Utente | Messaggio |
21:05 31 marzo 2009
| franco
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21:29 31 marzo 2009
| Rose
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Altri frequentano facoltà diverse: la fabbrica, i cantieri, le attività di volontariato, la famiglia … siamo tutti dottori.
Che non è una critica all'intervento di Franco, ma proprio a quel gruppo di debosciati con pretese da intellettuali … (mi auguro di non offendere nessuno … se c'è qualche amante di quel genere di 'letteratura')
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22:17 31 marzo 2009
| franco
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“…Altri frequentano facoltà diverse: la fabbrica, i cantieri, le attività di volontariato, la famiglia … siamo tutti dottori….”
E' vero Rose, è vero;
siamo tutti dottori, ma non tutti siamo poeti.
Poe scriveva che per individuare il “genio” forse si sarebbe dovuto cercare più nei manicomi e nelle galere che non nelle accademie o nelle università, un concetto abbastanza simile a quello espresso qui sopra da Bukowski.
Da Villon a Rimbaud, da Campana a Ginsberg, c'è tutto un universo di “disadattati”, che ha rifiutato la normalità, perchè incapace di viverla, sentendola come un limite o una costrizione da infrangere.
Non tutti i poeti furono o sono dei disadattati drogati e alcolisti, come pochi di quest'ultimi sono dei poeti, ma il discrimine passa secondo me, non tanto dal giudizio sulla loro vita, quanto sulla poesia di ciò che scrivono, se scrivono poesia.
f
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22:35 31 marzo 2009
| admin
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| Amministratore
| messaggi3520 | |
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ma no, chi mai vuoi che si offenda?
Debosciati? certo. In quanto in lotta contro la vita e contro un sistema, in un anticonformismo spinto fino all' autodistruzione, consapevolmente.
Pretese da intellettuali? no, non credo pretese. Intellettuali, sì, di un profondo disagio esistenziale. Vale forse la pena di ricordare che Hank non si riconobbe nella beat generation, non più di tanto, almeno. Non fu mai on the road, ma "stanziale" a L.A. e solo L.A. fu il suo mondo, il principio e la fine.
Basta leggere Ask the dust (J. Fante): ha la mano più leggera di Hank (fu uno dei modelli cui Hank si ispirò), ma esprime lo stesso motivo conduttore, quello di una intera generazione. La scena finale, del terremoto di San Francisco, porta via con sè, nella distruzione, tutte le problematiche. Solo l' apocalisse ci salverà.
Ci vuole "stomaco" a leggere Buk, a entrare nel suo mondo, sporco e cattivo, non c' é dubbio.
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22:39 31 marzo 2009
| Rose
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Appunto "se … scrivono poesia".
Lo so che spesso il genio si accompagna con una vita sregolata ed eccessi.
L'abbiamo, anzi, l'avete detto anche di là, a proposito degli espressionisti.
Mah! Io sono proprio una borghesuccia piccola piccola e non mi piacciono gli eccessi … meno che meno, quando vengono spacciati per poesia o letteratura … ma naturalmente mi sbaglio, perchè c'è anche 'quel' tipo di letteratura.
OK. Ci rinuncio e auguro la buona notte a tutti. 
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23:07 31 marzo 2009
| admin
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| Amministratore
| messaggi3520 | |
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Poe? di eccessi ne sapeva un bel po', anche lui. Ci è morto d' eccessi. Si capisce bene come abbia scritto quanto riportato da Franco. Ma, anche per lui, pensando, così, a caso, ad Annabel Lee, oh sì… è poesia, poesia vera.
Mah, Rose, c' è questo tipo di letteratura, indubbiamente, che va tenuto rigorosamente separato dalla letteratura spazzatura che crede che l' uso di un certo gergo, al di fuori di qualsiasi finalità, di qualsiasi obiettivo, di qualsiasi visione, si giustifichi da sé. Ecco, in questo "tipo" di scrittura non si trova letteratura. E', appunto, "scrittura" e spesso, la sua finalità è quella di far soldi in certa parte di mercato.
Bonne nuit, Rose
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11:40 1 aprile 2009
| Rose
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Sono d'accordissimo con te, daniela. 
Riconosco anche la mia ignoranza: a volte bolliamo un autore, solo perchè quel POCO che abbiamo letto di lui non ci piace, oppure per la reputazione che si era fatta.
Comunque, ho trovato cose di Bukowski che mi sono piaciute:
La poesia prudente e gli uomini
prudenti durano solo lo stretto necessario per morire
non restituire al mittente
la buona notizia è che sono deperibile, mentre la lumaca striscia lenta sotto la foglia, mentre la dama nel caffè ride una falsa risata, mentre la Francia brucia un crepuscolo di porpora. sono deperibile e questo è il bello, mentre il cavallo scalcia un´asse della stalla, mentre ci affrettiamo verso il paradiso, io sono piuttosto deperebile. metti le scarpe sotto il letto allineate. mentre ulula il cane l´ultima rana sbuffa e salta.
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15:05 1 aprile 2009
| admin
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| Amministratore
| messaggi3520 | |
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"non restituire al mittente" è una delle mie preferite
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22:08 26 novembre 2009
| Manfredi
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anche questa però, non è male
La tragedia delle foglie
Mi destai alla siccità e le felci erano morte, le piante in vaso gialle come grano; la mia donna era sparita e i cadaveri dissanguati delle bottiglie vuote mi cingevano con la loro inutilità; c'era ancora un bel sole, però, e il biglietto della padrona ardeva d'un giallo caldo e senza pretese; ora quello che ci voleva era un buon attore, all'antica, un burlone capace di scherzare sull'assurdità del dolore; il dolore è assurdo perché esiste, solo per questo; sbarbai accuratamente con un vecchio rasoio l'uomo che un tempo era stato giovane e, così dicevano, geniale; ma questa è la tragedia delle foglie, le felci morte, le piante morte; ed entrai in una sala buia dove stava la padrona di casa insultante e ultimativa, mandandomi all'inferno, mulinando i braccioni sudati e strillando strillando che voleva i soldi dell'affitto perché il mondo ci aveva tradito tutt'e due.
 
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22:50 26 novembre 2009
| sandra
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Ecco qui Manfred che, con un balzo nell'iperspazio temporale, ha riportato in vita un vecchio topic. Un modo per viaggiare nel tempo… 
Una bella poesia quella che hai postato. 
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