Utente | Messaggio |
16:14 9 marzo 2009
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ovvero senso dell' umorismo caratteristico degli inglesi.
Negli inglesi il feroce e surreale senso dello humour, il gusto della battuta sarcastica e la capacità di autodeprecazione sono caratteristiche innate: stanno nel profondo del loro dna.
Lo humour britannico è diventato famoso per lo stile, la sottile arguzia e l' ironia con cui viene “portato a termine”: lo humour tende a portare al sorriso, non al riso. Non offende, ma colpisce come la lama di una spada.
E' stato, in passato, qualcosa di molto ricercato e praticato soprattutto dall' “elìte”, ma lo humour aristocratico, degenerato spesso in malignità venne da metà del 1800 soppiantato da quello della borghesia medio-alta, rappresentata poi da Oscar Wilde, da molti considerato lo humourist per eccellenza, che lo inserì nei suoi aforismi e nelle sue opere teatrali.
L' altro lato della medaglia è che l'umorismo inglese è spesso considerato poco divertente…(ad una battuta non riuscita si banalizza dicendo “umorismo inglese!”)…
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16:41 9 marzo 2009
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17:52 9 marzo 2009
| sandra
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Esilarante e nello stesso tempo, orribile Mr Bean!
Umorismo etnico: una piccola antologia di stereotipi variamente distribuiti, a favore e a sfavore, è la seguente:
“Il paradiso è un posto dove c’è un ingegnere tedesco, un cuoco francese, un manager svizzero, un maggiordomo inglese, un amante italiano.
L’inferno è un posto dove c’è un ingegnere italiano, un manager francese, un maggiordomo svizzero, un cuoco tedesco, un amante inglese.”
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21:52 9 marzo 2009
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Mr. Bean è demenziale, sandrina, a mio parere!
Il tuo umorismo etnico, invece, mi pare riferibile a tutta una serie di barzellette dove lo spunto umoristico era tutto legato alla "incapacità" italiana. Valutando dell' italianità, un solo, anche se non disprezzabile, elemento.
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22:06 9 marzo 2009
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22:18 9 marzo 2009
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In realtà, quando penso all' humour, penso a J.K. Jerome
Eravamo in quattro – George, William Samuel Harris, io e Montmorency. Eravamo seduti nella mia stanza, fumando e parlando di come eravamo messi male – intendo messi male da un punto di vista medico, ovviamente. Ci sentivamo tutti giù di morale, e la cosa ci preoccupava molto. Harris disse che a volte veniva sopraffatto da attacchi di vertigine così forti da non sapere più cosa stava facendo; e allora George disse che anch'egli soffriva di attacchi di vertigine da non sapere più cosa stava facendo. Per quanto mi riguardava, era il mio fegato ad essere in disordine. L'avevo saputo leggendo le indicazioni di una confezione di pillole per il fegato, in cui erano descritti i diversi sintomi dai quali si più capire di avere il fegato in disordine. Io li avevo tutti. …
da Tre uomini in barca
Oppure penso al Circolo Pickwick
o, meno letterariamente, al Jeeves di Woodhouse …
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15:00 13 marzo 2009
| admin
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“Il servire un signore sposato non rientra nei miei princìpi”
“Perché no?”.
“E' una mia idea, signore”.
“Vorresti dire che è parte della tua psicologia, vero?”.
“Precisamente, signore”.
“E tu desideri veramente tornare con me?”.
“Reputerei un privilegio che lei volesse permettermi ciò, signore! A meno che lei non abbia già deciso altrimenti…”.
Non è facile trovare la parola adeguata in questi supremi momenti, se rendo l'idea. Ciò che vorrei dire è che in un momento come quello – supremo potreste quasi chiamarlo – con l'orizzonte che si rischiara, le nubi lontane e il sole amico che brilla…ebbene! Andiamo, via!…mi capite!
“Grazie, Jeeves!” – dissi.
“Prego, signore”.
Da Grazie, Jeeves di P. G. Woodhouse
 
Nel rapporto che legava Berto Wooster al suo maggiordomo Jeeves si racchiudeva un mondo fuori dal tempo dove la piega perfetta dei pantaloni, il club, i passatempi innocenti e le paure legate a zie dispotiche e a cugini brontoloni che volevano a tutti i costi trovarti una moglie e un lavoro scandivano l'orizzonte immobile di fronte al frastuono della modernità. Berto era il prototipo del cretino felice, non così totalmente cretino dal non rendersi conto della propria felicità, non così ciecamente felice da non accorgersi della propria cretinaggine, e Jeeves il prototipo del deus ex machina che tutto e che provvede, servizievole ma non umile, distaccato ma non freddo, consapevole della propria superiorità e tuttavia conscio del proprio ruolo e dei limiti ad esso connessi.
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16:32 15 marzo 2009
| sandra
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Magari non c'azzecca niente, ma mi sono ricordata di questa gag… spero che la signora admin daniela sia paziente con le intemperanze italiche 
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17:58 15 marzo 2009
| Rose
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Simpatico il trio e abbastanza contenuto, devo dire, rispetto ad altre volte Il più esilarante dei tre, inutile dirlo è quello che CREDE di parlare inglese e ne fa comunque una bella parodia. Grazie sandra , anche se sì ci siamo allontanate dal puro humour inglese di cui parlava daniela. Di Woodhouse io ho solo un ricordo molto 'garbato', appunto, di letture giovanili.
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18:23 15 marzo 2009
| admin
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Carina la gag! Non è humour inglese, d' accordo, ma me la son goduta 
Grazie, Sandrina!
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23:03 25 marzo 2009
| admin
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14:29 26 marzo 2009
| franco
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mi piace moltissimo l'umorismo anglosassone. Lo considero il “vertice”.
A proposito, ho trovato questa cosa in inglese, che mi fa ridere, ma che…non ho capito, (Va beh, Battutaccia anglitalica )
“Punch il primo magazine umorisitico della storia!
se l'humor inglese è diventato celebre, lo si deve anche al fatto che gli anglosassoni hanno fatto dell'humor uno stile ed una forma definita di espressione artistica e culturale 
Punch, the magazine of humour and satire, ran from 1841 until its closure in 2002. A very British institution with an international reputation for its witty and irreverent take on the world, it published the work of some of the greatest comic writers (Thackeray, P G Wodehouse and P J O’Rourke among others) and gave us the cartoon as we know it today. Its political cartoons swayed governments while its social cartoons captured life in the 19th and 20th centuries. The world’s finest cartoonists appeared in Punch: such great names as Tenniel, E H Shepard, Fougasse, and Pont.”
Spero che l' Admin o Rose, leggendola non trovino cose terribili, perchè per me questa frase in inglese, potrebbe celare qualsiasi insidia.
f 
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21:22 26 marzo 2009
| Rose
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Direi che l'eleganza della frase di Franco:
"per me questa frase in inglese, potrebbe celare qualsiasi insidia"
sia un bell'esempio di umorismo inglese 
 
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22:43 26 marzo 2009
| admin
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Niente di "terribile", Franco!
C' é solo che non vedo l' immagine….
 
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