Utente | Messaggio |
22:06 10 ottobre 2009
| Rose
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22:30 10 ottobre 2009
| Manfredi
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farneticazioni devianti di una società invivibile:
Chi sei?
Non lo so.
Da dove vieni?
Non lo so.
Sai almeno che cosa vuoi fare?
Certo! voglio andare su youtube
voglio andare anch' io sull' isola dei famosi
voglio partecipare al grande fratello
voglio ………………..
Oh, ma per la miseria!
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22:45 10 ottobre 2009
| Rose
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| Ospite
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C'è il presenzialismo televisivo, ma anche quello sull'web.
Youtube, blog personali … tutti sembrano aver molto da dire, ma … è proprio così importante? 
Questo si potrebbe dire anche di noi che siamo qui, ovviamente … 
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23:00 10 ottobre 2009
| Manfredi
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moh, a me pare un po' diverso star qui a far 2 chiacchiere su quel che ci pare, gradevolmente intrattenendoci e bonariamente parlando del più e del meno.
non lo vedo come volontà di presenzialismo.
se poi invece parliamo di quanti compaiono con, per esempio, i loro lavori, in molteplici siti web, proponendosi (o illudendosi di proporsi) all' attenzione altrui, con la determinata intenzione di farsi largo (dove? come?), allora cambia la suonata. tutto dipende dalla forma mentis e dalle intenzioni, no?
ma forse non ho capito bene. sono parecchio stanco e auguro la buona notte a Rose che mi ha fatto compagnia e a quelli che magari arriveranno fra un po'.
Buona notte, signore e signori!  
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23:04 10 ottobre 2009
| admin
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notte, Manfred a domani o posdomani (dipende…)
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22:58 11 ottobre 2009
| admin
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| Amministratore
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Dunque, Manfred, tanto per riprendere il filo – le fila del discorso, direi che quando la volontà di stare sull' web, di fare il blogger (posizione non retribuita e che comporta innumerevoli ore alla tastiera ), non diventa una "sindrome", non si configura come "smania" di cui non si riesce a fare a meno, insomma non ha le caratteristiche di un comportamento compulsivo, tutto è ok.
Diversamente…, sono guai!
A parte le battute, si è notato che oggi, con la rete e le community, si è pericolosamente accentuata una "dipendenza" (non riesco a chiamarla in altro modo) che può esser legata a scarsità o difficoltà di rapporti interpersonali "reali" o a desiderio di mettersi in mostra o in vetrina. Questa ultima possibilità la vedo strettamente collegata alla moda dell' apparire a tutti i costi che è una tipicità di questa nostra società.
Non so esattamente se a questi aspetti si rifacesse Rose. Ma, per come vedo io la cosa, e riferendomi in particolare all' web, lo sento come un fenomeno che rivela debolezze intrinseche della persona, in un senso o nell' altro.
Il che, è ovvio, NON VALE per noi, qui, a scambiarci parole di simpatia…
anche perché, se ci capita di non poter partecipare al mondo virtuale per qualche giorno, non credo proprio che si vada in crisi "d' astinenza"  !
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10:57 12 ottobre 2009
| Rose
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Non mi riferivo ai forum come il nostro, dove si parla di vari argomenti e ogni tanto si sottopongono agli amici scritti o fotografie, con la consapevolezza che si tratta, appunto, di cerchie di amici.
Mi riferivo alla crescita esponenziale di blog personali, molti dei quali costituiscono una sorta di diario, alla fine. Solo che un tempo i diari erano un fatto privato; adesso c'è questa mania di mettere tutto in pubblico, ogni moto dell'animo e ogni sciocchezza che occorre alla persona … Mah! 
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13:04 12 ottobre 2009
| stella
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Io dirò una cosa ovvia ma credo che questo proliferare di blog personali sia dovuto al fatto che i rapporti sociali si sono molto ridotti.
Chi vive in grosse città non ha molte possibilità di conoscere persone diverse dal ristretto gruppo di amici.
Si lavora tutto il giorno, i colleghi non sempre ci corrispondono, si rientra a casa, magari in uno di quei palazzi in cui vivono tante famiglie di cui non si conosce nulla , e la giornata è finita.
Se si vogliono scambiare due chiacchiere o magari sfogarsi, per tanti ,non ci sono grosse possibilità di farlo.
A questo punto è facile , comodo e pigro mettersi al pc e usarlo come diario.
E poi a pensarci bene chi è ormai che si prende la briga di ascoltare veramente l'altro?
Spesso mentre uno parla l'altro pensa già a quello che, LUI, deve dire.
In un mondo in cui si è spesso invisibili avere un blog,forse, significa ribadire “io esisto”.
Non più “penso, quindi, esisto”, ma “bloggo(?), quindi esisto.
……………Mah!
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14:32 12 ottobre 2009
| admin
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Cogito, ergo sum
Bloggo, ergo sum   
Carina, Stella!
Sì, è alla mancanza di socializzazione reale che mi riferivo quando sopra ho parlato di "scarsità o difficoltà di rapporti interpersonali reali” .
Il quadro tratteggiato da Stella è quanto mai realistico. Oggi funziona proprio così, con tutte le dovute eccezioni che, come sempre, confermano la regola.
Capita così che si cerchi nel virtuale una comprensione e una condivisione (mah!) che è venuta a mancare nella diffusa sordità del mondo intorno.
Avete presente il ragazzino che ha annunciato su youtube (o era facebook?) il suo suicidio (poi si è suicidato davvero). In altri tempi l' avrebbe confidato al diario, forse. E sarebbe rimasta solo una pagina muta, riservata.
In questo caso la dichiarazione è stata messa in pubblico, e forse era un altissimo grido d' aiuto, cui nessuno, peraltro, ha risposto in questo mondo virtuale dove i rapporti restano spesso, improbabili esempi di superficialità e mascheramento. 
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20:30 12 ottobre 2009
| Rose
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Certo che ragazzi infelici come nell'esempio o mitomani vari trovano nell'web una cassa di risonanza non indifferente. Ecco perchè sarebbe utile una legislazione, in proposito … ma qui stiamo sconfinando.
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14:24 13 ottobre 2009
| admin
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20:54 13 ottobre 2009
| fernirosso
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ho ricevuto un commento,pochissimo tempo fa da un giovane, penso.Sono andata a vedere il suo blog, visto che ne dichiarava l'url, e mi sono trovata davanti un luogo a dir poco strano e angosciante, per certi aspetti. Gli ho aperto le porte lo stesso, nel mio blog intendo, ma nel suo è impossibile entrare, non vuole commenti,anche se, dovunque, sembra quasi gridare la necessità di comunicare con qualcuno. Ecco, che si fa, allora? La visibilità non è affatto visibilità, spesso è una fitta nebbia e anche le persone che si credono conosciute appartengono alla stessa fitta nebbia in cui l'altro resta comunque irraggiungibile, come sempre.f
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21:41 13 ottobre 2009
| admin
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| Amministratore
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e persone che si credono conosciute appartengono alla stessa fitta nebbia in cui l'altro resta comunque irraggiungibile, come sempre
Vero e terribile.
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21:48 13 ottobre 2009
| Rose
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Paolini, un caso di presenzialismo stupido.

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22:05 13 ottobre 2009
| admin
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io non ho ancora capito che cosa volesse – voglia dimostrare (vabbè che non mi sono molto impegnata a capirlo) , ammesso che voglia dimostrare qualcosa…
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22:16 13 ottobre 2009
| Rose
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Per un periodo, mi sembra facesse una specie di campagna personale per l'uso del preservativo, ma più che altro, penso amasse fare il disturbatore e mettersi in mostra, anche a rischio di ricevere qualche pedatone nel fondoschiena.  Mah! Una visibilità pagata cara, a mio avviso.
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22:23 13 ottobre 2009
| admin
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22:32 13 ottobre 2009
| Rose
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| Ospite
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Ah!ah! grande Frajese! Visto l'aplomb con cui ha ripreso il servizio?
E' deceduto, vero? Frajese, voglio dire 
A Paolini si applica il detto dell'erba cattiva … (non in senso letterale, ovviamente) 
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22:49 13 ottobre 2009
| admin
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| Amministratore
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Frajese è stato grande sul serio, ha ripreso il servizio come nulla fosse accaduto: Vogliate scusare l' interruzione…
Comunque questo Paolini è ovunque sull' web, dilaga su youtube, ha un sito eccc
Quanto a visibilità a tutti i costi, non scherza!  
Ma siamo fuori dai canoni di una "normalità" intelligentemente propositiva. Direi.
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14:14 16 ottobre 2009
| Rose
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Usa, bimbo “vola via” Paura per due ore, poi viene ritrovato
Per ore si è temuto che un bimbo di 6 anni fosse su una mongolfiera artigianale. Elicotteri in azione e dirette tv: ma lui era nascosto in garage
- Per oltre due ore, gli Stati Uniti hanno tenuto il fiato sospeso. Sembrava che un bambino di sei anni del Colorado, Falcon Heene, avesse preso il volo per errore su una mongiolfiera artigianale costruita dal padre, alimentata ad elio e fissata con dei ganci in giardino. “L’ho visto salire”, ha detto il fratello maggiore. E così gli elicotteri della Guardia Nazionale si sono messi a scortare lo strano pallone aerostatico, mentre le tv via cavo interrompevano un discorso del presidente Obama per seguire la vicenda del bambino volato via e l’aeroporto internazionale di Denver veniva chiuso pr un breve periodo. Il pallone è poi stato fatto atterrare in un campo: ma di Falcon, nessuna traccia. Tanto che le autorità, in contatto con i genitori del bimbo, atterriti, si sono messi a cercare nei campi, ascoltando le testimonianze di chi diceva di aver visto qualcosa cadere dal pallone in volo, e tirando il nastro giallo della “scena del crimine” intorno a casa Heene. Salvo poi accorgersi che Falcon non aveva mai lasciato quella casa. Era nascosto in garage. E sulla mongolfiera non era mai salito.
- I dubbi
La vicenda è talmente avvincente, e ben orchestrata, da aver suscitato qualche dubbio. A sollevare gli interrogativi è stata una risposta di Falcon a una domanda dei cronisti: “Ma perché non hai risposto quando papà e mamma ti chiamavano?”. La risposta del bimbo è stata: “Papà aveva detto che lo facevamo per lo show”. Il padre di Falcon ha fermato il figlio, e ha spiegato ai cronisti che il piccolo si confondeva, aggiungendo piccato: “Queste sono insinuazioni orribili, dopo tutto quello che ho passato”. D’altronde, la famiglia Heene non è nuova alle luci della ribalta: sono apparsi in un reality show e sono “famosi” per le bizzarre invenzioni , come un hovercraft artigianale e un lanciarazzi. Gli investigatori, a questo punto della storia, non credono si tratti di una farsa: ma hanno deciso di chiedere alla famiglia di collaborare alle indagini sulla storia.
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