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UtenteMessaggio

00:16
4 febbraio 2010


borablu

Ospite

Ho tolto la polvere

a un foglietto

sfuggito a un vortice

di vecchie cose mie.

C’erano scritti, a matita,

pochi versi rimasti in sospeso

e lasciati nel limbo

delle speranze in attesa.

Certo, volutamente,

se mi conosco.

 

 

Dicevano:

“Oggi, e non so più,

nemmeno,

s’era oggi o sempre,

oggi

ho pronunciato

un discorso

che era pieno

di voglie di futuro amore.

E ho capito

che non ero capito

come, forse, sempre”.

 

 

Sono passati, credo,

diversi anni.

Oggi capisco

che avevo capito

                                 come, forse, sempre. 

  

06:53
4 febbraio 2010


Rose

Ospite

Bellissima, Mario! Quelle "voglie di futuro amore" … Kiss

Mi è piaciuta molto anche la rivisitazione, che è diventata parte della poesia stessa.

Apparenti giochi di parole, ma, in fondo, delle verità.

13:11
4 febbraio 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

Finalmente, Mario, un' altra tua poesia! Smile

Molto bella, ricca di intimità, ricca di speranza, di "voglia" ' d' amore. E poi quella consapevolezza, che in molti spartiamo, di non essere capiti… "come, forse, sempre".

Bella, bella, bella.

dmk

13:39
4 febbraio 2010


sandra

Ospite

Zio Mario, ma non l'hai capito che solo noi ti capiamo? Wink

Hai scritto una cosa carinisssssima. Sei sicuro di non avere "altri versi lasciati in sospeso nel limbo delle speranze in attesa"?

Da' una controllata, dai! WinkSmileKiss

18:03
4 febbraio 2010


borablu

Ospite

Lo farò, piccola nipote.

Rngrazio tutte : è bello avere amiche così.

18:33
4 febbraio 2010


Carmen

Ospite

Mi piace l'originalità della poesia, avevi capito ma la consapevolezza è arrivata dopo?

Simpatica! Sì, concordo che è un bel "gioco" di parole come qualcuno ha già detto.

Buona serata!

Carmen

22:11
4 febbraio 2010


Manfredi

Ospite

lavoro che tocca tasti diversi e suona di vibrazioni sottili, fra speranza d' amore e il non esser compreso e l' aver capito oggi che era proprio così.

un gioco di parole? forse qualcosa di più, un gioco di pensieroSmile

la ripetizione nel finale di "come, forse, sempre" segna il passo del percorso e rende senza stacco drammatico, la presa di coscienza della distanza dagli altri…

23:08
4 febbraio 2010


Elina

Ospite

mi colpisce l'inizio del testo i versi scritti a matita, tipici di chi vuole rispettare la parola e ciò che essa porta: i sentimenti, le ragioni, le attese

un percorso completo, pieno, che attraversando la carta vuole giungere agli altri

a un sentire le "cose belle"

ecco Mario mancava la tua poesiaKiss



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