Utente | Messaggio |
22:21 31 ottobre 2009
| admin
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Questo genio americano iconoclasta, figlio e nipote di scultori, operò in una modalità talmente ludica che finì inevitabilmente con l'innovare – e per sempre – l'universo stantio dell'arte come forma tangibile. Fu il primo artista a introdurre il movimento come costante. Fu il primo, vero, cantore dell'età del ferro. La gente pensa che i monumenti debbano ergersi dal terreno, mai dal soffitto, ma i mobiles possono essere anche monumentali disse, nel 1969.
 
Nel novecento delle avanguardie e delle tribolazioni, lui, americano tipico, procedette per sottrazioni. Levò massa, volume, plasticità, peso gravitazionale. Cosa restò? L'anima dell'arte. I mobiles (intitolati così da Marcel Duchamp, che li definì l'accalappiacani del vento) nascono quando Calder visita il caotico (in senso geometrico) studio del pittore olandese Piet Mondrian e decide che quelle forme non possono – e non devono – rimanere bidimensionali.
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22:53 31 ottobre 2009
| Rose
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Molto interessante, Daniela. Non conoscevo questo artista. Sì, direi che movimento e leggerezza siano le caratteristiche maggiori delle sue opere. Forte l'dea di mettere nello spazio le geometrie ed i colori di Mondrian, riconoscibilissimi. 
 
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13:06 1 novembre 2009
| admin
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| Amministratore
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Oltre a mobiles e sculture, Calder durante la sua vita ha progettato e realizzato oltre 1500 gioielli a partire dal 1920, quando adornò la bambola di sua sorella con del cavo di rame raccolto per strada. Calder spesso regalava le sue creazioni a familiari e amiche, come Peggy Guggenheim, o a mogli di amici come Mirò, Chagall, Buñuel e Duchamp. Peggy Guggenheim diceva “Metto un orecchino di Calder e uno di Tanguy per dimostrare la mia imparzialità tra l'astratto e il surrealismo”.
I gioielli di Calder sono realizzati a mano in ottone, argento, oro, e sono spesso decorati con materiali di recupero con pezzi di ceramica, legno, ciottoli o legno. Da questi meravigliosi pezzi emerge la stessa semplicità lineare e tridimensionale dei suoi mobiles, oggetti d'arte senza tempo, attuali e stravaganti, sicuramente poetici.
 
 
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15:53 1 novembre 2009
| Rose
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| Ospite
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La fantastica “unwearable art” di Calder:
 
 
 
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21:42 1 novembre 2009
| admin
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| Amministratore
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Beh, sono, direi, di mio gusto 
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22:16 1 novembre 2009
| Rose
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| Ospite
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Il primo piace anche a me, anche se sembra un po' pesante.
Gli altri due fanno molto 'indiani d'America'. 
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22:18 1 novembre 2009
| Manfredi
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di questo che dite? troppo impegnativo?
 
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22:38 1 novembre 2009
| Rose
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Fa un po' Guerre stellari e poi … non ti puoi metter la giacca. 
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14:09 2 novembre 2009
| admin
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| Amministratore
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Effettivamente, un po' fanta-scientifico
A volte ho l' impressione che Calder abbia fatto questi mobiles usando una matita…
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