Utente | Messaggio |
22:06 21 marzo 2010
| borablu
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“Il capo del governo si è macchiato ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perché il popolo ha tollerato e addirittura applaudito questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si è resa naturalmente conto delle sue attività criminali, ma ha preferito dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto. Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt’al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po’ ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente a causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano. Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia, ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare."
Questo testo che da settimane circola sul Web, è datato 1° maggio 1945. Scritto da Elsa Morante, dedicato a Benito Mussolini, è pubblicato su Paragone Letteratura. È un ritratto calzante di un altro personaggio a noi contemporaneo.
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23:15 21 marzo 2010
| Rose
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Interessante. Solo che non si sa proprio da chi prendere esempio.
Inchiesta sanità, arrestato a Bari l'ex vicepresidente della Regione
BARI – L'ex vicepresidente della giunta regionale pugliese Sandro Frisullo (Pd) è stato arrestato e condotto in carcere su disposizione della magistratura barese nell'ambito delle indagini sulla gestione della sanità pugliese. L'indagine si avvale anche delle dichiarazioni accusatorie rilasciate dall'imprenditore barese Gianpaolo Tarantini. Nei mesi scorsi era stato proprio Gianpi Tarantini a riferire agli inquirenti baresi dei rapporti avuti con Frisullo quando questi era vicepresidente della giunta regionale pugliese. L'imprenditore nel corso di alcuni interrogatori rivelò ai pm Ciro Angelillis, Eugenia Pontassuglia e Giuseppe Scelsi di aver offerto a Frisullo escort e denaro (che il politico avrebbe accettato) in cambio di vantaggi per le sue società nell'aggiudicazione di appalti alla Asl di Lecce.
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11:16 22 marzo 2010
| Pietro
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"La maggioranza si è resa naturalmente conto delle sue attività criminali, ma ha preferito dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto."
Non amo molto questi giudizi sommari che sembrano attribuire il senso della giustizia a pochi integerrimi (chi sarebbero, oggi come oggi, nel nostro paese? non saprei davvero) e denigrano l'Italia, come se gli altri paesi fossero immuni da politici corrotti e immorali.
L'uomo è tale dovumque, con le sue debolezze e millanterie.
Non molti anni fa la descrizione del personaggio suddetto sarebbe calzata ad un politico di opposte tendenze, che non cito per rispetto, dal momento che è deceduto. Egli era spesso oggetto di una satira accesa che lo equiparava appunto a Mussolini, non solo nei modi, ma persino nell'aspetto fisico.
Vorrei tanto che la politica tornasse al suo compito, che è quello di governare il paese nell'interesse dei cittadini, magari sulla base della collaborazione, invece che dello scannarsi a vicenda. E' un pio desiderio, lo so.
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13:52 22 marzo 2010
| Carmen
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Vero, mi riferisco al commento di Pietro, una volta la politica era arte e passione.
Carmen
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20:37 22 marzo 2010
| borablu
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considerazioni profonde, soprattutto perchè centrate sull'oggetto delle parole della Morante.
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21:14 22 marzo 2010
| Rose
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Ecco, Mario. Magari, risparmiaci l'ironia. Dovresti apprezzare che, pur non condividendo lo spirito dell'inserimento, abbiamo risposto civilmente e, mi sembra, restando perfettamente in tema. Saluti.
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08:35 23 marzo 2010
| admin
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| Amministratore
| messaggi3520 | |
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Occhio, per favore! ché, detto da una mezza cecata come me, pare una barzelletta!
No, volevo dire che il testo riportato da Mario e che, come Mario ha giustamente osservato, impazza in rete da un bel po' ed è stato diffuso da diversi siti on line a partire da Sagarana & C, è un testo taroccato (il che è stato ampiamente riconosciuto). Questo per correttezza di informazione.
Invece, come nota di colore, faccio notare che il suddetto brano è pubblicato anche da Luigi de Magistris, che non mi ha l'aria di essere uomo di buone letture, ed era quindi naturalmente portato ad abboccare all'amo dei solleticatori dell'antiberlusconismo in cerca di padri (o madri) nobili (almeno più nobili tanti altri…). Ma poichè siamo in democrazia, voglio concludere con:
In questi giorni circola in rete un pezzo a firma Elsa Morante che in realtà è una grossolana manipolazione con tagli arbitrari e non segnalati, collage di pezzi dislocati a proprio piacimento e, cosa ancor più grave, cambiamento di interi brani. Nella bufala-pastiche ci sono cascati quasi tutti, ….
Rimando a http://georgiamada.splinder.com/post/22249588
per la lettura del testo INTEGRALE e NON MANIPOLATO
A mio parere, Elsa Morante non si meritava di essere messa on line per gli anni a venire in questa versione grossolana, di cui sarebbe interessante conoscere l' autore e responsabile irresponsabile.
 
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09:08 23 marzo 2010
| Pietro
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Dal blog di Georgia Mada, citato da Daniela:
carissimi tutti …
RISOLTO IL CASO
So il nome dell'autore della ciofeca e ho deciso di condivederlo con tutti voi. Si chiama Stefano Nespor, è avvocato a Milano, si occupa di diritto amministrativo e diritto del lavoro e diritto d'autore, ma dal 1974 al 1977 è stato magistrato a Milano e a Vigevano poi si è dimesso. Ha fondato insieme ad Achille Cutrera (oggi radicale ieri socialista) la rivista giuridica dell'ambiente. Si è occupa di un sacco di cose, dalle leggi sullo smaltimento dell'immondizia, al diritto sulla sicurezza del lavoro,al diritto d'autore, è stato consulente per l'europa delle elezioni in Abania del 1996, da un po' di anni sembra lavorare sempre in coppia con la socia Ada Lucia de Cesaris. Potete trovare tutto in rete senza problemi. Stefano Nespor ha una pagina facebook da cui si risale al suo sito. Fa dei bruttissimi disegni e ri-scrive testi alterati, ha un bollettino semestrale che invia per posta dal nome Testi infedeli, Il primo volume di Testi Infedeli è del 1989. L'ultimo del novembre 2009 e per l'appunto contiene il testo incriminato Il capo del governo. Se andate nel sito, poi a Testi infedeli e poi a indice [o a numero corrente] nel numero 37 trovate il testo. Lina Sotis gli dedico il 16 luglio del 2003 un tafiletto sul Corriere dal titolo "Testi Infedeli, la nuova moda chic della letteratura".
Ora devo ancora scoprire se de magistris (che sembra quasi essere il primo a mettere in rete il testo alla fine di gennaio) è stato il pollo-famoso predestinato (a cui magari è arrivato il bollettino o altra apposita segnalazione), o se sapeva tutto ciò e ha postato il testo per fare pubblicità all'amico che magari ha in programma la pubblicazione di un libro (visto la discesa in campo di Mozzi non ci sarebbe da escluderlo). Io propendo però per la prima ipotesi visto che il sala-motto ha messo il testo-ciofeca tra virgolette e ha proprio scritto sotto elsa morante (e non *da* elsa morante come abilmente aveva scritto l'avvocato-volpe e anche il blogger di Atti impuri). Scrivendoci sotto la bufala anche un pistolotto serioso dove scrive esplicitamente e avventatamente: "Nel nostro presente in cui il berlusconismo ha macchiato le coscienze di un intero popolo, è ancora attuale quanto scriveva Elsa Morante". Vi saluto sentendomi ormai mega-egoticamente una lisbeth salander in formato minore ;-) Geo-beth -lander
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10:40 23 marzo 2010
| Rose
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OK. Forse è il caso di mettere il testo completo della Morante. Sempre dallo stesso blog:
Roma 1° maggio 1945 Mussolini e la sua amante Clara Petacci sono stati fucilati insieme, dai partigiani del Nord Italia. Non si hanno sulla loro morte e sulle circostanze antecedenti dei particolari di cui si possa essere sicuri. Così pure non si conoscono con precisione le colpe, violenze e delitti di cui Mussolini può essere ritenuto responsabile diretto o indiretto nell'alta Italia come capo della sua Repubblica di Sociale. Per queste ragioni è difficile dare un giudizio imparziale su quest'ultimo evento con cui la vita del Duce ha fine. Alcuni punti però sono sicuri e cioè: durante la sua carriera, Mussolini si macchiò più volte di delitti che, al cospetto di un popolo onesto e libero, gli avrebbe meritato, se non la morte, la vergogna, la condanna e la privazione di ogni autorità di governo (ma un popolo onesto e libero non avrebbe mai posto al governo un Mussolini). Fra tali delitti ricordiamo, per esempio: la soppressione della libertà, della giustizia e dei diritti costituzionali del popolo (1925), la uccisione di Matteotti (1924), l'aggressione all'Abissinia, riconosciuta dallo stesso Mussolini come consocia alla Società delle Nazioni, società cui l'Italia era legata da patti (1935),la privazione dei diritti civili degli Ebrei, cittadini italiani assolutamente pari a tutti gli altri fino a quel giorno (1938). Tutti questi delitti di Mussolini furono o tollerati, o addirittura favoriti e applauditi. Ora, un popolo che tollera i delitti del suo capo, si fa complice di questi delitti. Se poi li favorisce e applaude, peggio che complice, si fa mandante di questi delitti. Perché il popolo tollerò favorì e applaudì questi delitti? Una parte per viltà, una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse o per machiavellismo. Vi fu pure una minoranza che si oppose; ma fu così esigua che non mette conto di parlarne. Finché Mussolini era vittorioso in pieno, il popolo guardava i componenti questa minoranza come nemici del popolo e della nazione, o nel miglior dei casi come dei fessi (parola nazionale assai pregiata dagli italiani). Si rendeva conto la maggioranza del popolo italiano che questi atti erano delitti? Quasi sempre, se ne rese conto, ma il popolo italiano è cosìffatto da dare i suoi voti piuttosto al forte che al giusto; e se lo si fa scegliere fra il tornaconto e il dovere, anche conoscendo quale sarebbe il suo dovere, esso sceglie il suo tornaconto. Mussolini,uomo mediocre, grossolano, fuori dalla cultura, di eloquenza alquanto volgare, ma di facile effetto, era ed è un perfetto esemplare e specchio del popolo italiano contemporaneo. Presso un popolo onesto e libero, Mussolini sarebbe stato tutto al più il leader di un partito con un modesto seguito e l'autore non troppo brillante di articoli verbosi sul giornale del suo partito. Sarebbe rimasto un personaggio provinciale, un po' ridicolo a causa delle sue maniere e atteggiamenti, e offensivo per il buon gusto della gente educata a causa del suo stile enfatico, impudico e goffo. Ma forse, non essendo stupido, in un paese libero e onesto, si sarebbe meglio educato e istruito e moderato e avrebbe fatto migliore figura, alla fine. In Italia, fu il Duce. Perché è difficile trovare un migliore e più completo esempio di Italiano. Debole in fondo, ma ammiratore della forza, e deciso ad apparire forte contro la sua natura. Venale, corruttibile. Adulatore. Cattolico senza credere in Dio. Corruttore. Presuntuoso: Vanitoso. Bonario. Sensualità facile, e regolare. Buon padre di famiglia, ma con amanti. Scettico e sentimentale. Violento a parole, rifugge dalla ferocia e dalla violenza, alla quale preferisce il compromesso, la corruzione e il ricatto. Facile a commuoversi in superficie, ma non in profondità, se fa della beneficenza è per questo motivo, oltre che per vanità e per misurare il proprio potere. Si proclama popolano, per adulare la maggioranza, ma è snob e rispetta il denaro. Disprezza sufficientemente gli uomini, ma la loro ammirazione lo sollecita. Come la cocotte che si vende al vecchio e ne parla male con l'amante più valido, così Mussolini predica contro i borghesi; accarezzando impudicamente le masse. Come la cocotte crede di essere amata dal bel giovane, ma è soltanto sfruttata da lui che la abbandonerà quando non potrà più servirsene, così Mussolini con le masse. Lo abbaglia il prestigio di certe parole: Storia, Chiesa, Famiglia, Popolo, Patria, ecc., ma ignora la sostanza delle cose; pur ignorandole le disprezza o non cura, in fondo, per egoismo e grossolanità. Superficiale. Dà più valore alla mimica dei sentimenti , anche se falsa, che ai sentimenti stessi. Mimo abile, e tale da far effetto su un pubblico volgare. Gli si confà la letteratura amena (tipo ungherese), e la musica patetica (tipo Puccini). Della poesia non gli importa nulla, ma si commuove a quella mediocre (Ada Negri) e bramerebbe forte che un poeta lo adulasse. Al tempo delle aristocrazie sarebbe stato forse un Mecenate, per vanità; ma in tempi di masse, preferisce essere un demagogo. Non capisce nulla di arte, ma, alla guisa di certa gente del popolo, e incolta, ne subisce un poco il mito, e cerca di corrompere gli artisti. Si serve anche di coloro che disprezza. Disprezzando (e talvolta temendo) gli onesti , i sinceri, gli intelligenti poiché costoro non gli servono a nulla, li deride, li mette al bando. Si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, e quando essi lo portano alla rovina o lo tradiscono (com'è nella loro natura), si proclama tradito, e innocente, e nel dir ciò è in buona fede, almeno in parte; giacché, come ogni abile mimo, non ha un carattere ben definito, e s'immagina di essere il personaggio che vuole rappresentare.
Pagina di diario, pubblicata su Paragone Letteratura, n. 456, n.s., n.7, febbraio 1988, poi in Opere (Meridiani), Milano 1988, vol. I, pp. L-LII; e anche in Alfonso Berardinelli, Autoritratto italiano, Donzelli, 1998, pp. 29-31.
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12:31 23 marzo 2010
| admin
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| Amministratore
| messaggi3520 | |
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Grazie, Pietro, e grazie Rose
Stamani non ce l' ho fatta a riportare tutto quanto, come era doveroso, per via del solito problema.
Codesto avvocato, ex magistrato che ha spacciato una ciofeca per verità, falsando la Morante, è un emerito piccolo vigliacco che manco ha firmato il suo falso, da quel che mi è parso di capire. Non solo, ha "abusato" della mente e della fiducia di quei tanti che, pur di trovare qualcosa da dire contro Mr. B., non controllano le fonti.
Insomma si spaccia per informazione (letteraria), un falso (neanche d' autore). Senza curarsi di far passare per "polli" quelli che se la sono bevuta e sono stati tanti. Alla faccia del rispetto per le persone e la loro intelligenza. Questo signore non sa neppure dove stiano di casa.
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14:13 23 marzo 2010
| Manfredi
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| Ospite
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ancora 'sta ciofeca in giro? pensavo che ormai fosse stata neutralizzata, tanto se ne è detto bisogna dire che non si bada al modo, quando si tratta di tirar l' acqua al proprio mulino , verità, menzogna, falso, mezzo falso, tutto fa brodo e la confusione, occorre ricordarlo, serve, serve, serve, oh se serve!!!
io arrivo da un viaggetto di lavoro e mi ero -quasi- scordato del clima che avrei ritrovato qui. ripartirei domani mattina, se potessi. meno male che ormai siamo prossimi alle votazioni, vadano come vadano, dopo si daranno tutti una calmata, si spera. sono stanchissimo di tutto questo tiro al piccione. ma sarà -anche- colpa del jet lag
bella la foto della Morante
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RISOLTO IL CASO
So il nome dell'autore della ciofeca e ho deciso di condivederlo con tutti voi.
Si chiama Stefano Nespor, è avvocato a Milano, si occupa di diritto amministrativo e diritto del lavoro e diritto d'autore, ma dal 1974 al 1977 è stato magistrato a Milano e a Vigevano poi si è dimesso.
Ha fondato insieme ad Achille Cutrera (oggi radicale ieri socialista) la rivista giuridica dell'ambiente. Si è occupa di un sacco di cose, dalle leggi sullo smaltimento dell'immondizia, al diritto sulla sicurezza del lavoro,al diritto d'autore, è stato consulente per l'europa delle elezioni in Abania del 1996, da un po' di anni sembra lavorare sempre in coppia con la socia Ada Lucia de Cesaris.
Potete trovare tutto in rete senza problemi.
Stefano Nespor ha una pagina facebook da cui si risale al suo sito.
Fa dei bruttissimi disegni e ri-scrive testi alterati, ha un bollettino semestrale che invia per posta dal nome Testi infedeli, Il primo volume di Testi Infedeli è del 1989. L'ultimo del novembre 2009 e per l'appunto contiene il testo incriminato Il capo del governo.
Se andate nel sito, poi a Testi infedeli e poi a indice [o a numero corrente] nel numero 37 trovate il testo.
Lina Sotis gli dedico il 16 luglio del 2003 un tafiletto sul Corriere dal titolo "Testi Infedeli, la nuova moda chic della letteratura".
Ora devo ancora scoprire se de magistris (che sembra quasi essere il primo a mettere in rete il testo alla fine di gennaio) è stato il pollo-famoso predestinato (a cui magari è arrivato il bollettino o altra apposita segnalazione), o se sapeva tutto ciò e ha postato il testo per fare pubblicità all'amico che magari ha in programma la pubblicazione di un libro (visto la discesa in campo di Mozzi non ci sarebbe da escluderlo).
Io propendo però per la prima ipotesi visto che il sala-motto ha messo il testo-ciofeca tra virgolette e ha proprio scritto sotto elsa morante (e non *da* elsa morante come abilmente aveva scritto l'avvocato-volpe e anche il blogger di Atti impuri).
Scrivendoci sotto la bufala anche un pistolotto serioso dove scrive esplicitamente e avventatamente: "Nel nostro presente in cui il berlusconismo ha macchiato le coscienze di un intero popolo, è ancora attuale quanto scriveva Elsa Morante".
Vi saluto sentendomi ormai mega-egoticamente una lisbeth salander in formato minore ;-)
Geo-beth -lander