Momenti

febbraio 1st, 2009 by admin

Immagine di idakrot 

Momenti del vivere
in cui la solitudine
si fa nido accogliente, e tu
sei isola deserta da tutti
slegata dall’ altro, cieca di suoni
 
ci sono momenti così che
arrivano colpiscono e scalfiscono
la pelle del cuore    -     a sangue.
 
e vuoi lasciare divagare la mente
nel niente    -    nessuna domanda
nessun dopo quando come
solo     chi      ha fatto
 
questo
 
di me
 
e perché
 
isolata nel denso spessore del velo
secca la lingua
mutilata la parola, vela ripiegata
senza vento
 
ci sono momenti così,
passaggi del sé, sommersi tormenti
in lucidi specchi e
tu riverberi fiamme
dall’ occhio fissato alla trama tessuta
da agili dita di ragno.
 
Poi si fa giorno di nuovo
e il passo riprendi e la strada.


13 Responses to “Momenti”

Feed for this Entry
  1. 1 rose

    La “solitudine”, quindi.

    La solitudine come scelta, che si fa “nido accogliente”, come dice daniela nalla sua pregevole poesia … che può diventare anche “isola” in cui trovare rifugio, quando dobbiamo ‘leccarci le ferite’, “chi ha fatto/questo/di me/e perché” …

    In queste accezioni, la solitudine può anche essere funzionale, penso, ma quando la solitudine è una condanna, come quella di molti anziani abbandonati a sé o di persone che semplicemente non sanno rapportarsi con gli altri e, di conseguenza, non hanno amici … allora la solitudine è davvero triste. Però, a quel punto, la persona dovrebbe chiedersi il perchè della sua condizione.

    Buona settimana a tutti. :-D

  2. 2 admin

    Scritta per una persona, a me vicina, in difficoltà. Ho cercato di “immedesimarmi” nel suo percorso travagliato ed è venuta fuori questa cosa. :-)

    Rose, credo che in tante situazioni, anche per la solitudine si possa parlare di “diverse facce”, il che è poi a dire che sono d’ accordo con quanto dici.

    Solitudine funzionale a veder più chiaramente in se stessi

    Solitudine funzionale alla creatività

    Solitudine come condanna

    e poi? :-)

  3. 3 rose

    Oh bèh, cara daniela, :-D poi c’è QUELLA solitudine:

    httpv://www.youtube.com/watch?v=gUrO2QKZ8Kw&feature=related

  4. 4 Stella

    Quante facce ha la solitudine.
    Può essere dolce quando serve per capire e amare se stessi.
    Tremenda quando è abbandono, rifiuto.
    Solitudine atroce quando non si è amati, quando non si dona amore, quando leggi negli occhi degli altri indifferenza.
    Due momenti di solitudine estrema e contrapposta, nascita e morte.
    Avvengono nella frazione di un attimo……ma quell’attimo è solo per noi e solo noi lo affrontiamo.

  5. 5 rose

    Si è soli, al momento della nascita, stella? Almeno la … mamma ci dovrebbe essere, no? :-D

    Come diceva poi la Bignardi l’altra sera in un’intervista, il momento della morte può essere “dolce”, se vissuto accanto a qualcuno che ti ama e ti accompagna, per così dire.

    La solitudine riporta inevitabilmente ai concetti di ‘saudade’ e ‘fado’:

    httpv://www.youtube.com/watch?v=OpExb2hCYTs&feature=related

    Però non vorrei lasciarvi pieni di malinconia. Devo assentarmi qualche ora e mi pare che anche daniela arriverà più tardi. La ciurma si tenga su, nel frattempo, mi raccomando.

    Dribblate elegantemente verso altri argomenti. :-D

  6. 6 Stella

    si c’è la mamma……..ma c’è un momento in cui sei comunque solo.
    OH……..non c’è tristezza, Rose, la solitudine serve anche a poter mandare con allegria qualcuno a quel paese……..
    Buon lavoro signori e signore

  7. 7 franco

    “…Poi si fa giorno di nuovo
    e il passo riprendi e la strada…”

    Molto bella,tra l’altro, questa doppia congiunzione nel finale.

    naturalmente QUELLA solitudine e le immagini della sofferenza adolescente a corredo della canzone di Rose, io l’ho vissuta e la vivo così intensamente, in virtù della figlia poco più che ventenne.
    C’è un tale abisso di solitudine a volte, nello sguardo dei nostri ragazzi, una tale disperata invocazione, che si vorrebbe poterli proteggere in qualche modo dalla realtà e dalla crudeltà spesso casuale dell’esistenza, ma non possiamo che restare una disponibilità di ascolto e una vicinanza defilata ma amorevole.
    Abbiamo più o meno digerito che la vita sia stata spesso crudele con noi, ma con loro è un’ipotesi che si fa troppa fatica ad accettare.

    Non credo che tornerei al periodo della mia adolescenza, mi rammento una fragilità emotiva e disarmata, da cui mi sono emendato con troppa fatica, ammesso che mi sia riuscito.

    Davvero Stella il nascere e il morire avvengono nella frazione di un attimo? Lo vorrei credere, vorrei pensare anch’io che “quando ci siamo noi, la morte non c’è ancora e quando c’è lei, noi non ci siamo più”. Ma in realtà temo che a volte siano processi lunghi, dolorosi e coscienti e questo un po’ mi spaventa.

    f

  8. 8 franco

    ciao Dolcerose,

    sei apparsa così…ehm …magicamente e improvvisamente, mentre stavo scrivendo, che non ti ho neppure salutata.

    Sai, è vero che all’atto della nascita c’è la mamma, ma è appunto il doverla lasciare che ci fa temere la perdita,l’abbandono e la conseguente solitudine.

    Oltretutto riceviamo persino la prima sculacciata!
    Ne seguiranno altre, ma quella…uhei…un po’ ti segna ;-)

    f

  9. 9 gio

    Buongiorno ragazzi, ora leggo la bella poesia postata da Daniela e gli appassionati commenti. Siete sempre molto schietti e completi nell’esprimere le vostre opinioni, rimane poco da aggiungere se non complimentarsi con quanto avete detto.
    La solitudine stà nel cuore quando questo percepisce l’isolamento dalla persona a cui si dona. E credo stia anche al momento della nascita e, soprattutto, della morte.
    Infatti in due delle ipotesi citate vale la congiunzione finale della poesia:
    “Poi si fa giorno di nuovo
    e il passo riprendi e la strada.”
    Con la morte questo non può avvenire…se non in altra condizione non più fisica. Questo però rimane un mistero affidato alla fede.
    Per fortuna Stella riesce sempre a portare un momento di serenità anche nei momenti di malinconia cogliendo l’attimo ironico della cosa: “OH……..non c’è tristezza, Rose, la solitudine serve anche a poter mandare con allegria qualcuno a quel paese……..”
    Si è proprio vero, ma facendo questo non si è in solitudine…voi che ne dite? ;) :)

  10. 10 Stella

    Non possiamo proteggere i nostri figli per tutta la vita.
    Lo vorremmo certo, sarebbe bello preservarli da ogni dolore.
    Ma nel momento stesso in cui li mettiamo al mondo li “abbandoniamo”, il ventre materno non sarà più per loro un nido accogliente ed ovattato.

    L’unica cosa che possiamo fare è educarli ad affrontare con coraggio la vita,aiutarli a risollevarsi quando sembra che la strada finisca in un baratro.
    Dura……certo per noi, e per loro.
    Ma……ricordiamoci che anche noi abbiamo dovuto affrontare con le nostre forze gioie e dolori.

  11. 11 franco

    L’unica cosa che possiamo fare è educarli ad “…affrontare con coraggio la vita,aiutarli a risollevarsi quando sembra che la strada finisca in un baratro…”

    Si, hai ragione naturalmente e ne sono convinto anch’io.

    Forse la mia generazione ha accolto questo insegnamento, anche nello stesso ambito familiare, con minore resistenza psicologica, forse si è meno imbevuta dell’illusione che la felicità sia un diritto sempre e comunque garantito e che i problemi abbiano tutti una qualche soluzione dall’esterno.

    Oggi credo però che giungano troppi e contrastanti segnali a sconfessare in pratica gli insegnamenti che la saggezza suggerirebbe.
    Vedo molti ragazzi annaspare tra un oggi troppo spesso privo di prospettive e un domani fatto di sogni tanto vaghi quanto improbabili.

    Comunque è vero, la solitudine rimane una realtà con cui ognuno deve imparare a fare i conti, se, nonostante tutto, vuole sperare di superarla.

    f

  12. 12 franco

    “…La solitudine stà nel cuore quando questo percepisce l’isolamento dalla persona a cui si dona…”

    E questo, caro Giò, è un giudizio che non si può che condividere nella sua validità perenne, oltre ogni sociologismo.
    Un saluto anche a te,

    f

  13. 13 gio

    Caro Franco hai perfettamente ragione, nessuno e nessuna struttura sociale potrà mai condizionare il sentimento che il cuore percepisce. E’ il mistero della vita e dell’amore…e della nostra, a volte, involontaria solitudine.
    Tu giustamente affermi: “…la solitudine rimane una realtà con cui ognuno deve imparare a fare i conti, se, nonostante tutto, vuole sperare di superarla.”
    Grazie amico, ti saluto con affetto e rifletto sulle tante domande e meditazioni poste dalle “amabili” ragazze ;) ;) ;)