Archive for the 'News: lettere e arti' Category

L’ idea é che Natale sia Natale

dicembre 12th, 2010 by admin

Roberto Stelluti- la cometa

Si é conclusa la raccolta dei testi per l’ iniziativa promossa da Fernanda Ferraresso nel suo Blog – http://fernirosso.wordpress.com

…Non sempre ci sono affetti! Alla radice dell’albero e nelle luci degli addobbi non brilla un sentimento che ci tenga vicini gli uni agli altri, ma anzi sembra che  aumenti la distanza della separazione e della inadeguatezza. Con questo spirito, cioè con il profondo desiderio di rifiorire gli affetti e la vicinanza tra tutte le persone, famigliari amici conoscenti sì, ma tra tutte le persone che,un tempo, si dicevano di buona volontà…

F. Ferraresso

A partire dal 14 Dicembre le poesie saranno pubblicate in Cartesensibili:

http://cartesensibili.wordpress.com

Un  ringraziamento profondamente sentito a Fernanda che ha, con il suo lavoro, la sua dedizione e il suo spirito forte, fatto sì  che un’ idea diventasse una bella realtà.

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Il cimitero di Praga

novembre 1st, 2010 by admin

Il nuovo romanzo di Umberto Eco arriva a trent’anni esatti di distanza dal capolavoro che fu “Il Nome della Rosa” nel lontano 1980.
Da sempre interessato alle vicende esistenziali della nostra contemporaneità, anche questa volta Umberto Eco ha svolto un’analisi attenta e letteraria del mondo moderno, incentrando la sua nuova opera sulla nascita delle Nazioni moderne.
Il Cimitero di Praga è un romanzo ambientato nell’800 e racconta le vicende del Capitano Simonini, falsario di professione, ingaggiato dai servizi segreti di diversi Paesi.
Il protagonista si aggira per l’Europa architettando intrighi che hanno realmente influito sul corso della storia. Umberto Eco dipinge un Ottocento fitto di rivolte, congiure, insurrezioni, sollevazioni, e attorno a questo personaggio ci racconta la nascita delle nazioni, riversando una luce conturbante sui nostri tempi.

Da: http://www.libreriauniversitaria.it

«L’Ottocento è stato ricco di eventi più o meno misteriosi e orribili: il mistero irrisolto della morte di Ippolito Nievo, la fabbricazione dei Protocolli dei Savi Anziani di Sion, che hanno poi ispirato a Hitler l’Olocausto, il caso Dreyfus, e tanti intrighi tra servizi segreti di varie nazioni, sette massoniche, cospirazioni gesuitiche, e altri eventi che – se non fossero documentati come reali – sarebbero materia per un romanzo d’appendice come quelli che si scrivevano nell’Ottocento.

Questo è un romanzo d’appendice dove tutti i personaggi, tranne il protagonista, sono esistiti realmente, compreso suo nonno, autore di una misteriosa lettera all’abate Banuel, che ha scatenato l’antisemitismo moderno. L’unico personaggio d’invenzione (che però assomiglia a molti che abbiamo conosciuto, anche ai tempi nostri) diventa così nel romanzo l’autore di diverse falsificazioni e complotti, tra colpi di scena romanzeschi, sotterranei popolati di cadaveri, navi che esplodono nei pressi di un vulcano in eruzione, abati pugnalati, notai con la barba finta, sataniste isteriche, celebranti di messe nere, eccetera.

Il libro è illustrato, come lo erano i romanzi d’appendice del tempo andato – e anzi le illustrazioni sono le stesse – e quindi potrà anche sollecitare il lettore nostalgico dei libri letti durante l’adolescenza. Io mi aspetto però altri due tipi di lettore: uno, che non sospetti che tutte queste cose siano avvenute davvero, e neppure conosce la letteratura ottocentesca, dunque un lettore che ha preso sul serio persino Dan Brown e si godrà con compiacenza un poco sadica quella che giudicherà un’invenzione perversa, compresa la figura del protagonista, che mi sono sforzato di rendere il personaggio più cinico e antipatico di tutta la storia della letteratura.

L’altro, che sa o intuisce che sto raccontando di cose realmente accadute, avverte che la fronte gli si imperla impercettibilmente di sudore, si guarda inquieto alle spalle, accende tutte le luci dell’appartamento, e sospetta che queste cose potrebbero accadere oggi di nuovo, anzi forse stanno proprio accadendo in quell’istante. E penserà, come io vorrei: “Essi sono tra noi…”»

Umberto Eco

Il padre e lo straniero

ottobre 30th, 2010 by admin

Capita che il successo clamoroso di un libro porti alla ripubblicazione di altre opere dello stesso autore che non avevano avuto lo spazio meritato. E’ il caso de Il padre e lo straniero, romanzo breve (o racconto lungo) di Giancarlo De Cataldo, che torna in libreria a dieci anni dalla prima pubblicazione grazie al successo del bestseller Romanzo criminale - affresco corale ispirato alle gesta della Banda della Magliana e ai misteri d’Italia – del quale sta per uscire la versione cinematografica per la regia di Michele Placido e un cast in cui spiccano Stefano Accorsi e Kim Rossi Stuart.

“Quando proposi il racconto”, racconta De Cataldo, giudice di Corte d’Assise “fu accolto dagli editori con lo stesso entusiasmo di un calcio nelle gengive”. Ora, con alcune aggiunte e revisioni rispetto al manoscritto originale, Il padre e lo straniero è in libreria.

Il noir e l’intreccio sono in questa storia solo un pretesto per raccontare una vicenda interiore, per delineare rapporti familiari e d’amicizia. Il protagonista, Diego, un impiegato del ministero di Giustizia con un figlio gravemente disabile, incontra un elegante e misterioso mediorientale, Walid, a sua volta genitore di un bimbo disabile. I due diventano amici e lo straniero gli fa conoscere una Roma segreta, che egli nemmeno sospettava potesse esistere, e lo coinvolge in un’avventura tra lo spionaggio, il traffico internazionale di segreti, il terrorismo. Da quest’amicizia e dal percorso che ne segue Diego uscirà trasformato, riconsidererà il concetto di normalità, tornerà ad avere speranza.

Il padre e lo straniero è un libro sull’amicizia e sulla condivisione del dolore, sul concetto di diverso, sull’accettazione e la comprensione dell’altro. “Sono temi che oggi, con quanto sta avvenendo tra Occidente e mondo arabo”, commenta De Cataldo, “hanno assunto un valore del tutto particolare”.

Immergendosi in questo romanzo, nella sofferenza dei rapporti con i disabili, nelle pieghe della città sconosciuta vissuta dagli stranieri, ci si sorprende a chiedersi cosa sia davvero l’idea di normalità. “L’ottimo”, spiega ancora De Cataldo, “sarebbe non avere una concezione di normalità, non scandalizzarsi né stupirsi. O meglio, rendersi conto dell’esistenza delle diversità, ma accettarle e condividerle. Chi combatte la diversità e non supera il turbamento naturale che può suscitare, ha un’idea gretta del mondo”.

Alla fine del libro, dopo una serie di vicende rocambolesche che lo porteranno fare cose che mai avrebbe ritenuto possibili, Diego vorrà avere un altro figlio. Non come risarcimento, ma come segno di apertura e di fiducia nel futuro. Un figlio che stavolta abbia il “diritto a tutta la felicità” negata ai protagonisti del romanzo.

Massimo Russo

Da: http://www.kataweb.it

Giancarlo De Cataldo è nato a Taranto nel 1956 e vive a Roma. Ha scritto romanzi polizieschi (Nero come il cuore, Contessa), saggi (Minima criminalia,Terroni), racconti (Teneri assassini), sceneggiature, testi teatrali. Dal suoRomanzo criminale (Einaudi Stilelibero, 2002), storia di 15 anni di malaffare politico-criminale tra il 1977 e il 1992, è stato tratto un film per la regia di Michele Placido. De Cataldo è giudice di Corte d’Assise.

Salvador Dalì: il sogno si avvicina

ottobre 22nd, 2010 by admin

Torna a Milano dopo 50 anni il genio di Salvador Dalì: a Palazzo Reale una mostra che indaga sul rapporto del grande artista spagnolo  con il paesaggio, il sogno, il desiderio.

22 Settembre 2010 – 30 Gennaio 2011

http://www.mostradali.it./home.php

Natura morta: movimento veloce, 1956

Ricchezze e miserie d’ altri tempi

agosto 6th, 2010 by admin

In occasione della presentazione della nuova edizione di Ricchezze e miserie d’altri tempi, di Graziana Monti, mi piace pubblicare due brani dell’ autrice.

Da “Ricchezze e Miserie d’Altri Tempi” di Graziana Monti

Campeggio

Una meta di gite frequenti era il Santuario della Madonna di Campeggio. Si impiegavano circa due ore per raggiungere il santuario al quale affluivano ogni anno molti pellegrini. Attraversando le colline verso Gragnano, e per sentieri e viottoli si raggiungeva il monte Calvario, dove il parroco don Augusto Bonafè aveva fatto erigere nel 1930 tre altissime croci ricordanti il Calvario di Gerusalemme.
Sopra il Calvario levansi tre Croci
Commosso ascolto le potenti voci
della tripla mole.
Dice la Croce: “Segno io son di vita;
segno io sono di morte.
L’umanità ribelle ovver pentita
Mi scelga per eterna sorte”.
Si scendeva il monte lungo un sentiero serpentino e pittoresco in mezzo a eriche e ginestre profumate. Alberi di querce ombreggiavano il percorso lasciando filtrare macchie di sole. Ai piedi del monte quasi per incanto ti attendeva, accogliendoti al suo monumento, una bella fontana di acqua fresca per dissetarti dal lungo viaggio. ” Omnes sitientes venite ad acquas “( O voi tutti che avete sete venite ed io vi ristorerò). E per completare, vicino alla fontana, lunghe panche e tavole rustiche, sotto a un fresco pergolato di edera, accoglievano i pellegrini al riposo e al ristoro. Il parroco don Bonafè non mancava mai di venire a salutare i nuovi arrivati. Veniva incontro allargando le braccia e , sorridendo benevolmente, esclamava: “Venite! La Madonna vi aspettava!”. E accompagnava subito i pellegrini alla grotta della Bianca signora dei Pirenei.
La grotta è un vero capolavoro, opera di un artigiano bergamasco Guelfo Ravasio, e merito del parroco don Augusto Bonafè che, dopo varie visite a Lourdes, la volle costruire a sue spese nel 1923 in Campeggio, a destra della chiesa parrocchiale. Ripete fedelmente la famosa grotta di Massabielle : le volte rocciose, la nicchia con la Madonna, la cascata d’acqua, la fontana, Bernardetta inginocchiata davanti in atto di pregare. Il tutto, avvolto di silente pace, dona al cuore profonda commozione. Ancora oggi è meta di pellegrini e migliaia di attestati confermano quante grazie e favori abbia elargito in questi anni la Bianca Signora dei Pirenei.

Da “Quando gli spiriti erano di casa” di Graziana Monti

Lo scalpellino

Un novantenne, tempo fa, spronato dalle mie domande, mi raccontò che sì, a Campeggio, l’avevano visto in molti l’omino che di notte nel “fos dei Zer” (nel fosso del Cerro) batteva col martello sulla pietra come usavano gli scalpellini. A Campeggio, in quei tempi, il mestiere dello scalpellino era quello più praticato e si diceva che questo omino fosse lo spirito di un qualche morto condannato anche nell’altro mondo a lavorare ancora la pietra. Molte notti si sentiva il battere del martello. Una notte un giovane più coraggioso degli altri si avvicinò a questa ombra e gli chiese più volte chi fosse e come mai lavorasse a quell’ora. Non ebbe nessuna risposta, ma a un tratto l’omino smise di battere e con una stridula risata si dileguò fra gli alberi.
Questo fatto mi è stato confermato da un altro campeggiano novantenne, perfettamente lucido di mente: Armando Salomoni. Mi diceva : – Amarcord, quando ero giovane che si vedeva sì, uno spirito dentro al fosso del Cerro.- Questo spirito aveva le sembianze di un omino piccolo, con la barba bianca e un lanternino in mano. L’avevano visto in molti; girava quasi ogni notte su e giù per il fosso del Cerro. Chi non l’aveva visto di persona, aveva visto nella notte il lumicino vagare avanti e indietro fino alle prime luci dell’alba. Ci fu uno che, per scommessa, volle fare il coraggioso: in piena notte andò sul posto e si mise a sedere lungo il fosso, sotto un cerro, aspettando che passasse l’omino. Le ore passavano, ma qui non succedeva nulla.
Di quando in quando sentiva solo cantare la civetta col suo lugubre verso. Faceva anche freddo e si rannicchiò avvolto nella capparella. Il silenzio diventò insopportabile. Man mano che passavano le ore i suoi occhi si spalancavano sempre di più fissando il buio, mentre ad ogni piccolo rumore il nostro uomo trasaliva e il cuore gli martellava nel petto. Si era già pentito di aver fatto questa spacconata e rimpiangeva il suo letto caldo imbottito di foglie di granoturco. Ma ormai si era compromesso con gli amici volendo dimostrare di non aver paura, anzi, beffandosi di coloro che, “neanche per sogno”, sarebbero andati al fosso del Cerro di notte per incontrare un fantasma.
Intanto per farsi coraggio il nostro eroe cercava di ridere pensando all’indomani, quando avrebbe raccontato che non aveva visto proprio un bel niente, che quelle erano tutte fantasie che venivano in testa alla gente per la debolezza dovuta al fatto di dover mangiare sempre e solo polenta. A questo punto non si sa cosa gli fosse successo perché nessuno riuscì mai a farsi raccontare quello che aveva visto quella notte. La curiosità di sapere era diventata di dominio pubblico e tutti, in zona, parlavano del fatto strano che il nostro amico l’indomani aveva tutti i capelli bianchi, mentre il giorno prima erano neri. Gli amici lo spiavano e insistevano affinché raccontasse, ma lui taceva.
Aveva persino cambiato carattere, era diventato improvvisamente un uomo serio : non andava più neanche all’osteria. Si seppe solo che si era recato dal prete a ordinare tre messe. Da allora nessuno vide più il fantasma e neppure la luce da lontano. Anche la gente pian piano smise di parlarne e anche il ricordo svanì come un sogno d’estate.

Sacra Sindone

aprile 9th, 2010 by admin


Dal 10 Aprile al 23 Maggio, nel Duomo a Torino, si svolgerà la nuova Ostensione della Sacra Sindone.

Il Comitato organizzativo di cui fanno parte il Comune e la Provincia di Torino, la Regione Piemonte e l’Arcidiocesi di Torino, ha previsto l’arrivo di oltre due milioni di pellegrini.

http://www.sacrasindone.org

Dipinto di Gianbattista delle Rovere detto “Il Fiammenghino”

marzo 28th, 2010 by admin

Dal 5 marzo al 27 giugno 2010, il Palazzo Reale di Milano ospiterà la mostra Goya e il mondo moderno.

La mostra intende analizzare la relazione e i legami artistici tra Goya e altri celebri pittori moderni, partendo dall’analisi delle tematiche care al pittore aragonese: l’immagine della nuova società, l’espressione della soggettività, la reazione gestuale, la violenza.

La presenza dell’irrazionalità, l’importanza del corpo, il terrore, la costanza della paura, sono alcuni degli aspetti che conferiscono ai quadri e ai disegno di Goya una luce intensa e riconoscibile.

http://www.inmilano.com/eventi/goya

Oltre 180 opere, tra dipinti, incisioni e disegni, raccontano a Palazzo Reale il genio di Goya e l’influenza da lui esercitata sugli artisti più importanti degli ultimi due secoli, tra cui Delacroix, Klee, David, Kokoschka, Mirò, Picasso, Bacon, Pollock, Guttuso, De Kooning.

Cima da Conegliano

gennaio 17th, 2010 by admin

 

Annunciazione, Hermitage, San Pietroburgo

Dopo Bellini e il Carpaccio – e prima di Giorgione – il pittore prediletto dai veneziani fu Cima da Conegliano: «Ciò non deve stupire, nessun maestro del tempo seppe rendere al pari di lui l’atmosfera argentea che leggera e ampia bagna il paesaggio italiano». Palazzo Sarcinelli a Conegliano (TV) sarà il centro di uno degli eventi d’arte più attesi dell’anno: la mostra (dal 26 febbraio al 2 giugno 2010) dedicata a Giovanni Battista Cima (1459/1460 – 1517/1518) maestro che, per circa un ventennio, fu ai vertici della pittura sacra in laguna. A quasi cinquant’anni dall’esposizione allestita da Carlo Scarpa a Treviso, e a oltre un quarto di secolo dalla fondamentale monografia di Peter Humfrey, l’amatissima città natale propone, dunque, un’esposizione senza precedenti. Una mostra in grado di ricostruire la vicenda artistica di Cima, sottolineandone il ruolo fondamentale, per tutto il corso degli anni Novanta del Quattrocento. Dalla preponderante produzione incentrata sulle rappresentazioni sacre, testimoniata da una scelta ristretta ai principali prototipi della devozionale “Madonna con Bambino”, all’importante produzione mitologica – in alcuni casi orientata alla creazione di cassoni nuziali – fino alla grafica, con l’esposizione delle decine di fogli attribuiti, nel corso dei secoli, al misterioso e amatissimo pittore.

Da: www.ilsole24ore.com

Cartesensibili

dicembre 9th, 2009 by admin

Il 10 dicembre 2008 usciva il primo articolo di 

Cartesensibili

luogo di incontri, di letture, di proposte, di cultura, 

di umanità nel senso più compiuto del termine.

E’ una data che desidero ricordare e festeggiare

poiché ha segnato l’ inizio di un percorso di arricchimento e di stimoli, denso di sfaccettature, aperto a contributi di estrema valenza e di grande impatto artistico ed umano come ben si evidenzia dai versi di Fernanda Ferraresso quasi  programma o sintesi o motto dell’ iniziativa:

©Silas Toball

cercherò in ogni luogo

e in ogni uomo

le parole e i segni con cui vive  libertà

*

T r a  i  doni

d a   i  nodi

dmk

§§§§

 

Cartesensibili, di Elina Miticocchio

Non viaggio molto ma quando ciò accade non devono mancare le mappe stradali.

Ricerco luoghi popolati fittamente da voci che possano parlarmi dell’uomo.

Un anno fa ho scoperto, viaggiando da ferma, delle mappe particolari e utili per esplorare i diversi territori quotidiani.

CARTESENSIBILI come luogo che apre la mente, promuove le idee, la lettura, l’arte che è bellezza, osservata da sguardi diversi.

Un territorio aperto all’osservazione, senza tacere ma dando voce chiara e precisa, a ciò che accade

nel nostro mondo-pianeta: nella scuola, nei teatri, in piazza, per le strade, nelle fabbriche, tutti spazi che mostrano l’uomo.

Attraverso la libertà di leggere o non, di condividere o meno, ho compreso la necessità di una mia responsabilità, dovevo svolgere il compito del lettore.

Prendendo visione dei segni, dei graffi incisi sulle pagine dovevo farmene carico nel mio piccolo oggi che pratico.

Auguri a tutta la redazione di

http://cartesensibili.wordpress.com

http://cartesensibili.wordpress.com/2009/12/09/perche-e-come-diventare-socio-

Il simbolo perduto

ottobre 19th, 2009 by admin

 

 

 

 

 

 

 

Il simbolo perduto, il nuovo libro di Dan Brown  uscirà da Mondadori il prossimo 23 ottobre 2009

Prologo
Il segreto è come si muore.


Fin dal principio dei tempi, il segreto è sempre stato come si muore.
L’iniziato, che aveva trentaquattro anni, guardò il teschio umano che teneva fra le mani come una coppa. Era pieno di vino rosso sangue. Bevilo, si disse. Non c’è nulla di cui aver paura.
e richiesto dalla tradizione, aveva cominciato il suo viaggio indossando le vesti rituali dell’eretico medievale condotto al patibolo: la tunica aperta sul petto chiaro, il calzone sinistro arrotolato sopra il ginocchio, la manica destra rimboccata fino al gomito e un grosso cappio intorno al collo. Quella sera, invece, come gli affiliati che assistevano al cerimoniale, era vestito da maestro.
I fratelli intorno a lui avevano grembiuli di pelle d’agnello, fasce e guanti bianchi, e al collo portavano gioielli cerimoniali che brillavano come occhi spettrali nella luce fievole. Molti di loro ricoprivano cariche prestigiose nella vita, ma l’iniziato sapeva che tra quelle mura la posizione sociale non aveva alcuna importanza. 
Lì erano tutti uguali, fratelli uniti da un legame mistico, da un giuramento solenne. 
Mentre osservava quello straordinario consesso, l’iniziato pensò che nessuno avrebbe mai immaginato di vedere riunita quell’assemblea, e meno che mai in quel luogo. La sala pareva un antico santuario. 
Ma la verità era ancora più strana.

Mi trovo a pochi isolati dalla Casa Bianca.


Il monumentale edificio, al civico 1733 di Sixteenth Street NW a Washington, ricalcava un tempio precristiano, il tempio di re Mausolo ad Alicarnasso — il primo «mausoleo» — costruito per ospitare le spoglie del defunto monarca. Ai lati dell’ingresso principale, due sfingi di diciassette tonnellate facevano la guardia al portone di bronzo. L’interno era un labirinto riccamente decorato di camere rituali, corridoi, sotterranei, biblioteche e persino una parete cava dietro la quale erano murati due scheletri. L’iniziato era stato informato che ogni stanza di quell’ edificio racchiudeva un segreto, ma lui non ne conosceva nessuna che potesse racchiudere segreti più arcani della sala gigantesca in cui era inginocchiato quella sera, con un teschio fra le mani.
 
Da: http://www.corriere.it/cultura/