolazzano, trotterellano e ballano.
Riecheggiando il gergo scientifico, Theo ha battezzato il genere delle proprie creature fantastiche come animaris – fantasiosa contrazione di animale e mare – conferendo a ciascuna di esse una specifica classificazione entro un universo evolutivo le cui regole sono rigidamente dettate dalla selezione digitale del fidato PC Atari. Sottoposte a precisa “classificazione”, le creature vengono “liberate” sugli spazi costieri olandesi, dove cominciano a vivere una propria vita, fino a quando non saranno chiamate ad ibridarsi e mutuamente ricomporsi per dare origine a nuove forme di vita capaci di sfruttare in modi sempre più sofisticati l’energia fornita dal vento.
 
Un personaggio davvero interessante, cara Daniela. :-D
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08:14 21 maggio 2009
| Gio
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personaggio ed opere davvero uniche  
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08:16 21 maggio 2009
| Gio
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20:53 21 maggio 2009
| Manfredi
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mi paiono leggerissime, aeree, arcaiche, appartenenti però a un mondo futuribile, sopravissute a una qualche devastazione… mi sa che mi sto autosuggestionando (Star wars?)
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20:55 21 maggio 2009
| Manfredi
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contribuisco : come immense testuggini in marcia
 
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21:37 21 maggio 2009
| franco
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Un piccolo contributo anche da parte mia.
Questo mi ricorda un elefante che non ha ben deciso da che parte andare  
Ciao Manfredi
bentrovato, ti saluto da qui,
f
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22:29 21 maggio 2009
| Manfredi
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E io ricambio il saluto, Franco, da qui
 
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07:18 22 maggio 2009
| Rose
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14:28 22 maggio 2009
| admin
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| Amministratore
| messaggi3520 | |
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Ah, Rose!
dall' uomo al robot, dalla carne ai sensori…
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18:19 22 maggio 2009
| Manfredi
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uhmmm non è che ci veda un gran progresso
probabilmente perchè sono un fossile
 
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23:11 22 maggio 2009
| admin
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| Amministratore
| messaggi3520 | |
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06:11 23 maggio 2009
| Rose
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C'è anche l'altra possibilità, che la creatività e soprattutto l'umanità (negli aspetti migliori) prevalgano anche nei robot:
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11:09 23 maggio 2009
| franco
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un film splendido Dolcerose,
mi ha rammentato quest'altro, per le sue
analogie con la “problematicità” della consapevolezza della fine,
sia essa auspicata oppure temuta dalla macchina che aspira ad umanizzarsi.
…e se invece la rifiutassero questa nostra così preziosa umanità? Se dopo averne preso atto, reclamassero il loro privilegio d'essere solo circuiti stampati? Senza vaghe aspirazioni ad un presunto bene e senza gli abissi di un meno ipotetico e più presente istinto del male?
Soprattutto senza i sogni, che così spesso inquinano la memoria.
f
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14:34 23 maggio 2009
| Rose
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Sarebbero macchine davvero sagge, però … anche i sogni, Franco? 
 
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14:45 23 maggio 2009
| franco
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"…però … anche i sogni, Franco?…"
direi soprattutto,
specialmente quando vorrebbero imporsi in nome del dogma che l'ideale è sempre e comunque preferibile al reale.
Non nego affatto il valore della visionarietà, solo le nego la prerogativa di farsi discrimine da imporre agli altri e non meta di crescita individuale.
I crimini più orrendi, l'umanità li deve ai sogni, specialmente quando la Storia li trasforma in incubi; cosa che è accaduta, accade ed accadrà molto di frequente.
f
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14:52 23 maggio 2009
| Rose
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| Ospite
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Non parlavo di quei sogni, ma di quelli che a volte ti aiutano a sopportare la realtà.
 
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16:25 23 maggio 2009
| admin
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| Amministratore
| messaggi3520 | |
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ecco, L' uomo bicentenario, che ho apprezzato per la tematica e l' ottima interpretazione, mi ha lasciata con un senso di profonda tristezza. Un' umanizzazione dolente che nulla risparmia.
Blade runner è un cult movie: visto, rivisto in italiano, in lingua originale, un film portentoso
Mi autorizzo a ri- postare la scena finale in Inglese: scena splendida in cui l' ultimo nexus 6 narra ciò che ha visto e ciò che ha appreso nei suoi quattro anni di esistenza, non solo, ma molto di più…
« I've seen things you people wouldn't believe. Attack ships on fire off the shoulder of Orion. I watched c-beams glitter in the dark near the Tannhauser Gate. All those… moments will be lost… in time, like tears… in rain. Time to die. »
Il replicante ha sentimenti, é in grado di soffrire, è capace di piangere, ha ricordi (non importa se pre costruiti, il replicante li crede suoi), il che é dire che ha una sua umanità. Così teme di morire, anela all' immortalità, sa dimostrare la sua debolezza a fronte di avvenimenti cruciali, sa dimostrare generosità…
Il cacciatore di replicanti si pone la domanda: “Chi é l' altro?”
“E' davvero diverso da me? nei pensieri? nei sentimenti? nella percezione dell' universo? è un insieme di circuiti bionici o spartisce il mio stesso sangue?”
In questo contesto, il cogito ergo sum non basta a dare la sicurezza di ciò che si è.
Bene, basta così. Io apro un forum per il cinema, ne avevo voglia da un bel po'. Che ne dite?
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