Nel sonno della notte la bambina scalza si muove sulle punte delle dita canta una porta nascosta un viale alberato trattiene viole del pensiero senza fine per raggiungere il mio corpo e abitarlo. E' un pianto lieve mentre mi viene incontro la sua assenza.
Si pensa sempre all'infanzia come ad un periodo felice della vita, ma non è detto che sia stato per tutti così. Quello di cui senstiamo allora "l'assenza", è piuttosto la spensieratezza, legata all'infanzia, la capacità di estraniarsi nel gioco e nella fantasia. Forse è "quel" bambino che vorremmo ritrovare e accogliere in noi, perchè "ci abiti".
Cara Elina, è proprio bello quel "muoversi sulle punte ….e trattenere viole del pensiero senza fine". Un'immagine di grande leggiadria.
e di grande delicata intensità a rendere un “assenza” che, sentita in tutta la sua drammaticità, potrebbe devastare la vita intera.
Poesia che sento fortemente drammatica, cara Elina, al di là del rimpianto e della nostalgia, radicata com' è nella consapevolezza di questa mancanza, di questo venir meno di tutto ciò che la “bambina scalza” porta con sé e simboleggia. Drammaticità che, peraltro, hai reso con tocco lieve, liricamente gestito, vorrei dire, composto. Il che non mi evita di sentire tutto il peso di quell' assenza e di farmene partecipe.