Utente | Messaggio |
21:33 21 ottobre 2009
| Rose
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Gli Egizianii sbiancavano le loro facce con la cerussa, ossia la biacca. I Romani invece mescolavano la biacca col guano, degli uccelli marini, ottenendo così un mostruoso strato duro e bianco del tutto simile all’intonaco; Marziale negli “Epigrammi” sfotteva a questo proposito la matrona Fabulla, che si rifiutava di camminare sotto la pioggia per tema che la sua faccia potesse sciogliersi.
 
Invece Ovidio era a favore dei visi imbiaccati; nell’”Ars Amatoria” scriveva: ”Ogni amante sia pallido: questo è il colorito adatto a chi ama“, e nel suo trattato “Medicina faciei” dava anche la ricetta di un fondotinta schiarente di sua invenzione i cui ingredienti erano orzo, lenticchie, uova, corna di cervo, bulbi di narciso, farro e -ovviamente- cerussa.
Anche nel 1300 un viso era considerato bello solo se bianchissimo; perciò le signore si spalmavano sul volto grandi quantità di dense creme ottenute mescolando ossido d’argento e di mercurio a grasso animale, burro compreso.
Nel Rinascimento si usava il “lustro“, a base di Trebbiano, vino usato a Firenze nella Farmacia di San Marco e nella Fonderia di Cosimo de’ Medici.
Nel '700, in risposta all’ideale aristocratico che imponeva pelle color madreperla col blu delle nobili vene posto in evidenza da particolari matite morbide a base di lapislazzulo, dame e cavalieri s’incalcinavano il sembiante con lucidissime pomate collose composte di olii, burro di cacao e farine, chiudendosi poi in stanzine apposite per spolverizzarci su chili di cipria formata con polvere d’amido e talco.
Per tutto l’ '800 furoreggiarono il visi pallidi, nella convinzione che un incarnato diafano esprimesse nobiltà non solo di stirpe ma pure d’animo; solo i popolani e i contadini esibivano facce colorite causa esposizione al sole, e una damigella perbene sarebbe stata ben poco credibile nei suoi svenimenti se avesse sfoggiato due gote rubizze.
Il pallido poi richiamava la Luna, l’anelito dello sturm un drang, la sofferenza wertheriana; così continuarono a imperversare sulle toelette delle signore i “belletti bianchi“, micidiali composti di piombo e bismuto, o mandorle amare e sublimato corrosivo, ingredienti questi che mescolati assieme formavano il bicloruro di mercurio, base del cianuro.
 
E oggi?  
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21:51 21 ottobre 2009
| admin
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| Amministratore
| messaggi3520 | |
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mamma mia!!! la fissa per il colorito pallido! ottenuto con "creme"-intrugli allucinanti
oggi? di tutto un po', direi. a parte che la fissa per l' incarnato bianchiccio è scaduta in sessioni di "lampade", perché "abbronzato è bello".
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22:12 21 ottobre 2009
| Rose
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Fortunatamente, cara Daniela, quella gran dittatrice chiamata Moda, dal primo ventennio del '900 annunciò finalmente che un colorito naturale -socialmente opposto a quello cadaverico dato dalla tisi, diffusissimo male dell'epoca- fosse simbolo di salute, vivacità e sensualità ; da quel momento i fondotinta divennero colorati e, soprattutto, composti da ingredienti molto più innocui.
Strano come l'abbronzatura, considerata per secoli indice di appartenenza ad un ceto sociale umile, ( da cui l'uso di cappellini e ombrellini per difendersi dal sole) sia diventata sinonimo di vacanza, jet-set e alta società.
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08:16 22 ottobre 2009
| sandra
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| Ospite
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Come sono contenta di non essere nata qualche secolo fa! 
Io sono per un trucco leggero… non proprio acqua e sapone, ma naturale.
Come questa bella ragazza.
 
Buona giornata a tutti. :-D
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10:26 22 ottobre 2009
| Pietro
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Ho sempre pensato che le persone (le donne specialmente) siano state disposte a soffrire troppo, per apparire belle. Ci vorrebbe un punto di vista più equilibrato, come dice bene la signorina Sandra.
I belletti dovrebbero evidenziare i tratti più belli o particolari del volto. Ma non scordiamo che i piccoli o grandi difetti si perdonano facilmente ad una persona simpatica.
Se le persone lavorassero sulla propria personalità, per renderla gradevole, quanto fanno per il corpo, il mondo sarebbe un posto migliore in cui vivere.
Scusate le riflessioni di un vecchio diventato saggio per raggiunti limiti di età. 
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12:01 22 ottobre 2009
| Rose
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Niente scuse, Pietro. La sua presenza ci onora.
Noto che per lei siamo tutte signore e signorine. Come le ho spiegato di persona, sull'web ci diamo tutti del tu, ma io per prima ho difficoltà ad usare con lei questa confidenza, avendola conosciuta in un contesto diverso. Vediamo come si sviluppano le cose … io credo nella spontaneità. 
Per tornare al topic, siamo tutti d'accordo che la personalità è quella che conta … lo dicono anche le bellone rifatte della TV …
Ipocrisia? 
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22:28 22 ottobre 2009
| Manfredi
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Se le persone lavorassero sulla propria personalità, per renderla gradevole, quanto fanno per il corpo, il mondo sarebbe un posto migliore in cui vivere.
pienamente d' accordo, Pietro (spero non ti disturbi se ti do del tu, ormai son talmente abituato a farlo, che mi trovo in difficoltà a dar del lei ).
e concordo con Rose: La personalità è quella che conta (ed è componente del "fascino", no?).
le mode hanno segnato le società, ne hanno incarnato certe tipicità e, in certa misura, possono anche spiegarne alcuni aspetti.
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23:01 22 ottobre 2009
| Rose
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| Ospite
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Ho trovato dove il Parini parla del giovin signore, quando si incipriava:
“Ecco che sparsa pria da provvida man la bianca polve in piccolo stanzin con l’aere pugna, e degli atomi suoi tutto riempie egualmente divisa. Or ti fa cuore, e in seno a quella vorticosa nebbia animoso ti avventa.”
 
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23:09 22 ottobre 2009
| Manfredi
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| Ospite
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grandiosa l' ironia antifrastica di Parini! quel "giovin signore" è indimenticabile in tutta la sua "inutilità" e superficialità.
Rose, non vedo l' immagine
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23:18 22 ottobre 2009
| Rose
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| Ospite
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Anch'io trovo l'ironia del Parini 'da sballo', come direbbe Sandra. 
Ho cambiato l'immagine.
L'anima emerge sanguinando dal cerone che omologa e rende simili a statue senza vita.
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