La “Teoria dei giochi” ha negli anni ’50 cambiato le regole della matematica e dell’economia ed è stata applicata anche alle strategie militari. In ogni interrogatorio che si rispetti, per esempio, nel caso in cui esistano due complici, viene usato il metodo dell’ interrogatorio separato insinuando in ciascuno dei complici il dubbio che l’altro l’abbia tradito… questa non è che una derivazione della “Teoria dei Giochi”. Chi la formulò è John Nash il protagonista di “A beautiful mind”.
Il geniale matematico ha convissuto per tutta la sua vita con la malattia mentale e la paranoia. Questo film cerca di spiegare, basandosi sulla biografia bestseller scritta da Sylvia Nasar, in quale modo sia riuscito a combattere i suoi fantasmi interiori e ad andare avanti. Un’operazione del genere necessitava assolutamente di un bravo attore che non facesse cadere nel ridicolo un personaggio molto al di sopra delle righe. Il film di Ron Howard poggia, infatti, soprattutto sulla ottima interpretazione di Russel Crowe che realizza in “A Beautiful Mind” uno dei suoi personaggi più riusciti.
bel film, propone la problematica del genio che è "diverso", qui malato mentale, ma che riesce a contenere la propria sindrome e a compiere ciò per cui si sente portato. sofferenza, amore, genialità. davvero un bel film.