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Utente Messaggio
20:11 16 gennaio 2010
Elina
Ospite
non sostare sulla soglia
per cercare dimora occasionale
insopportabile nella notte
la tua voce
attraversa le stanze del mio inverno
di poche ingiallite foglie
non starmi addosso
nel portare all'orecchio canzoni
dal candore antico
sia balsamo solo una preghiera
poiché mi svesto ormai
dell'abito a fiori piccoli
trascorri nuovi giorni
abbi pace di giochi
giovanili risate, sorrisi
forse (erano) la mia grazia.
08:37 17 gennaio 2010
sandra
Ospite
Il poeta ha un rapporto particolare con la Parola. Essa ne è lo strumento, il "balsamo", 'croce e delizia'.
Una bella poesia, cara Elina. Mi piace l'augurio che fai a te stessa:
"trascorri nuovi giorni
abbi pace di giochi
giovanili risate, sorrisi".
12:55 17 gennaio 2010
admin
Amministratore
messaggi3520
La parola è “pellegrina”, se ne va di strada in strada, da orecchio a orecchio sussurra e porta con sè anche ciò che non si vorrebbeo sentire, non più. A volte, davvero, è insopportabile .
Bel lavoro, Elina. Un' intimità ricca e volontariamente privata dell' abito a fiori piccoli si fa portavoce di un invito alla “parola”, che si faccia sostenibile e dedita al sorriso. Grazie.
18:21 17 gennaio 2010
Rose
Ospite
La scrittura e quindi la parola possono fungere da balsamo lenitivo e aiutarci a crescere. L'ho letta così, Elina e mi è piaciuta molto. Anche l'immagine, molto bella.
20:51 17 gennaio 2010
Pietro
Ospite
Che tenerezza, quell'abito a fiori piccoli che vuole forse indicare un'innocenza che si è costretti a lasciare. Ma il suo ricordo ci accompagna, come una grazia che ci permetterà di sorridere ancora alla vita. La "parola pellegrina" ci è compagna nel nostro peregrinare.Grazie, gentile Elina.
21:36 17 gennaio 2010
Elina
Ospite
grazie a voi per la lettura
un caro saluto
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