«Hello, hello, hello, how low?» Un ritornello ossessivo, ripetuto come un mantra da una voce monocorde. Quel refrain martellante, che esprimeva l'angoscia di una generazione, si materializzò all'improvviso. Una scintilla che, in un attimo, avvampò e si fece incendio.
Era la fine del ‘91 e Smell Like Teen Spirits diventò subito la colonna sonora del decennio che stava nascendo. Con le sue urla di dolore e i testi che parlavano di alienazione e di un malessere troppo a lungo represso, Kurt Cobain sembrava spazzare via, di colpo, la frivolezza degli anni ottanta. Le note dei Nirvana si spargevano come energia elettrica da un capo all'altro del pianeta. Il loro secondo album, Nevermind, sarebbe arrivato a vendere oltre 25 milioni di copie diventando uno dei dischi più importanti della storia del rock.
Era l'alba del grunge, movimento del quale, per forza o per amore, sarebbero stati per milioni di fan profeti e leader indiscussi.
Le nuove sonorità nascevano dall'incontro del punk con influenze metal e con elementi della scena alternativa, seguendo una strada indicata in parte da band come i Sonic Youth. Il disco si sarebbe intitolato, appunto, Nevermind che significa più o meno "non importa"o "non ci pensare", a sottolineare il clima di indifferenza che Cobain voleva, a tutti i costi, squarciare.
Ad oggi i Nirvana rimangono, probabilmente, l'ultimo esempio di una band capace di rivaleggiare, in quanto a fascino, con i gruppo storici degli anni sessanta e settanta. Sarà perché Cobain, sulla scia di Morrison, Hendrix, Brian Jones, è morto troppo presto, lasciandosi dietro l'aura di maledetto e l'immagine di angelo biondo che si è bruciato le ali cercando di volare troppo in alto. Sarà per la profondità dei testi (dei quali scrittori del calibro di Burroughs riconobbero esplicitamente il valore), per la malinconia, per la disperazione che traspira in ogni inflessione della sua voce. Sarà per la genialità della musica. Sta di fatto che, a distanza di tanti anni, basta inserire ancora una volta il cd in un lettore e riascoltare le prime note di Nevermind per sentire gli stessi brividi di allora…