Premessa per il lettore:
qualche anno fa avevo creato un personaggio che si chiamava Carmelina e aveva una zia di nome Concettina.
Sistematicamente, la bambina scriveva ai noti persoggi politici.
Il mio tentativo era quelllo di contraltare la genuinità della bambina con la rabbiatura (reale) della zia.
Questo è uno dei testi, che ripropongo, visto che, mi sembra, è aria di elezioni.
Buona lettura!
E' tempo di nuovi elezioni.
I politici fanno a gara ad offrire cene a destra e a manca (perché poi si dice “manca” al posto di sinistra, non l'ho mai capito). Zia Concettina dice che è tutta una Metafora da interpretare. Dice che mo' fanno finta di offrire e poi dopo mangiano loro, come se si potesse comprare la gente con una cena.
Ci hanno proprio presi per deficienti, dice sempre la zia.
Aurora e Assunta, che sono due amiche di mia zia, sono venute a trovarci a casa una sera e hanno detto che siamo tutti invitati a partecipare ad una cena, offerta a gratis dal politico, e hanno detto pure che più siamo meglio è.
Ammazza quanti soldi ha sto politico, ma da dove li prende ?
Zia Concettina dice che i soldi li prende da noi, che sono nostri. Ma allora chi è che offre? Non sapevo che avessimo tanti soldi e che il politico prendesse i soldi nostri per offrire a noi ! E siccome i soldi sono nostri, zia Concettina ha pensato bene a portare un poco di gente.
E così zia Concettina ed io siamo partite all'attacco.
L'altro giorno siamo andate ad assemblare un po' di popolo.
Prima siamo andate a Ponte Milvio, non sopra il ponte ma sotto, dove abitano certi signori in riva al fiume in mezzo alle scatole e ai cartoni. Poi siamo andati ai centri anziani e sono venuti pure loro; poi siamo andati ad un campo di nomadi che nomadi non sono più; poi siamo andate vicino alla Stazione Termini, dove lavorano certe signore per le strade di notte e di giorno, infaticabilmente, e poi siamo passati da quelli che tutti il giorno non hanno niente da fare perché sono disoccupati e poi ancora negli ospedali, nelle scuole. Insomma, siamo andate dappertutto e siamo diventati un Esercito.
Zia ed io abbiamo portato l'Esercito al grande albergo ristorante di lusso, dove si mangiava a pezzettini un po' di tutto. C'era puzza in sala, non dei nostri, che le mani le avevano tutti pulite, erano di quelle della volpe travestita, come la zia ha chiamato quello che “offriva”.
Chissà, forse non stava bene…Tutti si sorridevano e si scambiavano dei complimenti, per che cosa non si sa, ma tant'è che sembrava che si adorassero e tutti avevano qualcosa da chiedere. E il politico prometteva. Tutto a tutti. Tutti chiedevano meno che noi altri, che invece pensavamo di mangiare, visto che offrivamo noi. E poi cosa potevamo chiedere che non fosse evidente ?
Poi dopo lui ha parlato. Il politico. Per due ore ha parlato. Io non ci ho capito niente, anzi sì, ho capito che se votavamo per lui l'Italia tutta sarebbe risorta (un'altra volta), o che nel Paradiso ci stiamo e non ce ne siamo accorti, o che sarebbe diventato il Paradiso, se votavamo per l'altro saremmo la terra promessa.
Ma io in Paradiso non ci voglio ancora andare. Sono piccola io e voglio crescere in un Paese Civile su questa Terra, come dice la zia Concettina, che non sentiva niente perché aveva portato i tappi per le orecchie.
Ha detto che ormai nella sua vita ne ha sentite di cotte e di crude e che non ha visto niente.
I miei amici di sotto il ponte e gli altri ci siamo addormentati sopra il tavolo. Beh, io solo un poco.
Caro Onorevole Vattelapesca, che succederà quando sta pacchianata sarà finita?
Zia Concettina dice che non cambierà proprio niente.
Ha detto che i barboni rimarranno sotto il ponti; che i malati resteranno tali, o moriranno, se non avranno una fibra abbastanza forte per affrontare la sanità pubblica; che l'istruzione se ne andrà a farsi benedire; che gli anziani possono pure morire così l'Inps risparmia; che le donnine che lavorano per strada fanno storia, quindi lasciamole lì dove stanno; che i disoccupati possono pure lamentarsi (tanto chi li sente?) e che i nomadi li abbiamo sistemati.
Insomma, tanto cibo per niente !!
Carmelina (nipote di zia Concettina)