Utente | Messaggio |
08:33 23 novembre 2009
| Rose
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indossa un vestito di pietra
e poi tingiti l’occhio di bianco
non c’è niente da guardare
sul confine di un desiderio
distillati di noia gocciolano
liquide parole
c’era una volta un tempo
che non è mai stato
ieri è soltanto un sogno
un fermo immagine
in una giornata
senza sottotitoli
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13:01 23 novembre 2009
| admin
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| Amministratore
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ieri è soltanto un sogno
predomina, a mio parere, la negazione sostanziale dell' ieri che viene spogliato d' ogni concretezza, anche quando scrivi:
c'era una volta un tempo
che non è mai stato
come se stessi elaborando il passato che, oggi, appare svuotato di significato.
E, nel prosieguo del pensiero, l' oggi appare anch' esso proiettato in una dimensione di noia, “senza sottotitoli” che ne possano spiegare e motivare l' esistere.
Versi che cristallizzano il sentire senza pietà e danno l' dea di un vuoto interiore che si srotola nell' immobilità. L' immagine di Maggie Taylor ben sottolinea il contenuto.
Un gran bel lavoro di de-costruzione del vissuto.
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17:52 23 novembre 2009
| Rose
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Una lettura perfetta. Grazie, Daniela. 
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18:55 23 novembre 2009
| sandra
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Che diamine, zia Rose, quanta tristezza!
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20:01 23 novembre 2009
| Elina
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"distillati di noia gocciolano
liquide parole"
come dire che "il tempo che non è mai stato" alla fine conduce ad una rassegnazione, consolazione quasi da vivere/esternare in parole gocce di noia
un bel testo Rose con immagini particolari fin dall'inizio
grazie, Elina
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22:24 23 novembre 2009
| Manfredi
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arrivo adesso da più letture della poesia di Mario.
passo da strazio a desolazione.
carissimi, non è che volete portarmi a una crisi depressiva, vero? non è che sia un gran bel periodo neanche per me.
bisogna che ci teniamo su, tutti insieme.
sapete, tutti per uno ecc…
buon lavoro, Rose: chiarissimo il messaggio, di una negatività globale.
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22:29 23 novembre 2009
| Rose
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Non mi pareva di essere stata COSI' negativa , comunque, grazie a tutti.
Vorrei ricordare che le poesie riflettono lo stato d'animo di quel particolare momento, non un modo di pensare costante … grazie a Dio! 
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22:44 23 novembre 2009
| Manfredi
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e meno male che è così…, come un andare in altalena, si sale, si scende e si risale , è tipico - non che sia sempre COSI', in realtà. ci sono autori che del pessimismo hanno fatto la costante di tutta la loro produzione – ma è un' altra storia.
 
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22:50 23 novembre 2009
| francmec
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Non la trovo affatto così triste. Affronta un concetto filosofico stimolante, caro già a S. Agostino,e lo fa in una forma estremamente poetica.
Mi piace particolarmente quel
c'era una volta un tempo
che non è mai stato
paradossale e al contempo poeticamente ispirato.
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23:11 23 novembre 2009
| sandra
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Però è anche vero che la poesia nasce più facilmente dai momenti di angoscia… non riesco a ricordare, in questo momento, poesie gioiose. Anche i ricordi, la maggior parte delle volte sono pieni di malinconia…
Sì, ci sono le poesie d'amore… difficile tuttavia trovarne di non scontate. In compenso, l'amore deluso o finito, l'amore tormentato sembra essere una fonte d'ispirazione notevole.
Sto dicendo delle sciocchezze? 
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09:42 24 novembre 2009
| Carmen
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Io la leggo come un senso di "incompletezza"…, se ieri non è stato, manca la storia, il vissuto.
Molto bella!
Grazie Rose!
Carmen
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11:03 24 novembre 2009
| Pietro
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Mi ha colpito l'immagine scelta…Un abito di pietra costituisce una bella armatura per chi ha subito già una ferita, al punto da voler considerare l'ieri come "un tempo che non è mai stato", ipotesi filosofica molto interessante, peraltro.
Per quanto riguarda il tema ricorrente della tristezza in poesia, mi sembra un argomento che meriterebbe di essere ampliato. Mi riserbo di tornarci sopra dopo riflessione.
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13:29 24 novembre 2009
| Rose
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Grazie a Francesco, Carmen e Pietro del quale attendo con impazienza ;-) le riflessioni.
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21:53 24 novembre 2009
| admin
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| Amministratore
| messaggi3520 | |
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A me interesserebbe sul serio una più diffusa explanation sul "concetto filosofico" già posto da S. Agostino
Quanto allo stimolo che uno stato mentale triste o anche semplicemente malinconico può offrire all' ispirazione in poesia o in narrativa, penso che in effetti sia un dato di fatto. Forse perché la possibilità di "esprimersi", di "dirsi" in tutta la propria sofferta esperienza, costituisce un modo che contribuisce all' elaborazione del male dentro.
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11:42 25 novembre 2009
| Rose
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| Ospite
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11:48 25 novembre 2009
| Rose
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| Ospite
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Che razza di copia-incolla! impossibile da modificare, comunque viene da questo sito:
http://danielcolm.blogspot.com…..stino.html
La parte centrale mi sembra interessante.
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13:54 25 novembre 2009
| sandra
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Dunque, niente viaggi con la macchina del tempo?
 
Forse in futuro le parole di S. Agostino saranno del tutto obsolete, perchè sarà possibile viaggiare nel tempo: rivivere quelli che ora sono solo ricordi… chissà.
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18:06 25 novembre 2009
| Pietro
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Il discorso è oltremodo interessante.
Ho letto questa notizia, a dir poco…curiosa 
La macchina del tempo esiste ed è in Vaticano di Daniela Ghio – Il Gazzettino del 3 agosto 2002
Sarebbe nascosta in Vaticano la macchina del tempo inventata da padre Pellegrino Ernetti
La notizia ha del sensazionale: in Vaticano verrebbe tenuta gelosamente nascosta una macchina capace di vedere il passato, attraverso una sorta di televisore. Uno strumento scientifico portentoso e fantastico, che potrebbe divenire pericoloso per l'intera umanità: il "cronovisore", così si chiama la scoperta, captando gli eventi del passato, li farebbe vedere come si sono realmente svolti, svelando anche rischiosi segreti. La macchina sarebbe stata inventata da un ricercatore italiano, padre Pellegrino Alfredo Maria Ernetti, monaco benedettino, conosciutissimo esorcista, musicologo di fama internazionale e scienziato, vissuto a Venezia, nel convento benedettino dell'isola di San Giorgio Maggiore, dove è morto otto anni fa, nel 1994. A rivelare la scoperta è un libro "bomba" appena pubblicato in Francia, a Parigi, dalle Edizioni Albin Michel: "Le noveau mystère du Vatican" (Il nuovo mistero del Vaticano") del teologo francese padre Francois Brune. Brune è un personaggio assai noto in Francia: professore di teologia, ha pubblicato libri di notevole impegno, accolti sempre con grande interesse anche dalla stampa laica. Il suo nome, come quello della casa editrice, sono una garanzia di serietà scientifica e per questo il volume che ha dedicato al cronovisore ha riaperto congetture e discussioni infuocate, diventando una miscela esplosiva. Della sconvolgente apparecchiatura aveva già parlato intorno agli anni '70 lo stesso padre Ernetti in numerose interviste e pubblicazioni, e ai suoi allievi di prepolifonia al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia. La scoperta aveva suscitato un putiferio. Da una parte c'erano infatti sostenitori entusiasti: se era possibile rivedere il passato, la macchina avrebbe sciolto definitivamente tutti i dubbi restanti su eventi fondamentali che avevano cambiato la storia del mondo. Dall'altra c'erano le persone spaventate: il cronovisore poteva rivelarsi uno strumento pericoloso per carpire segreti e mettere a rischio la sicurezza dell'umanità. Le discussioni non finivano mai ed erano soprattutto gli uomini di Chiesa i più coinvolti. Poi improvvisamente il benedettino si trincerò in un rigoroso silenzio, spiegando che aveva ricevuto ordini in proposito dal Vaticano, l'interesse andò lentamente scemando e dopo qualche anno della "macchina del tempo" non si parlò più. Il libro di padre Brune rivela fatti inediti, retroscena incredibili, dettagli sconcertanti, indica nomi di personalità al di sopra di ogni sospetto, di scienziati famosi, indica date, circostanze precise, riporta documenti straordinari, lunghe conversazioni con padre Ernetti e il tutto, cucito insieme, diventa una valanga documentale cui è difficile fare opposizione. Il volume dimostra con dovizia di prove che il cronovisore è realmente esistito, anche se l'argomento è, a detta dello stesso autore, ai limiti della fantascienza. Negli anni '60 un gruppo di scienziati, tra cui padre Pellegrino, sarebbe riuscito a captare le onde visive e sonore del passato concreto terrestre, con una macchina che sarebbe in grado di ricostruire non solo i fatti e i detti della vita di ciascuno, ma addirittura la storia. La scoperta parte da un principio di alta fisica: ciascuno dì noi, a mano a mano che passano i secondi, nelle ore, nei giorni, nei mesi e negli anni della vita presente, lascia dietro di sé come una doppia scia, "visiva e sonora", poiché ogni uomo altro non è che energia visiva e sonora. «Tutta la nostra ''fisionomia" -spiega Ernetti nel saggio "Bibbia, teologia; magia e scienza" del 1987- è energia visiva che si sprigiona da noi, dalla nostra epidermide, e tutte le parole che noi diciamo sono energia sonora. Ora, ogni energia, una volta emessa, non si distrugge più semmai si trasforma, però resta eterna nello spazio aereo. Occorrono strumenti che captino queste energie e le ricostruiscano in maniera tale da ridarci la persona o l'evento storico ricercato: quindi noi avremo tutto il presente nel tempo e nello spazio». Con il cronovisore, racconta Brune, il gruppo di scienziati guidato dal monaco benedettino fece ricerche dapprima su Mussolini, poi su Napoleone, quindi passò ad avvenimenti dell'età romana e assistette alla rappresentazione di alcune famose tragedie. Di una di queste, scritta da Quinto Ennio, che si intitolava "Thiestes" della quale si conosceva solo qualche breve citazione, trascrisse l'intero testo come venne recitato a Roma nel 169 a.C., durante i giochi pubblici in onore di Apollo. Padre Ernetti raccontò a padre Brune di aver visto anche tutto lo svolgimento della Passione, della morte e della Resurrezione di Cristo. Nel suo libro Brune afferma che la macchina, composta da tre gruppi di elementi, si trova "sequestrata" in Vaticano. Padre Ernetti, spaventato dall'importanza incredibile della sua scoperta, si era confidato con i propri superiori e con le autorità vaticane C'era stata una riunione segreta con il papa e poi, di comune accordo, la macchina era stata ritirata e nascosta in Vaticano. A padre Ernetti era stato imposto di non fare più pubbliche dichiarazioni su quell'argomento, ma non gli era stato proibito di parlarne con gli amici in privato. E così aveva confidato tutto all'amico teologo francese. Chi scrive ha conosciuto personalmente padre Ernetti, era un sacerdote dotato di grande carisma e umanità. Una persona semplice e onesta, tutta dedita ai sudi studi sulla prepolifonia, sulla pneumofonia e all'attività di esorcista della diocesi di Venezia, carica che ha ricoperto per quasi trent'anni. Non mi ha mai parlato della macchina del tempo. Del resto oggi nessuno ne sa più niente e tutta la vicenda ha assunto un aspetto davvero misterioso. Forse il volume di Brune porterà finalmente alla luce la realtà.
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20:04 25 novembre 2009
| francmec
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L'articolo che ha proposto Pietro ovviamente è scherzoso. D'altra parte, nessuno scienziato parlerebbe mai in termini di "energia visiva" o "energia acustica", espressioni care più alla fantascienza.
Sulla questione che si potrà viaggiare nel passato, sollevata da Sandra sotto il bel dettaglio di Dalì, non penso che sarà mai possibile. D'altra parte, se fosse vero che un giorno si potrà tornare indietro nel tempo, dovremmo già ora incontrare i "temponauti" che dal futuro verrebbero a farsi "un giretto" nella nostra epoca.
Lo stesso Einstein era scettico e proponeva il paradosso dell'uomo che tornava indietro nel passato e uccideva la nonna, rendendo impossibile la propria nascita. Una conseguenza assurda come questa, secondo lui, violando il principio di coerenza della fisica, dimostrava l'impossibilità dei viaggi nel tempo.
Però, in fondo, chi può dirlo! Magari domani verrà a trovarmi un uomo attempato con l'aria familiare, che, dopo aver parcheggiato una specie di navicella spaziale, mi stringerà la mano sorridendo e dirà: piacere, io sono tu… 
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20:55 25 novembre 2009
| Rose
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Ciao, Francesco Sui paradossi dei viaggi nel tempo, c'è tutta una letteratura nella science fiction. A me l'articolo portato da Pietro sembra una buona base per un romanzo alla Dan Brown.
 
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