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In concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2010

UtenteMessaggio

19:10
4 settembre 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

“Il manicomio è un condominio di santi. So' santi i poveri matti asini sotto le lenzuola cinesi, sudari di fabbricazione industriale, santa la suora che accanto alla lucetta sul comodino suo si illumina come un ex-voto. E il dottore è il più santo di tutti, è il capo dei santi, è Gesucristo”. Così ci racconta Nicola i suoi 35 anni di “manicomio elettrico”, e nella sua testa scompaginata realtà e fantasia si scontrano producendo imprevedibili illuminazioni. Nicola è nato negli anni Sessanta, “i favolosi anni Sessanta”, e il mondo che lui vede dentro l'istituto non è poi così diverso da quello che sta correndo là fuori – un mondo sempre più vorace, dove l'unica cosa che sembra non potersi consumare è la paura. 

——–

E' stato presentato il 2 settembre, in Concorso, il primo film italiano, La pecora nera di Ascanio Celestini. La grande attesa è stata premiata, il film è stato accolto positivamente ed è già considerato l'outsider della Mostra. 

dmk

19:16
4 settembre 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

Miral

Frutto del felice connubio tra un pittore-regista di origini ebraiche e di una scrittrice palestinese, "Miral", è un piccolo capolavoro, tanto ovvio nella sua espressività da poter essere considerato stupefacente.
Le tematiche che affronta, sono quelle di cui sentiamo parlare tutti i giorni da diverse generazioni, ma forse, proprio per l'ovvietà di queste, si può dire che è un film di cui si sentiva il bisogno.
Nel 1948, in una Gerusalemme sotto il controllo militare israeliano, Hindi Husseini, (Hiam Abass "L'Ospite inatteso", "Il Giardino dei Limoni"), trova 55 bambini rimasti orfani dopo che i loro villaggi sono stati messi a ferro e fuoco. Decide di occuparsene e fonda una scuola, convinta che sarà l'istruzione a salvare il futuro di questi bimbi e del suo paese. Dopo trent'anni, alla scuola arriva Miral, e sarà la sua storia a raccontare l'incertezza, la confusione e la speranza di un popolo profondamente lacerato dall'odio.
Fedele alla sua predisposizione pittorica, Julian Schnabel, ("Lo scafandro e la farfalla", "Basquiat"), dirige il film come se allestisse una personale in una galleria d'arte, dove il filo conduttore è la ricerca della propria identità, analizzando un periodo storico terribilmente difficile, visto con gli occhi di quattro donne diverse, ma tutte profondamente legate tra loro. Le vicende delle protagoniste, si alternano a filmati di repertorio che incorniciano e definiscono la drammaticità della storia, sottolineando la veridicità dei fatti raccontati.
Il plot narrativo porta come elemento principale la storia di Miral, interpretata da Freida Pinto, ("The Millionaire"), vista attraverso l'esistenza di donne nate prima di lei, ma che ne hanno determinato il suo modo d'essere, quasi a rimarcare che ogni scelta, ogni azione, ogni pensiero si ripercuote sugli altri, in modo inesorabile.
E Così attraverso Hindi, la sua istitutrice, Fatima, la sorella di suo padre e Nadia, sua madre, il cammino di Miral prende una direzione ben precisa, ma sarà lei a sua volta a compiere delle scelte che potrebbero cambiare il mondo che la circonda.
La telecamera gioca con la messa a fuoco, si muove e ondeggia, come se cercasse un punto fermo a cui affidarsi, esattamente come le protagoniste fanno per tutto il film, in cerca di un modo d'essere che non tradisca le proprie origini, ma che si sposi armonicamente con la diversità che esplode tutta intorno a loro.
Ovviamente la presa di posizione del regista è ben definita, e si sposa con l'ideologia e le esperienze dell'autrice, che in parte racconta la sua vita, in questa storia, e le assurde e inutili crudeltà di cui è stata testimone. Ed è forse proprio questa passione personale a rendere il film così commovente, coadiuvato da un'interpretazione dei protagonisti, asciutta, pulita, mai sopra le righe, come se stessero vivendo realmente quelle emozioni proprio nel momento in cui noi le vediamo.

La frase: "Stiamo costruendo la Pace. Non la stiamo sognando".

Monica Cabras

dmk

23:05
5 settembre 2010


Manfredi

Ospite

Acclamato "20 sigarette"
Grande successo per "20 sigarette". Sembra che la proiezione per la stampa sia stata seguita da ben 14 minuti di applausi convinti.

(News pubblicata il giorno 05-09-2010 alle ore 22:07)

Novembre 2003: Aureliano, un ventottenne anarchico e antimilitarista, precario nel lavoro e nei sentimenti, riceve l'offerta di partire subito per lavorare come aiuto regista in un film da girare in Iraq, al seguito della "missione di pace" dei militari italiani. Nonostante le critiche degli amici, della sua "amica del cuore" Claudia, e la preoccupazione dei suoi familiari, tra cui soprattutto la madre con cui convive, Aureliano parte. Si ritrova così al centro di un mondo, quello militare, che non approva e su cui ha molti pregiudizi, scoprendo però in coloro che incontra una umanità e un senso di fratellanza che appartengono anche a lui. Al seguito di Stefano Rolla, il regista che lo ha coinvolto con la sua passione per il cinema e il suo entusiasmo per il lavoro e per la vita, Aureliano non fa in tempo a finire un pacchetto di sigarette che si ritrova nel mezzo dell'attentato alla caserma di Nassirya del 12 novembre 2003. Unico civile sopravvissuto di una strage che ha ucciso ben diciannove italiani, Aureliano, pur gravemente ferito, riesce a mettersi in salvo. Testimone e vittima dell'avvenimento, passa dall'ospedale americano di Nassirya a quello del Celio di Roma, in una lunga degenza in cui si ritrova assediato dai politici, dai militari e dai giornalisti perché nel frattempo è diventato suo malgrado un eroe per caso. Assistito da Claudia, Aureliano si trasforma da "ragazzo" in "uomo". 

23:07
5 settembre 2010


Manfredi

Ospite

22:25
6 settembre 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

Grazie, Manfred!Laugh

Vallanzasca – Gli angeli del male


"Non sono cattivo,
 ho un lato oscuro un po' più pronunciato". Sono queste le parole con cui Renato Vallanzasca nel 1987 l'anno del suo ultimo e definitivo arresto, si descrive durante un'intervista a un'emittente radiofonica.

Sbruffone fino in fondo il Renato Vallanzasca raccontato da Michele Placido nel suo 'Vallanzasca – Gli angeli del male', film presentato fuori concorso alla 67esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, è un film che non mancherà di far discutere.

Il film fornisce la riscostruzione delle ‘prodezze' del bandito della Comasina , gli ambienti, i volti e le atmosfere, danno lo spaccato di un'epoca in cui il Nord Italia era messo a ferro e fuoco dalla banda Vallanzasca.Nessun applauso e nessuna reazione eclatante ha accolto la prima proiezione stampa, ma un secco "no" alla presentazione del film arriva dall'Associazione di volontariato Vittime del Dovere, i parenti dei poliziotti trucidati negli anni Settanta dal bandito.

"Necessario e fondamentale il recupero previsto dal nostro ordinamento penitenziario per quanti hanno sbagliato, tuttavia il passato non si può e non si deve cancellare. I mass media hanno il grande potere di veicolare messaggi positivi ai nostri giovani. E se è vero che rappresentare vite sbagliate, come dice qualcuno, puo' avere una funzione educativa, riteniamo – si legge ancora nella lettera – che le trasposizioni cinematografiche o letterarie che narrano le gesta di criminali, protagonisti di fatti di cronaca, edulcorate da dialoghi romanzati, dalla presenza di attori conosciuti e dalle ambientazioni studiate ad arte, costituiscano una pericolosa tentazione all'emulazione per soggetti particolarmente fragili o non ancora maturi".

dmk

22:38
6 settembre 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

In "1960 "

Gabriele Salvatores mostra il suo 1960, documentario dalle venature nostalgiche costruito attraverso le immagini di repertorio degli archivi RAI sull'Italia di cinquant'anni fa, mentre Piergiorgio Gay mescola passioni sopite e ritmi rock in 'Niente Paura – come siamo come eravamo e le canzoni di Luciano Ligabue', a metà tra il reportage e il documentario musicale.

A Salvatores sono stati tributati ben dieci minuti di applausi del pubblico della sala grande, completamente esaurita, con grande calore ed emozione.

"Il montaggio cinematografico può riscrivere radicalmente la storia di un film – ha spiegato regista premio Oscar – e può riscrivere anche la storia degli anni che abbiamo vissuto. Partendo da queste riflessioni abbiamo provato a costruire una storia inventata con le immagini reali della tv del 1960. Più che un documentario sembra un film fatto di sogni e ricordi. Vorremmo ringraziare tutti i giornalisti e gli operatori che ci hanno fornito inconsapevolmente le loro immagini, a cui abbiamo cercato di dare nuova vita e nuovi significati". 

'1960' di Gabriele Salvatores sarà trasmesso in prima serata su Rai 3 il prossimo 16 ottobre. 

dmk

22:02
11 settembre 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

E, alla fine,

''Somewhere'' del Premio Oscar Sofia Coppola  si aggiudica il Leone d'Oro per il miglior film del concorso principale della 67ma Mostra del cinema di Venezia. 

Uno sguardo penetrante, commosso e coinvolgente nell'universo dell'attore Johnny Marco (interpretato da Stephen Dorff). Johnny vive a Hollywood nel leggendario hotel Chateau Marmont. Se ne va in giro sulla sua Ferrari e casa sua è un flusso continuo di ragazze e pasticche. Totalmente a proprio agio in questa situazione di torpore, Johnny vive senza preoccupazioni. Fino a quando giunge inaspettatamente allo Chateau la figlia undicenne, Cleo (Elle Fanning), nata dal suo matrimonio fallito. Il loro incontro spinge Johnny a riflessioni esistenziali, sulla sua posizione nel mondo e ad affrontare la questione che tutti dobbiamo affrontare: quale percorso scegliere nella nostra vita? 

dmk

22:17
11 settembre 2010


Manfredi

Ospite

Essential Killing di Jerzy Skolimowski ha conquistato il premio della Giuria 

nuovo lavoro del regista polacco Jerzy Skolimowski, interpretato da un intenso Vincent Gallo. La storia è semplice e senza fronzoli: scortato dal Medioriente a una non precisata località nell'est europeo, un estremista islamico che ha massacrato tre militari americani riesce a liberarsi e inizia una fuga disperata, attraverso un gelido paesaggio innevato. Braccato come un animale ferito, l'uomo porterà avanti senza cedimenti la propria crociata, fino a una conclusione aperta che lascia molti quesiti sul suo destino. Ma in fondo, non conta sapere come andrà a finire per lui.

Ciò che conta e che sorprende dell'opera sono il rigore, la nettezza, la coerenza incorruttibile di un'idea cui il regista tiene fede per l'intero film. Un'idea di nichilismo disperato che della guerra non vuole esplorare le radici, che non considera neanche l'ipotesi di scavare nel passato per cercare una spiegazione, perché di logico non c'è niente, e se poi anche ci fosse qualcosa potrebbe essere letto come una scusa, una giustificazione. E questo è inaccettabile…

"Essential Killing" è un film solido che chiama lo spettatore a compiere un estenuante viaggio al di là del bene e del male dove c'è semplicemente il nulla della pura violenza. Una caccia che non permette proprio più di distinguere l'uomo dalla bestia.

http://www.film.it

Vincent Gallo ha vinto anche la Coppa Volpi.

22:27
11 settembre 2010


Manfredi

Ospite

mentre Balada triste de trompeta di Alex di la Iglesia

vince il Leone d' argento.

Siamo ai tempi della Guerra Civile Spagnola: un clown viene reclutato a forza dalla Resistenza e poi fatto prigioniero dalle truppe del Caudillo. Suo figlio Javier, che già aveva perso la madre, si ritrova solo, spronato dal padre a farsi beffe del suo triste destino attraverso la vendetta. Quel bambino lo ritroviamo, adulto, negli anni Settanta immediatamente precedenti la morte di Franco. Lo ritroviamo intento ad intraprendere per la prima volta la carriera che fu del padre e del nonno in un circo scalcinatissimo, dominato da Sergio, il pagliaccio cui dovrà fare da spalla, in realtà uomo violentissimo e prevaricatore. I problemi nasceranno quando Javier s'innamorerà della bellissima Natalia, la trapezista che è anche la donna di Sergio e che, a modo suo, lo sedurrà: questo triangolo amoroso tra due pagliacci e un'acrobata avrà conseguenze drammaticissime. 

Imprevedibile, ipergrottesco, violentissimo nei confronti dei corpi e delle menti dei suoi protagonisti, Balada triste de trompeta è una favola nerissima, cupa e dal nichilismo annichilente che è metafora dei danni sulla psiche collettiva e individuali fatti da decenni di dittatura di Francisco Franco. Tutti i personaggi del film, senza alcuna esclusione (seppur in misura diversa), sono vittime di qualche tara, sono scentrati, sbilenchi, feriti, rabbiosi, rassegnati.

http://www.comingsoon.it

22:36
11 settembre 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

Grazie, Manfred! anche questa edizione della Mostra è terminata… adesso resta da orientarsi nel gran numero dei film partecipanti, vincitori e non e relative recensioni, per poter scegliere quali vedere…LaughWink

Non riesco a trovare uno straccio di trailer per Essential Killing… ci riprovo domaniSmile

dmk

19:02
12 settembre 2010


Manfredi

Ospite

non l' ho trovato neanch' io il trailer. ci do un' occhiata di nuovo più tardi. la recensione mi ha colpito abbastanza.

22:19
13 settembre 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

Eccolo:

dmk

23:17
15 settembre 2010


Manfredi

Ospite

me ne ero scordato (di cercarlo). piuttosto bello, direi. secondo me il film sarebbe da vedere, di questi tempi poi, quando si rischia di non capire più niente di sè e di quello che viene macinato intorno…



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