Utente | Messaggio |
12:23 7 dicembre 2009
| Elina
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| Ospite
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Il buio avvolge le strade di quartiere
ragazzi svelti impilano rami
sterpi, paglia e fascine
c'è poca legna da ardere
per formare la piramide.
Un fantoccio l'ultimo
ad essere avvolto dalle fiamme
grevi i suoi lamenti
sono sete d'eternità
danze ondeggianti amore
canti di questa terra arsa
silenzio amaro di contadini.
Nell'aria tracce di un vecchio sentire.
08/12/2007
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18:59 7 dicembre 2009
| admin
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| Amministratore
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Descrizione in versi di una tradizione con tutte le sue suggestioni, i suoi colori, le emozioni ad essa collegati e qui ripresentati: profumo di una terra, in ogni sua sfumatura. Grazie, Elina
 
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18:59 7 dicembre 2009
| Elina
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| Ospite
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ora in breve vi racconto la tradizione dei falò:
L'otto dicembre si usa da decenni a Foggia (e in altri paesi della Daunia) raccogliere legna per formare grandi cataste che, bruciando, danno vita a grandi falò, detti fanòje.
Di solito si usa aspettare, prima di iniziare a dar fuoco, che arrivino i fedeli dopo l'ultima messa vespertina.
Il significato dei falò è riconducibile alla futura maternità della Madonna la quale, dopo aver lavato i "panni" per il nascituro, li avvicina al fuoco per asciugarli.
Quando ero bambina ricordo che davanti ai falò si fermavano a suonare gli zampognari che arrivavano per la novena dell'Immacolata.
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19:06 7 dicembre 2009
| admin
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| Amministratore
| messaggi3520 | |
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Ecco, una bella tradizione pre – natalizia.
Sai che credevo che si facessero in primavera, per San Giuseppe o giù di lì? ma io conosco poco Foggia e parlo di Monte Sant' Angelo. Ad ogni modo sono sempre del parere che queste tradizioni dovrebbero venir salvaguardate, sono antiche o antichissime, affondano le loro radici in un passato remoto che si tende a scordare. E insieme si tende a scordare che sono le "nostre" radici.
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19:20 7 dicembre 2009
| Elina
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| Ospite
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a Mattinata si svolge il falò di San Giuseppe
accensione del tradizionale falò e degustazione della patata cotta sotto la cenere e della "zeppola"
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22:28 7 dicembre 2009
| admin
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| Amministratore
| messaggi3520 | |
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Ecco! a Mattinata! é passato tanto di quel tempo da quando frequentavo quei luoghi che non ero certa, mi era rimasta solo un' impressione di primavera… Adesso so perché.
 
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08:29 8 dicembre 2009
| sandra
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| Ospite
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"sono sete d'eternità
danze ondeggianti amore
canti di questa terra arsa
silenzio amaro di contadini.
Nell'aria tracce di un vecchio sentire."
Che belli questi versi, Elina! 
Ragazze, anch'io sono stata a Monte S. Angelo e a Mattinata. 
Che mare! 
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09:12 8 dicembre 2009
| fernirosso
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| Ospite
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quando manca di che vivere l'inverno diventa un gelido inferno, anche se le fiamme
della fame ti ardono dentro. Questo è ciò che mi ha fatto ricordare l'immagine, perché
spesso non c'era legna da ardere, le stanze erano freddissime,avevano i lustrini sulle
pareti e quando ti svegliavi la mattina sembrava di avere un cerchio alla testa, per
questo usavano quei berretti (papalina la chiamano qui) da indossare di notte.
Tradizioni che ora sembrano aver perso di senso, soprattutto pensando ad un'agricoltura moribonda, per la manodopera impiegata e per la logica di sfruttamento intensivo con
cui viene pratica,inquinando i terreni o inquinando l'economia (penso ad un biologico come prodotto di nicchia e non come produzione alla base della coltivazione ovunque)
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11:11 8 dicembre 2009
| Pietro
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Versi evocativi di antichi riti e di un "vecchio sentire". Grazie, Elina
Da tempo immemorabile i contadini di ogni parte d'Europa hanno usato accendere dei falò in certi giorni dell'anno. La loro origine si deve cercare in un periodo molto anteriore alla diffusione del Cristianesimo.
I Sinodi cristiani de l secolo VIII tentarono di abolirli in quanto riti pagani". Così il Frazer introduceva al capitolo relativo alle feste del fuoco e alla loro interpretazione che si basava, sostanzialmente, sul confronto di due diverse teorie: quella solare del Mannhardt e quella della purificazione del Westermark.
Secondo la prima, i fuochi che si accendevano in certi periodi dell'anno avevano la funzione di assicurare la provvista necessaria di luce e di calore per aiutare il sole a risplendere quando la sua luce si affievoliva, mentre per la seconda, le feste del fuoco avevano soprattutto una funzione purificatrice, intesa come momento di rigenerazione ed occasione per distruggere tutte le influenze negative "sia concepite in forme personali come streghe, mostri e demoni, sia in forme impersonali come le malattie, le fatture, le infezioni, la corruzione dell'aria ecc.".
Attraverso il fuoco, inteso come elemento purificatore, si distruggevano, dunque simbolicamente i dolori e i dispiaceri accumulati durante l'anno e, contemporaneamente, attraverso lo stesso rito, si traevano auspici per il nuovo ciclo che stava per iniziare.
http://viaggionellamemoria.int…..nicolo.htm
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18:57 8 dicembre 2009
| admin
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| Amministratore
| messaggi3520 | |
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Infatti anche la magia rituale collettiva dei Celti era legata strettamente alle Feste del Fuoco, che celebravano il calore del sole e la vita, la fertilità della terra e anche la purificazione dagli influssi negativi. Ogni Festa del Fuoco esigeva la presenza del "Calderone Sacrale", un enorme pentolone simbolo di abbondanza e prosperità. Oggi le Feste del Fuoco celtiche, cioè Imbolc, Beltane, Lughasad e Samhain, si festeggiano in date fisse: primo febbraio, primo maggio, primo agosto e primo novembre. In realtà erano feste mobili, come la nostra Pasqua.
 
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