"E allora balliamo".
È l'invito di Stromae, vero nome Paul van Haver, cantante e musicista belga che sta imperversando in tutta Europa. Numero uno in Francia, Olanda, Grecia, Germania, Austria, Svizzera, Danimarca e Belgio, «Alors on danse» è il video più trasmesso in Italia e al secondo posto delle più scaricata (legalmente) dopo settimane al numero uno. Un tormentone costruito attorno a tre elementi: un ritmo ipnotico, un violino che sembra uno strumento etnico, un cantato quasi rap che elenca una serie di problemi, da quelli di cuore a quelli finanziari a quelli della fame nel mondo.
Il leitmotiv dei miei brani è doppio: da un lato ci vuole qualcosa che faccia ballare, dall'altro un significato. Non mi va di scrivere un testo che dice "ti amo, mi ami, andiamocene in spiaggia"», racconta il 25enne. Il successo di Stromae colpisce anche perché la canzone è in francese. «Non è una lingua internazionale come l'inglese. Incredibile vedere il sostegno in Paesi dove non la capiscono». L'idea del tormentone con un testo che parla di problemi? «Sono pessimista di natura. Forse mi viene da quando avevo 18 anni e a Parigi vedevo tanta gente che in discoteca fingeva di dimenticarsi dei problemi con un sorriso. I loro occhi dicevano che quei problemi c'erano ancora», spiega.