Utente | Messaggio |
13:32 3 marzo 2010
| sandra
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| Ospite
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Amanda Knox ha chiesto di poter proseguire gli studi in carcere.
Erika (Novi Ligure) si è laureata in Filosofia in carcere.
Omar (il fidanzatino) si è diplomato in carcere.
La mia domanda è: studiare e ottenenere titoli di studio in carcere fa parte del normale corso riabilitativo? Chi paga per questi studi?
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16:10 3 marzo 2010
| Rose
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Bella domanda, Sandra. Anche se fossero università on-line, so che hanno costi non indifferenti. Faremo una ricerca …
La Knox avrebbe detto che non intende 'sprecare' degli anni di vita e ne approfitterà per laurearsi. 
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16:45 3 marzo 2010
| Pietro
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Ci si chiede a volte quale sia il valore di una vita…
Se penso al quella giovane madre e a quel bambino, a cui è stata stroncata la vita, mi chiedo cosa siano una decina di anni di carcere.
Il giovane Omar ha detto che lui vuole guardare avanti…
Mi auguro davvero che l'uomo, oggi libero, non sia più la persona che ha commesso quel delitto. Mi auguro che il suo sia stato davvero un percorso di pentimento e di riabilitazione.
Non so riapondere alla domanda posta da Sandra. La logica farebbe pensare che la vita e tutte le attività dentro il carcere siano a carico dello Stato, cioè di tutti noi…
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17:11 3 marzo 2010
| Carmen
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| Ospite
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Bella domanda, Sandra!!
Non sono contraria che in carcere si studi, meglio questo che altro, però so che una delle mie figlie dovette smettere di frequentare l'università perché non avevamo abbastanza soldi con un monoreddito per sostenere la spesa di due rette universitarie…
Perciò, se dovessi scoprire che sono io a pagare gli internati agli studi, ma arrabbierei un pochino… Non vorrei che per laurearsi oggi si debba varcare la soglia della galera, sarebbe un paradosso…!! Che andassero a lavorare dentro al carcere, potrebbero pulire o sistemari i giardini interni, piuttosto, così pagherebbero loro stessi gli studi.
Vediamo chi ci risponde.

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14:29 4 marzo 2010
| elisa sala
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| Ospite
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Chi si trova in un carcere o meglio in una struttura statale di costrizione coatta, ha il diritto, ovviamente se lo desidera, allo studio, credo di qualsiasi ordine e grado, ovviamente scuole statali.
Io ho una nipote insegnante di ruolo, e quindi dipendente statale che lavora presso il carcere circondariale della mia città.
Non so se vengono comprese le spese delle Università Statali. Presumo di sì.
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15:24 4 marzo 2010
| borablu
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| Ospite
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Devo dire che mi meravigliate: cioè che mi meraviglia la vostra meraviglia.
Studiare in carcere? Sembra uno scandalo. A me sembra uno scandalo scandalizzarsene.
Una persona che abbia commesso un delitto, sconta la sua pena in carcere.
Ma continua a essere una persone alla quale, se possibile, va dato il modo di riabilitarsi. E quale miglior modo che acquisire gradi di cultura superiori?
Non credo che ciò tolga la possibilità di lavorare in carcere. E anche se fosse?
L'obbligo contemporaneo al lavoro manuale e magari faticoso sarebbe una ulteriore pena?
Se il problema è "chi paga",arrabbiati pure, Carmen, sei tu (io, noi…) ma ti dico che preferisco il denaro speso così che in moltissimi altri modi attuati dal potere.
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15:42 4 marzo 2010
| Rose
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| Ospite
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Certo che sono persone, Mario.
A volte, semplicemente si ha la sensazione che siano più salvaguardati i loro diritti che quelli delle loro vittime … o delle persone comuni e oneste.
Io ho sentito molto come ha posto la questione Carmen, una madre che ha dovuto far fronte da sola all'educazione delle figlie.
Po, naturalmente, non è l'uso peggiore che i governi fanno dei soldi. Dei loro sprechi, purtroppo, è risaputo.
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23:10 4 marzo 2010
| Manfredi
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| Ospite
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ovviamente paghiamo noi.
ovviamente si ha il dovere civile e morale di attivare percorsi atti al recupero dei carcerati e al loro re-inserimento.
ovviamente a volte capita di pensare che tutto ciò faccia i carcerati più "curati" di quanto lo siano le loro vittime e i familiari delle vittime, spesso dimenticate.
ovviamente si vede che capita di frequente come i carcerati, una volta tornati in libertà, nonostante i percorsi attivati, tornino a delinquere come prima e più di prima…
forse c' è qualcosa che non gira a dovere…
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23:30 4 marzo 2010
| elisa sala
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| Ospite
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Purtroppo sono veramente pochi i carcerati che chiedono di poter studiare.

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