Da che ne ho sentito parlare, della proposta di intitolare una via a Craxi, ho continuato a pensare: Non é il caso. A parte ogni considerazione sulla persona e sulla moralità craxiana, è un altro modo per rinfocolare polemiche, e di altre polemiche proprio non se ne sente il bisogno in questo periodo. Ergo: lasciamo stare Craxi, i suoi sostenitori, i suoi detrattori, ho pensato.
Che ci siano strade intitolate a personaggi di scarso o nullo gradimento, concordo in toto
Il revisionismo storico… in effetti si è visto il ribaltamento di giudizi dati nel passato.
Conta, credo, la "prospettiva" storica: più i fatti si allontanano nel tempo, più si ha la possibilità di avere una maggiore obiettività critica e analitica, indipendentemente anche dalla riscoperta di documenti o testimonianze.
No: Craxi non è stato certo il solo. E ciò che da sempre mi ha irritata è stato il fatto che altri se la siano sfangata e non solo: che siano ancora qui a far politica e a pontificare.
Tanto per non far nomi
,
breve carrellata di miracolati da tangentopoli: De Mita (segretario DC dall'83 al '90) Occhetto e D'Alema (tangente Enimont da un miliardo) Agnelli e De Benedetti (dispensatori di tangenti per loro stessa ammissione) Scalfaro (tangenti da 100 milioni al mese) Prodi (collettore di tangenti IRI e ENI dirette alla DC e al PSI) Amato (dirigente PSI ma gradito alla sinistra) Bossi (tangente da 200 milioni) Di Pietro (Mercedes, 100 milioni e appartamenti).
Se si voleva fare un' opera di moralizzazione della politica, a ognuno doveva esser fatto carico, proporzionalmente, delle proprie responsabilità. Mio parere.
Invece, in questo modo, l' operazione si è prestata, fin dall' inizio, a interpretazioni diverse da quella della pura indagine moralizzatrice.
se penso molto molto addietro nel tempo
, ricordo:
" Qui ad Atene noi facciamo così.
Il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi per questo è detto democrazia.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private. Ma in nessun caso si occupa delle pubbliche faccende per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così, ci è stato insegnato a rispettare i magistrati e c'è stato insegnato a rispettare le leggi, anche quelle leggi non scritte la cui sanzione risiede soltanto nell'universale sentimento di ciò che è giusto e di buon senso.
La nostra città è aperta ed è per questo che noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così".
Pericle – Discorso agli Ateniesi, 461 ac
Una grande figura, il padre della democrazia ateniese! eppure fu accusato e condannato per peculato… anche se poi la prospettiva storica di cui dicevo, non ha permesso che ne venisse intaccata la grandezza… Mah, giusto una riflessione, una fra le tante.

