

Road in Maine, 1914
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Hopper fu considerato il caposcuola dei realisti che dipingevano la "scena americana".
La sua evocativa vocazione artistica si rivolge sempre più verso un forte realismo, che risulta la sintesi della visione figurativa combinata con il sentimento struggente e poetico che Hopper percepisce nei suoi soggetti. Diceva: "non dipingo quello che vedo, ma quello che provo".
Predilige immagini urbane o rurali, immerse nel silenzio; i suoi spazi sono reali ma in essi c'è qualcosa di metafisico (senza alcun accostamento alla corrente italiana), che comunica allo spettatore un forte senso di inquietudine. La composizione dei quadri è talora geometrizzante, sofisticato il gioco delle luci fredde, taglienti e volutamente "artificiali", sintetici i dettagli. La scena è spesso deserta; raramente vi è più di una figura umana, e quando ve ne è più di una, sembra emergere una drammatica estraneità e incomunicabilità tra i soggetti che ne accentua la dolorosa solitudine. Di lui è stato detto che sapeva "dipingere il silenzio".
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Girl at sewing machine, 1921


Soir Bleu, 1914