Utente | Messaggio |
12:40 21 dicembre 2009
| Carmen
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| Ospite
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Ci sono tante compagnie a casa,
il divano, un cesto di vimini
colmo di legna, il camino
da dove guizza allegro il fuoco
e il buon libro, che ti porta in mezzo
ad altre storie.
Ci sono tanti solitudini fuori,
che sbandano come farfalle ubriache
dove l’ortica ha smesso di bruciare
inizia a pungere la Poesia, perché
il Natale, per certi Cieli, si veste di gelo
evapora il canto del coro e la sofferenza
fa da Soprano.
Quando l’orchestra tacerà l’incanto muore al cinguettio del primo passero che arriva
tutto ritorna all’indifferenza di prima.
Cala il sipario di velluto rosso
sugli occhi vuoti del mendicante.
La ri – messa dei buoni è finita.
Carmen
Auguri a tutti, pensando anche a loro…
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13:33 21 dicembre 2009
| Rose
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Sono completamente in sintonia con te, Carmen. In questi giorni di maggior freddo, noi alziamo semplicemente la temperatura … Mi capita di pensare ai senza tetto e le tue parole, ancorchè poetiche, acuiscono il senso di frustrazione. Ho una cugina suora, nelle vicinanze di Milano, che va a portare aiuto (insieme ad altri volontari), di notte, a questa povera gente. Queste sono degne forme di volontariato che andrebbero sostenute. Un caro saluto e grazie per la bella poesia. 
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14:49 21 dicembre 2009
| admin
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| Amministratore
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Viene quasi istintivo pensare a "loro", che non hanno tetto,
non hanno rifugio
non hanno "compagnia"
e il pensare a loro fa male e insieme fa riflettere su quanto le persone, anche se solo immerse nella "normalità", abbiano, per così dire, il dovere morale di sentirsi fortunate e ricche. E di smetterla di lagnarsi per ogni minima cosa. Almeno questo.
Ho sentito un servizio, pochi giorni fa, in cui si diceva che per molti di "loro" è una vita scelta e vissuta in felicità. Mah. Ho tanti di quei dubbi in proposito!!!!
Grazie, Carmen: testo che affronta un problema sociale di grande impatto, senza nascondersi dietro la sterilità retorica che di solito abbonda in questo campo alla ricerca di una momentanea compassione.
La ri – messa dei buoni è finita.
Ecco, occorrerebbe far sì che non terminasse. Il che pare una Mission impossible…, ma non dovrebbe esserlo.
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14:57 21 dicembre 2009
| fernirosso
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| Ospite
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un tempo c'erano le dame di S.Vincenzo, le pie opere di soccorso, ma oggi, in un clima di chiusura e licenziamenti all'ingrosso, in un tempo di riscossa delle bollette che rincarano le dosi,chi potrebbe aiutare chi? Solitamente sono quelli che hanno poco che aiutano chi ha meno,le leggi e tutto il resto sembrano fatte apposta per tracimare la misura di povertà fino all'indigenza e questo è il vero inganno, che vengono a chiedere di collaborare quando sono loro per primi che procurano quello "stato". f
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15:24 21 dicembre 2009
| admin
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| Amministratore
| messaggi3520 | |
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Da che ho memoria "le leggi" hanno o, almeno, hanno sempre dato questa impressione. Impressione – realtà, che si è accentuata, credo, con il fenomeno della globalizzazione e con tutti gli annessi e connessi o s-connessi. Personalmente sono rimasta colpita quando, un governo di poco tempo fa, ha tassato in maniera indiscriminata le tredicesime dei pensionati, dai 500 euro in su… un obolo non verso i più deboli dei deboli (e questo sarebbe stato accettabile), ma verso un governare incapace di gestire le risorse. Pura inettitudine. così come quando lo stesso governo tassò indiscriminatamente le giacenze in cc, non importa di quale importo, non importa se costituivano l' unica scorta di anziani al limite delle loro possibilità di vita.
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17:47 21 dicembre 2009
| Carmen
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| Ospite
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Chissà perché proprio a Natale sembra che la solitudine si faccia più intensa, forse perché è una festa di famiglia e chi non ne ha realizza quanto può essere penoso essere solo e non poter partecipare a quel calore che il Natale dovrebbe dare. Sappiamo tutti che non è soltanto una questione di Natale. Penso che basterebbe tanto poco per far rifiorire il sorriso a chi è meno fortunato di noi. Non abbiamo il potere di risolvere tutti i problemi sociali e capisco quando si dice che "ci dovrebbe pensare lo Stato", ma anche lì dove "ci pensa lo Stato" c'è solitudine che serpeggia comunque. Forse è una questione di umanità, che dovrebbe toccare tutti.
A me viene in mente, ogni volta che incontro "il lavavetri", quel signore straniero che qualche tempo fa mi disse: "pregherò Dio per te" in cambio di poche monete. La cosa assurda era che lui che stava peggio di me, avrebbe pregato il suo Dio (credo che fosse Mussulmano) per me. Il mio rammarico fu di avergli dato molto poco (non avevo tempo, davanti al semaforo rosso) e di non essermi fermata per ascoltarlo (dovevo correre al lavoro). E allora, memore di quella volta, anche se non faccio pulire il vetro della mia auto, ho sempre pronto del denaro ed un sorriso. Cerco perlomeno di dire "Buon giorno", che mica morde…Sarà poco, ma forse per chi non ha nulla è molto. Credo che anche un po' di fratellanza possa servire, non dico cristiana perché è rivolto a tutti, e non diventiremo certo più poveri a dimostrarla.
Spero di rileggervi con più calma domani.
Un abbraccio grande!
Carmen
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22:23 21 dicembre 2009
| admin
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| messaggi3520 | |
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anche lì dove “ci pensa lo Stato” c'è solitudine che serpeggia comunque. Forse è una questione di umanità, che dovrebbe toccare tutti.
vero, Carmen! una questione di umanità. Lo Stato dovrebbe fornire i mezzi, certo. Ma senza "umanità" non si risolve il problema della solitudine che è abbandono intimo e profondissimo.
Apprezzo e condivido davvero il tuo pensiero.
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