Utente | Messaggio |
22:27 6 giugno 2010
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Acquapendente. 3 Aprile 2010. «O' che fai?». «Spiano ». «Per la vigna?». «Noo. Pannelli solari. Tredici ettari ». La storia della vallata ferita inizia così. Con la ruspa che mastica in zolle una distesa di fiori gialli. E con l'operazione di intelligence di Carletti Finaldo, contadino. È lui a lanciare l'allarme, in quella porzione di verde e di pace annessa all'antico borgo medievale immerso in un'atmosfera senza tempo: le viuzze del centro, battute per secoli dai pellegrini della via Francigena; i ruderi delle mura che videro soggiornare in città Ottone il Grande di Sassonia; la cripta romanica di San Sepolcro con la leggendaria pietra segnata dal sangue di Gesù. Ma il grido di Finaldo arriva il giorno di sabato santo. E i vicini, tutti intenti a sfornare pizze di Pasqua, non prendono troppo sul serio quell'omone dal volto scolpito che gira con un codazzo di dodici minuscoli cani. Una distesa di pannelli solari? Proprio in questa vallata etrusca stretta tra due parchi: la riserva naturale del monte Rufeno e il Parco della Val d'Orcia patrimonio dell'Umanità protetto dall'Unesco?
 
Il tarlo però comincia a diffondersi tra gli abitanti di Acquapendente, località Trevinano, podere San Luca: due agriturismi, un paio di fattorie, qualche antico casale, prati a perdita d'occhio pettinati dal vento, farfalle, un piccolo stagno con polifonia di rane, e, quando il sole affonda dietro il monte Amiata, un passeggio di istrici, cinghiali e caprioli.
… La verità viene fuori pian piano: l'impianto fotovoltaico si farà. Il progetto prevede un grande lago di schermi neri di 5 chilometri di lato prodotto dalla Green Consulting srl di Terni. Il più infuriato è il signor Ivano che si scopre «collaborazionista». A lui avevano solo chiesto di far passare un cavo sul proprio terreno. Nessuno aveva spiegato perché. E lui si era fidato del vicesindaco presente, Claudio Colonnelli. Chiederà indietro il permesso…
…un assaggio di ciò che accadrà in località San Luca si può avere a un paio di chilometri dal centro di Acquapendente. Basta porsi sul patio della signora Caterina Bartolini. Sotto tranquillanti da venti giorni. Da quando, a ridosso del suo muro di cinta, sono giunte le ruspe. Manco a dirlo: fotovoltaico senza preavviso. Invano ha chiesto aiuto ai vigili. Ora si dispera: «Sono dei pazzi. Montano questi schermi neri di silicio che si vedono benissimo nonostante la recinzione. E possono raggiungere una temperatura di 70 gradi: gli animali che passeranno sotto li faranno fritti e noi arrosto».
Virginia Piccolillo
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22:37 6 giugno 2010
| Manfredi
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la green economy…
ogni 10 Mgw, pari a 20 ettari di terreno impegnati, danno lavoro fino a 18 persone, tra giardinieri, personale di manutenzione eccetera. Ogni ettaro, che oggi ai contadini rende 500 euro scarsi l'anno, col solare rende tra i 3.000 e i 3.500.
e non parliamo di chi acquisterà l'impianto. Ogni Mgw vale 3milioni di euro. In 7 anni l'investitore si rifà dell'intera somma investita e comincia a guadagnare con la vendita dell'energia.
Altro che Bot e Cct, le percentuali di rendita sono pari al 15-20% …
il che comporta che esiste un grosso margine di guadagno che in tutta Italia non è sfuggito a speculatori, truffatori e criminalità organizzata.
è un affare che rende di più e fa più chic di altri traffici meno politically correct. Ognuno ci ha messo del suo. C'è chi ha fatto incetta di terreni agricoli per un pugno di euro, rivendendoli a prezzi maggiorati ai produttori di energia, senza avere uno straccio di permesso. E c'è chi ha lucrato sugli incentivi per le energie rinnovabili. Nettamente superiori alla media europea.
insomma, è nato un nuovo business (il tutto non tocca chi, in buona fede, opera convinto dell' urgenza dell' energie rinnovabili, ad ogni costo).
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19:10 8 giugno 2010
| admin
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Mi rendo ben conto, Manfred! non si riesce a far niente che subito incomincia il business…
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22:44 10 giugno 2010
| Manfredi
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naturalmente. quando gli ideali crollano e il dio denaro trionfa e se ne va a braccetto con il dio potere e entrambi tirano lo stesso carro, non può essere diversamente.
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22:23 11 giugno 2010
| admin
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Una prospettiva da apocalisse, Manfred.
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22:50 16 giugno 2010
| Manfredi
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da apocalisse, come, praticamente, la marea nera (ormai l' hanno battezzata a 'sto modo e, d' altra parte, un modo vale l' altro) dei nostri giorni.
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22:27 17 giugno 2010
| admin
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Pensi che riusciranno mai a tapparlo, quel buco?
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22:28 18 giugno 2010
| Manfredi
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si spera, il problema è che nel frattempo, hanno infradiciato di schifezze tanto di quell' oceano che solo a pensarci vengono i brividi.
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18:28 24 giugno 2010
| fernirosso
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e quando cominceranno a coltivare biomais? Non per dare da mangiare a chi muore di fame ma per fare correre le auto? Ma vi pare possibile continuare a ragionare in questi termini di follia? Tele trasporto, altro che inquinamento!E invece la ricerca in queste direzioni non fa un passo:mette in crisi le sorgenti di capitalizzazione,chi se ne frega se la terra è una fognatura!
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22:22 25 giugno 2010
| Manfredi
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infatti è così. te le vedi le multinazionali del petrolio che tengono stretto in pugno il potere economico delle nazioni, rassegnarsi e capitolare di fronte a una sciocchezzuola come quella di salvaguardare la salute del pianeta? ma che cosa pretendiamo da LORO! che rinuncino ai soldi, al loro essere i piloni portanti dell' economia? via, siamo seri: qui occorrerebbe ben altro che puntare il dito, ormai tutti sono consapevoli dello scatafascio, ma non si riesce a smuovere niente. quelli pensano che, tanto, LORO non affogheranno mai, in nessuna marea nera.
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