Una poesia di Paolo Secondini

A vederti nulla più sembri,
vicolo antico,
che cocci di mura diroccate,
dove gechi e licheni
hanno dimora
come uomini un tempo.
Eppure nell’aria fantasmi
di vagiti aleggiano ancora,
e grida disperate di vecchi
per sponde d’altra vita.
E frullano sospiri,
come battito d’ali,
dentro il portone arcano:
bocche disgiunte da un bacio
appena dato, tra rossore
di sguardi e pianto muto
Sdoppiato l’ occhio rivolto
al mondo altrove
prendere il largo su
una sola vela
nel vento schioccante
andare dietro al sogno,
schegge infilare a far collane
fiorite di sussulti, conchiglie
raccogliere, vibranti
e poi ascoltare
risacche risuonanti
a riva,
duplice occhio aprire
a cogliere il lato di là
dallo specchio,
il risvolto nascosto,
in nuove trame, in nuovi
orditi la tela tessere con fili
dal pallore lunare
finché l’ uovo si schiuda e
la luce debordi lungo
l’ orlo sottile del
labirinto dove si miete
l’ usuale andare
con passo uguale.
Antologia del premio Verba Agrestia 2007
Macerie
come pensieri strangolati,
macerie di case
due pietre è già una storia
un lembo di muro è il passato,
rovine antiche
cotte dal sole cocente
di estati come gelsomini,
macerie fra le mani
accarezzate e ritrovate,
intatte
nella mente.
Da: Con ali raccolte, Montedit 2000

Ruota la tenebra di tempia
in tempia e faticosa
srotola il papiro
fragile sospiro d’ ossa
insepolte
sull’ orlo breve di due
parole dette secoli
d’ amore prima,
quando fioriva la luna
tonda dietro il colle
e la notte intera cantava
e danzava insonne.
Una poesia di Rose Bazzoli
casa nemica pareti
specchi troppo grandi
per abbracciare sorrisi
lavoro non condiviso sudore
spazi del cuore vergini
e l’assenza cantata
l’assenza che martella
ogni minuto
imparo ad esplorare silenzi
dialogo ininterrotto
filo che si dipana nell’aria ferma
catturando vuoti di immanenze
e tramonti rossi di parole.
nell’ ora che lima lo sguardo
l’ occhio si sbilancia
precario sull’ orrido che
scosceso precipita
al fondo,
vertigine infinita
rincalza la coperta
della notte.
Una poesia di Mario Bressan, da Sillabe, Vitale Edizioni, 2007

Steven Kenny, “The Wedding”, 2004
l’ assenza mi ha invaso.
le mie ciglia
sono madide
di silenzio.
vorrei sentire le tue mani
che mi accarezzano
l’ anima.
per non morire ora.

mi raccolgo come fossi
a terra caduta
mi prendo in mano e
mi osservo
la bava di seta tessere
al vento oscilla
perfetta geometria
di laborioso dolore,
fragile rete dove il sogno
nidifica.
A margine,
il ragno.
Una poesia di Marzia Serra

Certe finestre hanno gli occhi vuoti.
Luci svogliate a sera. Tende chiuse.
Certe finestre guardano all’interno
e non sanno vedere.
Dietro le tende muovono presenze.
- Ombre cinesi dentro un’altra vita –
Sbatte insistente al vento una persiana
durante il temporale
Fioca una luce fino a tarda notte
forse veglia i pensieri e la scrittura
esorcizzando spettri sghignazzanti
d’insonnie allucinate.
Sulle punte dei sogni certe notti
salgo le scale, afferro la maniglia:
su ruggine di cardini la porta
apre lenta stridendo.
Mi aggiro per le stanze addormentate,
mi accosto ai vetri: non si vede fuori.
Certe finestre guardano all’interno.
Dove non vuoi vedere.