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UtenteMessaggio

22:39
17 marzo 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

dmk

22:50
17 marzo 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

dmk

23:17
17 marzo 2009


Rose

Ospite

Belli i due video, cara daniela.

Ricordo, visitando i paesi emiliani dove Ligabue visse, lo scetticismo popolare che ancora lo chiama "el matt". Personaggio davvero sopra le righe, Ligabue visse lunghi periodi in manicomio e questo riapre la questione dell'ispirazione e del talento artistico che spesso si accompagnano a stati mentali alterati. E' un argomento che mi interessa sempre questo … ma il topic aperto da daniela vuole parlare della pittura naif, non delle bizzarrie degli artisti … (per quanto, mi chiedo, quanto possiamo prescindere dalla personalità dell'artista, guardando le sue opere?)

In ogni caso, come tutti sappiamo, il termine naif deriva dall'inglese 'naif o naive' che dà il senso di 'ingenuità, semplicità'. Le opere naif hanno un linguaggio elementare, spesso infantile (non rispettando proporzioni e prospettiva), ma compensano con una grande capacità espressiva. I soggetti sono quasi sempre naturalistici o scene di vita quotidiana campestre, con accostamenti di colori molto vivaci.

14:01
18 marzo 2009


franco

Ospite

 

(Rousseau le douanier)

penso che per Rousseau e in qualche misura anche per Ligabue, il termine naif (almeno nell'accezione più comune) possa risultare un po' riduttivo.

In realtà la loro pittura non è affatto così ingenua ed è carica di echi e di rimandi culturali molto importanti.

f

(paolo uccello)

15:22
27 marzo 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

"In realtà la loro pittura non è affatto così ingenua ed è carica di echi e di rimandi culturali molto importanti."

Infatti:

Visitare una mostra di Antonio Ligabue, equivale a penetrare in profondità l'animo di questo grande artista, troppe volte considerato semplicemente un pittore naif e riconosciuto solo in seguito come un grande esponente dell' espressionismo. Il suo messaggio artistico veicola la propria dolorosa esperienza di vita, facendosi portavoce delle sofferenze e delle  paure dell'essere umano. La concezione della vita come lotta perenne, combattimento senza sosta, feroce battaglia governata da leggi di natura immanenti e sofferenza intervallata da brevi attimi di serenità, ci svela la componente autobiografica alla base di questo messaggio profondamente partecipato dall'autore. Sono la paura di non essere accettato dalla società, il dolore che ne consegue e una tremenda solitudine a spingerlo verso l'arte. Nelle sue opere vengono continuamente ritratte le vittime con i loro carnefici: il gatto con in bocca il topo, il leopardo all'inseguemento delle gazzelle, l'aquila che si scaglia contro il colombo…

In queste opere si avverte la paura di vivere, l'immensa solitudine scaturita da quell'isolamento nato per la paura di essere diverso, diseredato e al contempo preda. Ligabue si sente una vittima e ritrae alla perfezione quella tremenda legge naturale del più forte che lo fa sentire perso, in bilico e costantemente in pericolo. La natura delle opere di Ligabue è una natura primitiva, arcaica, lontana dalla civilizzazione eppure governata da leggi ferree e immutabili che lui paragona apertamente a quelle della società umana.

L'artista tenta di riprodurre nei suoi dipinti l'ordine cosmico e l'immutabile equilibrio che reggono l'umanità e infatti in ogni sua opera ad ogni elemento positivo ne corrisponde uno negativo. Ad esempio nell'autoritratto la negatività della figura dell'artista così emaciata, pallida, scarnita, profondamente triste e melanconica è equilibrato dalla positività di una colorata e svolazzante farfalla che vibra nell'aria, mentre  nella natura morta con un bellissimo mazzo di fiori in primo piano l'elemento negativo che bilancia e ripristina la naturale armonia nel dipinto è un orrendo moscone tutto nero.

Un pessimismo cosmico quello di Ligabue, oppure lo sguardo disincantato di un osservatore ‘esterno' verso quella società che da sempre lo aveva escluso.

http://www.guzzardi.it

dmk

15:26
27 marzo 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

La pittura Naif in Italia, oggi:

Claudia Vecchiarelli: paesaggi toscani

dmk

23:21
27 marzo 2009


Gio

Ospite

14:38
15 maggio 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

A. Ligabue, Testa di tigre

Mi colpiscono le belve, tante volte raffigurate da Ligabue, e sempre in atteggiamento predatorio, quasi a manifestare, forse, la crudeltà del mondo

"Ci sono artisti sani che capiamo essere matti solo leggendo le loro opere e invece ci sono creatori folli che riescono a mascherare le loro deviazioni sulla tela, altri ancora che danno libero sfogo al loro tormento" 

(Vittorio Sgarbi, Corriere di Siena, 21.01.09).


dmk



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