cara Sandra, molte le cose dette sui due dipinti, molte le storie quasi leggende fiorite intorno alla modella
La Maja Desnuda è stata dipinta prima del 1800, anno della prima segnalazione documentata dell'opera. La prima menzione della Maja desnuda appare infatti nel diario di Pedro González de Sepúlveda, incisore e accademico, che ne riferisce come parte della collezione d'arte di Manuel Godoy (primo ministro di Spagna fino al 1808).
Secondo la descrizione del Sepúlveda, in visita al palazzo di Godoy nel novembre 1880, nel gabinetto privato del “Principe della Pace” è presente una collezione di nudi femminili.
Occorre a questo punto precisare che in Spagna le immagini di nudo, anche quelle ipocritamente ammantate dell'aura mitologia tipica della pittura europea del tempo, erano proibite dalla Chiesa e punite dall' Inquisizione: si arrivò al punto che nel XVIII due re spagnoli mandarono al rogo tutti i nudi.
La Desnuda è un nudo del tutto diverso da quelli “mitologici”: solo un uomo potente come Godoy poteva sfidare in modo così aperto le disposizioni del Sant' Uffizio e tenersi in casa un quadro del genere.
La Maja vestida fu invece dipinta tra il 1802 2 il 1805, probabilmente su commissione dello stesso Manuel Godoy.
Manca però il documento della loro commissione e questo ha creato una sorta di mistero intorno ai due quadri, fino alla fantasiosa ipotesi che essi ritraessero la Duchessa de Alba (che, si dice, fu amante di Goya, il quale la immortalò in diversi dipinti).


Goya, La Duchessa de Alba, Collezione de Alba, Madrid
Alla morte della duchessa, nel 1802, tutti i suoi quadri divennero di proprietà di Godoy, per cui potrebbero essere pervenuti a lui in questo modo,
La proprietà dei quadri potrebbe svelare alla fine il mistero dell'identità della modella: vista l'amicizia, probabilmente intima, che Goya nutriva per la duchessa d'Alba, di cui ha lasciato vari ritratti e di una qualche somiglianza con le Maja (soprattutto con la Desnuda), si pensò a lei come misteriosa modella dei dipinti.
Si ritiene oggi come molto più probabile modella della Maja desnuda l'amante di Godoy, Pepita Tudò.

Pepita Tudò
In ogni caso, date certe somiglianze fisiche tra le due donne, è probabile che Goya, nel ritrarre Pepita abbia evocato in qualche modo la Cayetana. Si è anche ritenuto da alcuni che la testa della Desnuda, che non sarebbe – secondo costoro – in armonia con il corpo, fosse stata dipinta per coprire il volto di Pepita, dopo il matrimonio del ministro con una nobildonna, per ordine del re. A questo punto non sarebbe stato conveniente per Godoy tenersi in casa il ritratto nudo dell'amante: di qui l'ordine a Goya di cambiare il volto della Desnuda e di realizzare una versione casta dello stesso dipinto. Recentemente i raggi X hanno però definitivamente smentito quest'ipotesi
Joaquín Ezquerra del Bayo, nel suo libro La Duquesa de Alba y Goya afferma, basandosi sulla somiglianza della postura e sulle dimensioni delle Maja, che si sarebbe potuto, mediante un ingegnoso meccanismo, far sostituire la Vestida con la Desnuda in un gioco erotico svolto nell'alcova più segreta di Godoy.
Nel 1807 Godoy cadde in disgrazia presso il nuovo re Ferdinado VII che si appropriò della sua collezione di dipinti.
Il 16 marzo 1815 la Camera Segreta dell' Inquisizione ordinava: “… che si chiami a comparire davanti a questo tribunale il detto Goya perché le riconosca e dica se sono opera sua, con che motivo le fece, per incarico di chi e che fine si proponesse”. Non sappiamo quali furono le risposte che Goya dovette dare dinanzi al Tribunale dell'Inquisizione: sappiamo che il pittore evitò una condanna grazie all'intercessione del cardinaleLuigi Maria di Borbone – Spagna,ma la Desnuda fu sequestrata perché “oscena” e praticamente cancellata alla vista di chiunque fino all'inizio del XX secolo.
Entrambi i quadri trovarono collocazione alla Real Accademia de San Fernando, la Vestida regolarmente esposta, la Desnuda in una stanza riservata, ad accesso controllato, insieme ad altri nudi.