Utente | Messaggio |
14:34 8 maggio 2009
| Manfredi
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Respiro
Ancora non ha un corpo
la spettinata primavera.
invisibile e palpabile
sbuca dietro un angolo,
passa, si dilegua,
mi sfiora la fronte: nessuno.
Aria di primavera.
Non si sa bene dove
appare e sparisce.
Il sole apre gli occhi:
ha appena compiuto
vent' anni il mondo.
La luce palpita dietro la persiana.
Nel mio pensiero spuntano virgulti;
più che foglie son aria,
un batter d' ali appena appena verde.
Volteggiano un istante e si dissolvono.
Pesa meno il tempo.
Io respiro.
Arbol adentro, 1976/1987
(trad. Maria Pia Lamberti)
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14:57 8 maggio 2009
| stella
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| Ospite
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"[...]vado per il tuo corpo come per il mondo, il tuo ventre è una spiaggia soleggiata, i tuoi seni due chiese dove il sangue celebra i suoi misteri paralleli, i miei sguardi ti coprono come edera, sei una città che il mare assedia, una muraglia che la luce divide in due metà color di pesca, un luogo di sale, roccia e uccelli sotto la legge del meriggio assorto, vestita del colore dei miei desideri vai nuda come il mio pensiero [...]
(da Pietra di sole, traduzione di G. Bellini

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15:11 8 maggio 2009
| admin
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| Amministratore
| messaggi3520 | |
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Le armi dell' estate
Ascolta i palpitii dello spazio
i passi della stagione in estro
sulle braci dell'anno
Rumore di ali e crotali
lontani tamburi d'acquazzone
ansia e crepitio della terra
sotto la veste d'insetti e radici
La sete si sveglia e costruisce
le sue grandi gabbie di vetro
ove acqua incatenata è la tua nudità
acqua che canta e si scatena
Con le armi dell'estate
entri nella mia stanza nella mia fronte
a sciogliere il fiume del linguaggio
guardati in queste rapide parole
A poco a poco il giorno brucia
sul paesaggio abolito
la tua ombra è un paese di uccelli
che il sole sperde con un gesto
Da: “Verso l'inizio” (1964-1968)
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15:27 8 maggio 2009
| Gio
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| Ospite
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…vado per la tua strada come per un fuime, vado per il tuo corpo come per un bosco, come per un sentiero nel monte che in un brusco abisso finisce, vado pei tuoi pensieri assottigliati e all'uscita dalla tua bianca fronte la mia ombra abbattuta si strazia, raccolgo i miei frammenti uno a uno e proseguo senza corpo, cerco tentoni, (…)
-la vita, quando fu davvero nostra? quando siamo davvero ciò che siamo? ben guardato non siamo, mai siamo da soli se non vertigine e vuoto, smorfie nello specchio, orrore e vomito, mai la vita è nostra, è degli altri, la vita non è di nessuno, tutti siamo la vita -pane di sole per gli altri, tutti gli altri che siam noi-, son altro quando sono, i miei atti son piú miei se sono anche di tutti…
(da Pietra di sole, traduzione di G. Bellini)
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21:01 8 maggio 2009
| admin
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| Amministratore
| messaggi3520 | |
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"Tutto si trasfigura, tutto è sacro, il centro della terra è in ogni stanza, sempre è la prima notte, il primo giorno, il mondo nasce quando due si baciano"
Pietra di Sole, "il più bel poema d'amore mai scritto in America Latina" secondo Julio Cortázar, uno fra i testi poetici più amati dal pubblico di tutto il mondo, è opera circolare come il "tempo originario" simboleggiato nel calendario sacro azteco, la monolitica Piedra de Sol da cui il poema trae il titolo. L'amore costituisce la via d'accesso a questa temporalità autentica, perché esso è forza liberatrice e rivoluzionaria che smaschera i potenti, che dà voce alle vittime della storia, che abbatte le pareti tra cui ognuno vive isolato dall'altro. Nell'abbraccio degli amanti il tempo cede, respira e si dilata in un istante immenso: l'istante amoroso. Sfuggendo a una quotidianità scandita da abitudini, solitudini, ipocrisie e violenze, l'io e il tu si fondono in un'unità erotica e pulsante per cui l'Universo tradisce la sua nascosta natura ambigua e analogica.
Da: http://www.ilfiloonline.it
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