Akin Cetin

Le nostre valigie erano di nuovo ammucchiate sul marciapiede; avevamo molta strada da fare. Ma non importava, la strada è la vita. [Jack Kerouac]
Sto camminando da ferma.
Calpesto un grande palcoscenico, zigzagando, a volte soffermandomi il tempo di un respiro.
Mi sorprendo alla vista di grandi bauli e cassapanche.
La curiosità mi spinge ad aprirne uno, trovo una scritta, un colore diverso per ogni lettera a formare "costruire parole".
Leggo le voci in altalena scorrere in fila, come attori alle prove generali schiariscono la voce e inventano una sillaba, un suono oppure un canto.
Non scorgo l'ombra del regista ma capisco che è dietro le quinte, osserva ognuno sostare e riprendere il passo, poi il filo del discorso diventa una matassa a più voci.
In bella evidenza mi imbatto in un album fotografico dalle ampie dimensioni e se lo sfoglio vi trovo fiori di cui non so neppure il nome. Poi paesaggi, giardini, particolari oggetti di cui abbiamo (non tutti) dimenticato l'importanza.
C'è poi una cassetta per la posta dove ognuno dei figuranti lascia un saluto o un augurio sincero che fa tanto bene e ristoro.
Infine in una cartella (oh meraviglia!!) pagine e pagine di "parole in versi" che vorrei leggere tutte, averne il tempo, la giusta cura, il doveroso rispetto per chi le ha lasciate, non a caso.
Il tempo passa, le lancette inesorabili hanno ripreso a girare. Devo tornare al solito copione e farlo di corsa.
Lascio un saluto o meglio un inchino cortese al secondo anniversario di nascita di questo weblog che tutti ci ospita e un grazie alla padrona di casa.
Ottobre 2010