

Deciderò io, quando dovrà piovere sui miei campi.
***
Nel fuoco mi lavai e poi m'immersi nell'acqua,
visitando gli abissi apprezzai la superficie
rinunciando al sublime
(a cosa serviva correre dietro all'inesistente?),
e tanto mi donasti e tanto di più mi togliesti
nemico giurato, che il velo sporcasti.
Non ti bastò avermi mutilata, era un duello impari il nostro.
Fato vigliacco, che sotto le vesti del gentil sentimento
ingannar mi tentasti (fu un trucco come un altro).
Mi fermai a riprendere il fiato, un solo istante,
a te e alla sfida non rinunciai, né mi dichiarai mai vinta
e nel scintillio di spade taglienti la notte s’illuminò a giorno,
e colpo su colpo, seppur agonizzante, combatterei
impavida contro il gigante,
finché l'ultima goccia delle sacre vene
cadde sull'unico fiore rimasto.
Carmen
(anno 2002)
nota:
N'è passata di acqua sotto i ponti, da quando scrivevo così…
è proprio vero che la scrittura cambia insieme a noi. O, per lo meno,
così è stato per me. Buona lettura! e un sorriso.