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Introduzione a Tiziano Terzani

UtenteMessaggio

07:46
9 ottobre 2010


OmarBunfai

Ospite

INTRODUZIONE A TIZIANO TERZANI
• Un indovino mi disse, Milano, Longanesi, 1995
• In Asia, Milano, Longanesi, 1998
• Lettere contro la guerra, Milano, Mondolibri, 2001
• Contro la guerra. Tiziano Terzani a Ravenna. Sala D'Attore di Casa Melandri, Ravenna. Presentazione del suo libro Lettere contro la guerra, Ravenna, Edizioni Carismatici francescani, 2002
• Un altro giro di giostra, Milano, Longanesi, 2004
• La fine è il mio inizio, a cura di Folco Terzani, Milano, Longanesi, marzo 2006 (pubblicazione postuma)
• “Tiziano Terzani, la rivoluzione dentro di noi”, di Gloria Germani,Longanesi 2008

Prima di cominciare questa sintetica introduzione alla vita e al pensiero di Tiziano Terzani, non posso non premettere la bibliografia necessaria a comprendere davvero questo grande uomo e pensatore.
Questo mio testo si basa su una mia intuizione molto riduttiva e personale delle sue idee, e pertanto non posso che consigliarvi quelle buone letture, in modo da formarvi una vostra più fondata opinione.
Ci sono altri libri di Terzani prima di “Un indovino mi disse”, ma per adesso ho letto solo la sua ultima fase esistenziale, in quanto fu il periodo in cui cercò di andare oltre i “fatti” solo materiali di cui scriveva quand’era solo giornalista e viaggiatore per le terre d’Oriente.

La vita di Terzani s’inquadra col suo grande confronto con l’Utopia marxista del socialismo reale.
Grazie all’Olivetti, azienda illuminata dove comincia a lavorare, studia il cinese con una borsa di studio in America, e con indomita volontà, riesce a vivere con la famiglia in Cina come giornalista dello “Spiegel”, per provare sulla sua pelle la rivoluzione culturale di Mao tse tung.
Qui arriverà la sua prima grande disillusione che, seguita da quelle ancora più atroci del Vietnam e della Cambogia dello stragista Pol Pot, lo porterà a rivedere completamente la sua fiducia nel Grande Progetto della Dittatura del proletariato.
Ovunque si tenti la rivoluzione armata nota che ripete sempre lo stesso schema: una cerchia di ribelli ,aiutata dal popolo, s’impadronisce dello Stato, per poi diventare a sua volta, non avendo controlli, una classe caratterizzata da un Potere autoritario e repressivo, dimenticandosi alla grande del popolo che l’ha favorita.
In aggiunta questo circolo di Nuovi Privilegiati si rivela disastroso nel saper gestire l’economia e il welfare di Stato, causando alla gente miseria e disagi d’ogni tipo.
In poche parole: chi controlla i controllori? L’annoso grave problema che funesta anche le nostre democrazie.
Ma la caduta del comunismo non spinge Terzani a rinnegare i valori costruttivi del socialismo democratico,le idee di democrazia e di progresso materiale, morale e spirituale ,l’utopia di riscatto sociale e civile.
Dopo il crollo del Muro di Berlino, assiste sgomento al discredito generalizzato che viene scatenato in modo acritico contro ogni tipo di socialismo umanista;il fallimento della pretesa di porre fine una volta per tutte al male e all’ingiustizia della Storia coinvolge nichilisticamente ogni concezione di solidarietà e giustizia.
Ma Terzani capisce che la fine del mito della Rivoluzione e del Grande Progetto dovrebbe invece dare più forza concreta agli ideali di giustizia che quel mito aveva espresso con potenza, ma pervertito con la loro assolutizzazione e strumentalizzazione da parte di quegli “iniziati” di cui ho riferito sopra; quel crollo dovrebbe dare più pazienza e tenacia nel perseguirli e dunque più probabilità di realizzarli, in quella misura relativa,imperfetta e perfettibile che è la misura umana.
La fine di quei miti può accrescere la forza di quegli ideali. Proprio perché li libera dall’idolatria mitica e totalizzante che li ha irrigiditi; può far capire che le utopie rivoluzionarie sono un lievito, che da solo non basta a fare il pane, contrariamente a quanto hanno creduto molti ideologi fanatici e spesso omicidi, ma senza il quale non si fa un buon pane.
Ecco allora che Terzani ha un’intuizione che lo rincuora nella sua disillusione:
“E’ da qui il mio passo verso l’unica rivoluzione che serve, quella dentro di te. Le altre le vedi. Le altre si ripetono, si ripetono in maniera costante, perché al fondo c’è la natura dell’uomo. E se l’uomo non cambia, se l’uomo non fa da solo questo salto di qualità, se l’uomo non rinuncia alla violenza, al domino della materia, al profitto, all’interesse, tutto si ripete, si ripete.”
Quindi, capisce che la vera trasformazione deve prima avvenire dentro di noi e per questo raggiunge l’India e va a studiare la sua grande tradizione spirituale.
Comprende che la vera spiritualità non sta nel fondare religioni o Stati socialisti che si reggono su leggi autoritarie e polizie segrete,ma nel saper CAMBIARE la propria vita, il proprio Senso del mondo.
La fede non è un contenuto dottrinale, bensì una sostanza della persona;un modo di essere, di sentire, di guardare la realtà e di darle significato.
Questo insegnano i rishi, i saggi induisti a un Terzani colpito anche da una grave malattia oltre che dalla disillusione; le idee sono buone per un essere umano solo se lo cambiano dentro, se gli danno quella “fede che smuove le montagne”; se riescono davvero a cambiare in meglio la sua vita, a dargli energia per amare, sperare, affrontare con coraggio le prove dell’esistenza.
Infine Terzani scopre che nel profondo la spiritualità induista è affine a quella di Gesù, come a quelle di tante altre culture spirituali: anche lui ha predicato e praticato quello che poi i suoi teologi hanno definito la METANOIA.
Il cambiamento, l’albero che si vede dai suoi frutti; se le idee non trasformano la nostra anima profondamente, a cosa servono?
E’ meglio fare le parole crociate.
A questo punto Terzani decide di ritornare a Orsigna, nella sua terra natale, per lasciare il suo corpo e prepararsi a nuove ricerche in altre dimensioni.
Il suo grande viaggio in Oriente alla ricerca del Grande Progetto socialista, si conclude nel ritorno alla sua anima e alla sua casa, nel cristiano Occidente.

19:35
9 ottobre 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

Molte, molte grazie per questa presentazione di Terzani.

Io sto incominciando a leggere La fine é il mio inizio.

se l’uomo non cambia, se l’uomo non fa da solo questo salto di qualità, se l’uomo non rinuncia alla violenza, al domino della materia, al profitto, all’interesse, tutto si ripete, si ripete…

dmk

07:28
10 ottobre 2010


OmarBunfai

Ospite

Grandissimo libro, una grande sintesti della sua vita e del suo pensiero, buona lettura e buona domenica!

18:43
11 ottobre 2010


Manfredi

Ospite

devo dire che conosco più il Terzani giornalista che il Terzani filosofo. mi rendo conto che dovrei colmare la lacuna e ti ringrazio, Omar per i titoli forniti.



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