Utente | Messaggio |
14:53 8 febbraio 2009
| Benito Ciarlo
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Nella tempesta il glicine morì. Era l'inverno e frantumò la pergola un fulmine che, giunto, interloquì facendoci tacere.
Un moncherino ancor pieno di fumo pareva che gridasse a squarciagola sotto l'acqua battente; il suo profumo voleva dirci addio.
Oggi è rinato, e nella gola un grumo di ricordi s'annida come un masso, come sbocco di sangue. E mi consumo pensando al tuo silenzio.
Questo cielo invernale è indifferente a quei tralci che spogli danno il passo alla neve che cade quietamente sul mio cuore sepolto.
Lasciasti, madre, il pianto nei tuoi figli che oggi ti ricordano pregando e la tua tomba adornano di gigli. Il glicine è risorto.
Cresce per ricordarmi le parole che mi dicesti mentre si schiantava: "Coraggio, ruba qualche raggio al sole, ti sarà di conforto."
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15:12 8 febbraio 2009
| admin
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| Amministratore
| messaggi3520 | |
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Grazie, Ben, per averci portato le tue parole, colme di memoria, di rimpianto, di sofferenza per quel fulmine che ha schiantato la vita. La morte che ha involato l' essere caro.
Oggi il glicine è ri-nato.
Bisognerebbe davvero saper rubare “qualche raggio al sole”…, per rendere il cammino meno doloroso.
 
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20:51 8 febbraio 2009
| Rose
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| Ospite
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Bella anche da un punto di vista formale, la tua poesia, Ben, fatta di quartine di tre versi endecasillabi ed un settenario che accompagnano, come un canto mesto, il tuo rimpianto.
Perdere la mamma è come perdere un pezzo di sè. Da quel momento, ti senti incompleto.
A volte può sembrare una sorte ingiusta che una pianta sopravviva ad una persona … o che addirittura, rinasca.
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Colgo questa occasione, per darti il benvenuto sul forum. 
Lo spazio è limitato, quindi ho pensato ad un glicine bonsai 
 
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21:46 8 febbraio 2009
| franco
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| Ospite
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struggente poesia,
impeccabile nella forma, sincera e commovente nel contenuto.
Una ritrovata fioritura che è metafora di resurrezione.
La vita è oltre ogni schianto e il cielo è indifferente solo in apparenza.
Un piacere averti incontrato su queste pagine.
f
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20:43 13 febbraio 2009
| Filippo
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Infine cosa sono i ricordi se non tasselli tatuati indelebilmente all'interno – ma proprio nel profondo profondo – di quello che nascondiamo sotto la nostra corteccia?
E basta un nonnulla per farli tornare "vivi", vitali, fino a ri-respirare odori, a ri-sentire voci, suoni, frastuoni.. a ri-vedere visi, luoghi.
La memoria è altra cosa rispetto al ricordo. la memoria è cronaca, il ricordo è emozione.
Grazie, Benito, per averci fatto condividere …emozione.
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20:50 13 febbraio 2009
| sandra
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| Ospite
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16:53 27 febbraio 2011
| Benito Ciarlo
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admin ha scritto:
Grazie, Ben, per averci portato le tue parole, colme di memoria, di rimpianto, di sofferenza per quel fulmine che ha schiantato la vita. La morte che ha involato l' essere caro.
Grazie a te per il bel commento.
Ben
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16:56 27 febbraio 2011
| Benito Ciarlo
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Rose ha scritto:
Bella anche da un punto di vista formale, la tua poesia, Ben, fatta di quartine di tre versi endecasillabi ed un settenario che accompagnano, come un canto mesto, il tuo rimpianto.
Ciaro Rose, è bello ritrovarti e poter ancora leggere i tuoi commenti, al solito indulgenti nei miei riguardi, però sempre colmi di saggezza. Le tue parole sanno anche essere consolatorie. Grazie,
Ben
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16:58 27 febbraio 2011
| Benito Ciarlo
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| Ospite
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franco ha scritto:
…
Una ritrovata fioritura che è metafora di resurrezione.
….
Il piacere è reciproco, Franco.
Grazie per il pertinente commento.
Ben
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17:01 27 febbraio 2011
| Benito Ciarlo
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| Ospite
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Filippo ha scritto:
La memoria è altra cosa rispetto al ricordo. la memoria è cronaca, il ricordo è emozione.
Grazie, Filippo.
Quel che dici in conclusione è sacrosanto.
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