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UtenteMessaggio

14:12
6 settembre 2010


Carmen

Ospite

Quanti religioni dovrò professare
per arrivare alla supposta perfezione?
Tra le tante c’è ne una sola: l’Amore


***

Era venerdì pomeriggio e stavo in coda alla cassa del supermercato, quando si avvicinarono: un padre, una madre, la nonna, per raggiungerci in fila.
Il padre portava fra le braccia il figlio cerebroleso, avrà avuto sei o sette anni. Era magrissimo con le braccia a penzoloni, la testa appoggiata al petto del padre e lo sguardo rivolto verso l’altro, perso nel vuoto.
Noi altri facemmo subito spazio alla famiglia, evitando a loro di mettersi in coda. Ci ringraziarono con un grande sorriso.
Questo piccolo episodio mi ha fatto riflettere non poco:
sull’assenza di tristezza e la dolcezza dei genitori; sulla loro forza, e sulla comunione che in quel momento si era instaurato tra la gente e quella famiglia per un semplice gesto;
mi ha fatto pensare con quanta cura amorevole e dedizione avevano i genitori verso il loro figlio, così vulnerabile ed indifeso.

Ho pensato che forse  l’Amore risiede nell’imperfezione, perché la sua perfezione possa davvero realizzarsi.

Carmen

p.s.

la parola “imperfetto” non è da ritenersi in alcun modo dispregiativa.

21:45
6 settembre 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

Credo di comprendere, Carmen, la tua riflessione tanto umana quanto spirituale.

E concordo sull' essenza della religione dell' Amore: in fondo, a ben guardare, tutto è una questione d' amore. Non d' altro. No?

dmk

22:45
6 settembre 2010


Carmen

Ospite

Sai Daniela, a furia di indagare…sono arrivata alla conclusione che l'imperfezione, la debolezza e la vulnerabilità dell'uomo, è l'Amore perfetto.

A differenza di altri, io quando osservo un'opera d'arte cerco una traccia dell'artista che sia la sua debolezza. Che ne so, un graffio? un virgola messa male? un colore che si discosta dall'insieme, insomma qualcosa che mi trasmette la sua umanità, che possa giustificare la sua divinità, così pure nelle prove della vita che ci portano all'Amore.

Tutti qui. Grazie Daniela.

Un abbraccio!

Carmen

07:17
7 ottobre 2010


OmarBunfai

Ospite

Un bellissimo testo sull'istinto naturale più bello dell'uomo:quello della compassione.

COntrariamente a quanto pensa ad esempio Nietzsche, ho sempre creduto che quando l'essere umano non è vincolato a tradizioni imposte e può essere spontaneo, ha innato dentro di sè l'impulso della pietà che è uno dei suoi più nobili.

Grazie CArmen

10:45
7 ottobre 2010


Carmen

Ospite

Grazie a te Omar per la tua riflessione!

A presto e buona giornata!

Carmen

19:03
7 ottobre 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

Non so se c' entri o quanto c' entri, ma leggendo la riflessione di Omar, mi è venuto in mente il pensiero dal diario di Anna Frank "Nonostante tutto credo ancora. nell'infinita bonta' dell'uomo".

dmk

22:48
7 ottobre 2010


Manfredi

Ospite

posso? scusate, ma mi sento di dir la mia. tutto molto bello. tutto molto apprezzabile. 

ha innato dentro di sè l'impulso della pietà 

e poi

“Nonostante tutto credo ancora nell'infinita bonta' dell'uomo”.

sono tentato di dire di sì, che è così. vorrei che fosse così.

ma credo che nell' “innato” dell' uomo ci sia un gran miscuglio di pietà/bene e di male/malvagità. credo che spesso, troppo spesso, sia la parte del male che vien fuori quasi “spontaneamente”, con irruenza, violenza, bestialità. e la parte buona, quella della pietà, dell' amore con la A maiuscola troppo spesso soccomba. altrimenti non si spiegherebbe quello che c' è in giro.

questo naturalmente nulla toglie di valenza al brano di Carmen, né alla sua riflessione che condivido in pieno. 

11:00
8 ottobre 2010


Carmen

Ospite

Sai Manfredi, credo che  la frase di Anna Frank abbia a che fare con la giovinezza. La giovinezza, quando è pura, nel senso del viverla in pieno, non può che essere proiettata alla bontà e alla bellezza, perché a quell'età non si può concepire la brutalità dell'uomo.

Se è vero che guardiamo il mondo con gli occhi dell'Anima, se è vero che vediamo il mondo per come siamo, non può essere diverso per la giovinezza, perché ha bisogno di vedere la bontà, proiettata per il suo futuro naturale. Solo crescendo ci si rende conto che la vita non è quella bella favola raccontata dalla mamma.

Vabbe', non so se il mio pensiero arriva e se mi sono spiegata.

Grazie Manfredi.

Carmen

11:00
8 ottobre 2010


Carmen

Ospite

Ops, siccome il testo è arrivato due volte e non ho possibilità di cancellarlo, ho fatto così!

Scusatemi!

Carmen

22:59
8 ottobre 2010


Manfredi

Ospite

il tuo pensiero è arrivato e ti sei ben spiegata, Carmen.Laugh

e, ovviamente, hai del tutto ragione.Smile



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